pokemon_pax_party_lawsuit

Negli ultimi giorni in America è scoppiato un piccolo caso mediatico nel mondo Pokémon. Un ragazzo americano, Jones, organizza ogni anno un party non ufficiale a tema Pokémon nel caffè dove ancora oggi lavora. Giunto alla quinta edizione, quella di quest’anno appunto, ha anche stabilito per l’ingresso il pagamento di un biglietto da 2 dollari; stando a quanto dice lui, servono a pagare le spese dell’organizzazione e del DJ… Ha però trovato una per lui brutta sorpresa quando ha pubblicato dei volantini su Facebook, per pubblicizzare l’evento. La Pokémon Company lo ha contattato notificandogli un avviso di violazione del copyright, per aver utilizzato immagini di Pikachu e Snivy sul banner. Usandole per un evento dopotutto privato, ha quindi commesso un’azione illegale.

La notifica di violazione copre peraltro anche i party precedenti, sebbene sia arrivata adesso. A seguito di questa notifica, TPCi ha recapitato anche una multa di 4.000 dollari per la violazione. A detta di Jones, si aspettava fosse un modo per mettergli “paura” e farlo smettere con questi party a tema. Jones ha perciò risposto che avrebbe chiuso qui le sue feste Pokémon. La multa non è però stata ritirata, e il ragazzo ha prima assunto un avvocato, poi organizzato una campagna di crowdfunding. Ha infatti dichiarato che con il piccolo stipendio che riceve dal suo lavoro, non ha disponibilità a pagare quei 4.000 dollari. La campagna è andata a buon fine e lui ha ora a disposizione il denaro per il pagamento. Negli ultimi giorni TPCi ha ritirato la multa, e si attendono nuovi sviluppi tra le parti.

Secondo Gameinformer.com, inoltre, nei documenti consultabili online della causa tra le parti, non c’è menzione al tempo in cui Jones avrebbe dovuto pagare la multa. Sul sito su cui ha fatto crowdfunding, invece, il ragazzo ha detto che gli hanno chiesto di pagare in 45 giorni. Anche da questo comprendiamo che la situazione non è chiara e la posizione di Jones lo è ancor meno. La società che gestisce Pokémon non cita certo per danni tutti coloro che, su internet, utilizzano immagini dei Pokémon o le modificano. Perciò è possibile che abbiano voluto bloccare un evento non ufficiale e a pagamento, azione decisamente da riconsiderare per Jones, perché illegale. Organizzazioni di questo tipo possono anche ricondurre a guadagni personali fatti con creazioni altrui (appunto i marchi Pokémon), cosa che TPCi può e deve ovviamente bloccare.

Di IvanAipom93

Scrivo, parlo e discuto di anime Pokémon sin da quando Arceus creò il mondo. Con Diamante e Perla sopra ogni altra cosa.

2 pensiero su “La complessa controversia tra Pokémon Company e un fan che organizzava party a tema (a pagamento)”

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