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17 Novembre 2019. “Pocket Monsters 2019”, in seguito adattata negli USA come “Pokémon Journeys” (JN) e in Italia come “Esplorazioni Pokémon”, viene trasmessa in Giappone a partire da questo giorno e fa subito parlare di sé a causa di numerosi cambiamenti, scelte narrative e specifici personaggi che la distinguono profondamente dalle precedenti saghe.

In circa cinquanta settimane, quest’incarnazione del cartone animato si è rivelata bizzarra e ha suscitato opinioni contrastanti: c’è chi l’ha adorata all’inizio ma ha successivamente perso interesse, chi l’apprezza in parte pur riconoscendo dei contro e chi la reputa un prodotto malriuscito.
Il nostro obbiettivo è fornire un resoconto della situazione e stabilire effettivi punti di forza e di debolezza dell’anime, dando ragione o torto a determinate critiche; cercheremo di essere oggettivi pur offrendo interpretazioni nostre e personali, e giudicheremo individualmente ogni aspetto focale tra pro e contro, fino a fornire una valutazione conclusiva.
Doverose due precisazioni:
1) numerosi spoiler per coloro che non seguono la serie in lingua originale;
2) non copriremo gli eventi successivi all’arco della Notte Oscura, tra l’altro già analizzato in un altro articolo, in quanto questi primi quarantacinque episodi introducono e sviluppano sufficientemente i tratti distintivi della serie – definendo una sorta di “ufficiosa” Stagione 1.

Una storia rappresentativa. Carpire l’essenza dei giochi, anziché limitarsi a contenuti specifici

La saga di ottava generazione si svolge principalmente ad Aranciopoli. Qui Ash diviene un Collaboratore di Ricerca per il Professor Cerasa, stabilendosi presso il suo Laboratorio con l’obbiettivo di svolgere ricerche in merito ai Pokémon di tutto il mondo; ad accompagnarlo e a vivere con lui sarà un Allenatore esordiente di nome Goh, e i due inizieranno a viaggiare per diverse parti del globo.
Nel giro di pochi episodi, la trama della serie affonda le proprie radici nelle avventure quotidiane di questo duo, definendone pure gli obbiettivi: Ash s’iscrive al Torneo Mondiale per l’Incoronazione, competizione su scala internazionale che lo porterà ad affrontare Allenatori da tutto il pianeta per arrivare a Dandel, numero uno nella classifica mondiale (ma parleremo del concept nel dettaglio più tardi); Goh, attraverso uno stile di cattura largamente basato sul gameplay di Pokémon GO e Let’s Go!, cercherà di acchiappare tutti i mostriciattoli tascabili conosciuti sino al raggiungimento di Mew – incontrato da bambino.

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Le loro storylines finiscono per incrociare gradualmente Pokémon e personaggi dai giochi Spada e Scudo, tra cui spiccano uno Scorbunny catturato dal secondo protagonista e il summenzionato Dandel; e nel mentre, infine, una terza sottotrama tratta le vicende strettamente legate al Dynamax e ai personaggi centrali di Galar, laddove una quarta viene dedicata allo sviluppo di un personaggio di supporto: Cloe, figlia del Professor Cerasa ed amica dello Yamper di famiglia.
Nonostante appaia chiaro come la serie possegga realmente una sua direzione e si poggi su basi prettamente solide, al tempo stesso lo stile con cui è stata realizzata è talmente anticonvenzionale rispetto a precedenti prodotti animati da suscitare un senso di disorientamento: non vi sono accenni né alla Lega Pokémon né alla Sfida delle Palestre, poiché il percorso di Ash ruota attorno ad un concept completamente inventato; la regione di turno compare sullo schermo in maniera soprendentemente saltuaria, facendo passare un considerevole ammontare di episodi prima che vengano introdotti determinati Pokémon e NPC; e ci si chiede pure se la serie sia davvero fedele ai videogiochi questa volta, o abbia voluto crearsi la propria storia senza pensare a nient’altro.
Nel corso della retrospettiva giungeremo a capo di questioni simili, ma cominciamo con un ragionamento semplice: la causa primaria dietro ad una trama tanto fuori dall’ordinario va cercata con tutta probabilità nel finale della Serie Sole e Luna.
Come tutti sappiamo, dopo aver conseguito una vittoria contro Iridio e Kukui Ash è divenuto Campione della Lega di Alola; quel che nessuno di noi aveva compreso all’epoca, tuttavia, è che da un punto di vista logico ciò impedisce la partecipazione a campionati simili in futuro. Non avrebbe senso chiedere ad un Allenatore appartenente alla classe “Campione” di tornare alle basi e conquistare nuovamente delle Medaglie, perciò (giunto il materiale dei titoli per Nintendo Switch) gli autori hanno dovuto trovare modo di inserire personaggi di ottava generazione nel percorso del protagonista pur non affrontando la Sfida delle Palestre; era cioè necessario prendere una strada diversa da quella tradizionale, e si è giunti ad ideare un tipo di sfida che prevedesse spostarsi in varie località anziché rimanere segregati a Galar.
Aperta e chiusa parentesi sulle motivazioni, passiamo subito al fattore fedeltà – principale argomento di questo primo paragrafo. Potrà sembrare per molti versi un “headcanon”, ma dopo aver riflettuto sulle proprietà e peculiarità di giochi e anime, siamo giunti alla conclusione che il fascino di Esplorazioni Pokémon sta nell’essere una storia rappresentativa di quanto raccontato in SpSc: un’opera che a prima vista sembra essere molto differente, ma che grattando la superficie si scopre mimare il materiale originale e mostrare delle forti coincidenze.

Pokémon Spada e Scudo, secondo un’interpretazione non troppo semplificata, si basano sui principi basilari della serie: tra la trama principale e i diversi DLC, elementi focali di questa generazione risultano essere l’avventura, gli obbiettivi e le battaglie.
In Esplorazioni Pokémon, tutto parte dal desiderio dei protagonisti di viaggiare allo scopo di realizzare i rispettivi sogni: due persone che lotteranno contro altri Allenatori, incontreranno tanta gente e scopriranno la vastità del mondo, trovando in Galar una chiave per crescere di più.
Guardiamo ai fatti e cerchiamo di trovare un nesso. Rendendosi conto di come GF abbia progettato dei videogiochi che si reggono sui maggiori punti di forza del franchise, lo staff dell’anime avrebbe deciso di dar vita ad una saga che riesca a rappresentare principalmente ciò, e contemporaneamente deve anche fare in modo di non rimanere entro i confini di Galar considerando le possibilità aperte con il finale della serie appena precedente; perciò, nascono una nuova formula narrativa ed una trama che collega la generazione attuale a tutte le altre, spaziando per l’intero mondo dei mostriciattoli tascabili.
Senza troppe forzature, il fatto che una storia mimichi l’altra sembra abbastanza palese: non importa se Biancavilla e Aranciopoli o Furlongham e Brassbury, tutto parte dalla città del protagonista principale e per mezzo di un Professore Pokémon; lo stesso Professore è imparentato con un personaggio femminile che incrocierà spesso i protagonisti, e che vive assieme ad uno Yamper; possono essere sia il Giocatore e un Hop desideroso di “vivere la sua leggenda”, sia Ash e un Goh “il cui futuro è nelle sue mani”, si tratta pur sempre di un viaggio fatto di ambizioni e speranze che porterà a conoscere sé stessi e altre persone; la primissima avventura ad unire il duo vede l’incontro con un Pokémon Leggendario suscitante mistero, in un caso Zacian/Zamazenta e nell’altro Lugia; e a prescindere se attraverso la Sfida delle Palestre o il Torneo Mondiale per l’Incoronazione, soprattutto per uno dei due personaggi principali, il Campione di Galar costituirà la meta finale ed il culmine del proprio arco di maturazione.

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Ulteriore esempio a sostegno dell’elaborato è senza dubbio alcuno la dinamica tra i due Allenatori principali, non tanto per il rapporto che li unisce ma per cosa stanno a rappresentare; e allo scopo di comprendere essa, l’esempio migliore a nostra disposizione è dato dal secondo episodio, “Nuove leggende e nuovi amici”, con protagonista il Pokémon Immersione Lugia.

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Giunto questi ad Aranciopoli, entrambi i protagonisti hanno cercato di raggiungerlo e sono stati talmente spericolati da saltargli in groppa mentre era a mezz’aria; tale scena definisce come interesse e determinazione dei due siano uguali, mentre tutto ciò che avviene prima e dopo mostra un palese opposizione tra personalità e obbiettivi: laddove per esempio Ash cerca il Pokémon senza nessuna precisa indicazione, e quando lo incontra cerca subito di affrontarlo in una lotta, Goh era già rimasto da diverso tempo a studiare l’attività atmosferica per cercare di prevederne l’arrivo; e quando i due si ritrovano sopra la pelle della creatura, Goh non può fare a meno di soffermarsi su quanto essa sia dura al tatto, mentre Ash abbraccia sorridente le piume emozionandosi per essere sul suo dorso.

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Nonostante quindi l’amore in comune per i mostriciattoli tascabili, fondamento alla loro amicizia, risulta palese un contrasto tra passione e analisi che, unito ai loro obbiettivi precedentemente citati ed a quanto verrà visto in successivi episodi, consente l’affermazione di un rapporto complementare. Ash e Goh partono dal medesimo concetto, l’interesse genuino per i Pokémon, eppure si differenziano l’uno dall’altro in termini di carattere e visione del mondo: un Allenatore molto più battagliero, nonché una persona generalmente spensierata, emotiva ed impulsiva, in contrapposizione con un individuo interessato soprattutto alla ricerca e che agisce molto razionalmente.
Le loro differenze non sono tuttavia fatte per scatenare discussioni, in quanto l’anime mostrerà più e più volte quanto essi sappiano coprire reciprocamente le proprie debolezze ed agire come una squadra, per questo parliamo di un rapporto complementare dalla doppia interpretazione: Ash e Goh simboleggiano due giocatori differenti, due facce distinte del franchise Pokémon tra lottare, catturare, preferire l’azione alla riflessione e viceversa; e contemporaneamente, altra chiave di lettura ravvisabile in essi è il rapporto che unisce la Spada e lo Scudo.
Due distinti mezzi per combattere che coprono l’uno le debolezze dell’altro quando vengono usati insieme, proprio come succede con i due protagonisti quando rimangono coinvolti nelle medesime situazioni. A lungo mostrata e sviluppata su schermo, questa dinamica ha trovato il suo massimo splendore durante le vicende della Notte Oscura: come abbiamo già discusso nel nostro approfondimento, da una parte il coraggioso Ash aiuta Dandel ad affrontare direttamente la gigantificazione incontrollata dei Pokémon, e dall’altra Goh sfrutta le proprie capacità analitiche per indagare con Sonia sulla causa del fenomeno.
Un arco narrativo diviso in due storylines separate, le quali danno risalto alle peculiarità distintive dei personaggi principali e diffondono un ideale di dualismo assente negli originali titoli pubblicati su Nintendo Switch.

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Insomma, sembra che l’obiettivo di Esplorazioni Pokémon sia concentrarsi sull’essenza dei videogiochi per dare vita a una formula narrativa specifica e ad una trama tutta sua. Sviluppare qualcosa di imprevedibile ed inedito, eppure che rispecchia perfettamente lo spirito del materiale di partenza.
Pur tenendo conto di legittime sensazioni di disorientamento, noi personalmente non possiamo fare a meno di apprezzare la tendenza dell’anime a sperimentare e rinnovarsi; anzi, ad essere sinceri è il caso di dire che, da questo punto di vista, JN non è nemmeno tanto diversa rispetto al tipo di serie animata a cui abbiamo assistito con Sun&Moon: i videogiochi di settima generazione si strutturavano secondo una narrazione prettamente incentrata sull’introspezione dei personaggi e sulle loro storie condotte attraverso sia cutscenes, sia fasi di gameplay incentrate sull’interazione tra loro ed il giocatore (è questo il caso per una Lylia in fuga dalla madre, il Team Skull capitanato da Guzman e persino per i sottosviluppati membri dell’Ultrapattuglia); gli autori finirono per sviluppare un’opera televisiva di genere “slice of life”, consentendo un’emersione più facile alle interazioni tra personaggi e alle tematiche di Alola – amicizia, famiglia e condivisione.
L’ottava generazione raccoglie semplicemente l’eredità della precedente, superando l’esperimento di Alola già brillantemente riuscito e crea una trama fatta di legami, scoperte e avventure: la storia di due, a volte tre individui, e le loro vite condotte simultaneamente con un ampio respiro sul Mondo Pokémon e sulle creature che lo abitano.

Mettendo da parte la questione rappresentativa, argomento su cui assolutamente fare chiarezza è la contestualizzazione di Galar tra regione, personaggi e mostriciattoli tascabili. Nei confronti delle ambientazioni di SpSc, risulta comprensibile come l’anime vada per il detto “la qualità prima della quantità”: soltanto dieci puntate su quarantacinque sono collocate nella regione di Galar, ma risaltano immediatamente ad un attento osservatore per via dei contenuti; che si tratti del Dynamax, di Dandel o del debutto di nuovi Pokémon da catturare, Ash e Goh mettono piede a Goalwick unicamente con lo scopo di sviluppare la trama, senza perdere mai tempo in storie generiche (altrimenti definite “filler”) come invece capita nel caso di Kanto, Johto o altre regioni.
Sembrerà perciò paradossale, eppure è proprio la rarità di Galar a metterne in chiaro il ruolo di ambientazione principale, venendo essa trattata con maggiore riguardo rispetto alle altre sette località del Mondo Pokémon.
In più, è curioso come spesso ambientazione e contenuto differiscano entro la medesima puntata. Episodi come JN17, JN18, JN22, JN34 e JN39 si svolgono tra Aranciopoli, Zafferanopoli, Fiorlisopoli e Albanova, ma non è questo ciò che conta: oggetto della storia risultano essere Raboot, Fabia e la scalata per Dandel, materiale narrativo che (non troppo dissimilmente rispetto a saghe precedenti) viene fortemente intrecciato con lo sviluppo dei personaggi principali, primeggiando rispetto ad elementi di altre generazioni ed imprimendosi con un ruolo fondamentale nella trama dell’anime.

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Insomma, Esplorazioni Pokémon potrà aver compiuto scelte inusuali, ma la natura dell’anime mantenuta fino ad ora non è cambiata troppo. Storia generale e caratterizzazione dei personaggi continuano a trarre ispirazione dai videogiochi più recenti (in maniera più o meno esplicita), riflettendone pure i temi e le idee di base al di là di una mera presentazione di figure umane e mostriciattoli tascabili.
Ad essere cambiato è il sistema attraverso cui riuscire a costruire una trama propria oltre che adattare i contenuti, dato che lo staff si è preso una certa libertà creativa e ha estrapolato materiale narrativo da più titoli diversi.

Un anime appetibile per tutti, anche se non perfetto

Un aspetto interessante da notare è come la nuova formula funga da eccellente sistema per spaziare tra il pubblico. Dal momento che l’anime trae spesso ispirazione da ambientazioni e mostriciattoli di storiche generazioni, numerose sono le puntate appetibili a nostalgici e casual gamers: Pokémon di prima e seconda generazione, citazioni intelligentissime ai videogiochi classici, nonché agli episodi della serie originale, e spiegazioni effettive consentono alla nuova serie di affermarsi quale un prodotto rivolto principalmente ai veterani, eppure godibile dai non addetti ai lavori; l’anime eccelle nell’introdurre alcune meccaniche e funzioni ai novellini senza trascurare il pubblico più esperto, obiettivo fondamentale considerato il continuo espandersi del franchise più forte al mondo.
E parlando più nello specifico di come la serie sia concepita per gli adulti, oltre ad aspetti maggiori che toccheremo nelle prossime sezioni Esplorazioni Pokémon si caratterizza per un senso di Worldbuilding non troppo frequente ma comunque degno di nota, che approfondisce il mondo dei mostriciattoli tascabili a 360°: può essere un’intera puntata dedicata al ciclo evolutivo di Bulbasaur, che va in cerca di un luogo ideale per far assorbire luce solare al suo bulbo per evolversi sino a Venusaur, dopodiché diffonde il polline nelle aree circostanti; un’altra che ci mostra l’evoluzione dei Dratini in maniera simile alla crescita dei serpenti, con tanto di muta e perdita della pelle; un siparietto raffigurante la migrazione dei Beautifly immediatamente dopo l’evoluzione da Silcoon, e tanti, tantissimi altri momenti volti a delineare le peculiarità di svariate creature e diversi aspetti del loro pianeta.
Il Mondo Pokémon visibile in JN viene gradualmente costruito rivelandosi molto più vivo e palpabile di quanto non sia mai stato in serie precedenti, stuzzicando l’interesse di quella fetta di pubblico più amante del dettaglio ed in generale contribuendo a diffondere un feeling più realistico, per un anime che dopotutto riguarda i Pokémon.

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Nonostante l’aver tessuto diverse lodi fino ad ora, riconosciamo pure come l’esecuzione della nuova formula presenti alcuni alti e bassi.
Il primo problema ravvisabile consiste nell’evidente eccesso di hype durante i primi sei mesi di trasmissione. Nel corso delle puntate, non è un segreto che molti siano gli eventi divenuti virali su Internet per questa o quell’altra ragione; tra citazioni ai giochi, contenuti e rivelazioni inaspettate, la serie ha fatto parlare presto di sé tra gli appassionati.
Detto questo, però, non tutte le ciambelle sono venute col buco. Gli autori compiono spesso scelte che non sembrano avere un significato specifico oltre al desiderio (per l’appunto) di suscitare hype, di attirare il pubblico e intrattenerlo senza troppe pretese: ad esempio, rispetto alle apparizioni di Ornella e Kawe su cui abbiamo discusso, il ritorno di Lance e Furio avviene senza che per tali personaggi venga delineato un ruolo effettivo; le loro uniche funzioni, che sia l’introduzione a nuovi personaggi o qualche flashback, si esauriscono durante i singoli episodi in cui appaiono, dopodiché essi non vengono menzionati né fanno apparizioni fisiche in nessun’altra occasione.
Vi sono poi la backstory di Pikachu, semplicemente effimera dal momento che non arricchisce affatto il profilo del Pokémon Topo sviluppato per oltre vent’anni; la leggenda di Ho-Oh, un mero pretesto per ricordare il passato di Ash senza dare realmente peso allo stesso, sviluppandoci attorno una trama piuttosto generica; la rivelazione shock di Mr.Mime, Pokémon che è stato ufficialmente dichiarato in possesso di Ash, solo per poi venire immediatamente ridotto a un gag character in quanto non appartenente al team “attuale”; e infine, qualche episodio dalla trama semplicemente non troppo impegnata.

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Al di fuori della generazione corrente gli episodi di JN non mostrano una qualità sempre costante, rivelandosi al limite del fanservice e spesso con l’unica intenzione di introdurre l’anime ad un pubblico poco informato – verrebbe da chiedersi perché inventarsi l’idea del giro del mondo anziché rimanere fedeli alle tradizioni.

Per fortuna ci riferiamo a cose che si verificano in gran parte durante la fase introduttiva dell’anime, e molti di essi potrebbero venire risolti in base a quanto accadrà in futuro.
Altro aspetto da segnalare è la presenza “non costante” di Galar. Nonostante quanto riportato sopra, rimane un dato di fatto che la scelta compiuta dall’anime influenza negativamente la presentazione di SpSc per certi versi: nel giro di quaranta puntate sono stati mostrati soltanto due Pokémon iniziali su tre (approccio decisamente bizzarro alle creature generalmente “simbolo” della loro Generazione), e in generale le Lotte Dynamax, tecnicamente la novità di maggiore importanza nei titoli per Nintendo Switch, risultano essere piuttosto rare e difficilmente riescono ad imporsi sulla scena in maniera definita.
Tuttavia, il principale problema riscontrabile sta nella natura estremamente autoconclusiva della serie. In un’intervista rilasciata tempo fa da Animedia, venne spiegata l’intenzione di sviluppare una serie priva di molti archi narrativi o storie divise in due puntate di fila; questo perché l’anime andava in onda la domenica, giorno in cui la televisione non viene vista da molti e quindi ci si può confrontare con un pubblico prevalentemente casual: persone che non guardano la serie con costanza, e che dunque si troverebbero in difficoltà qualora si sintonizzasero su Tv Tokyo assistendo frequentemente ad episodi collegati l’uno al seguente, o dove avvengono riferimenti a più puntate.
Perciò si è giunti alla conclusione di realizzare prevalentemente episodi autoconclusivi, la cui trama inizia e finisce entro 20 minuti senza mai aprire spiragli sulle puntate immediatamente successive. Ciò risulta tuttavia problematico, perché conferisce alla saga un andamento piatto e formulato: non è che l’anime non sviluppi precise storylines tra puntate diverse e separate (come del resto è sempre accaduto), ma la mancanza di riferimenti a quanto accade qui e lì, l’assenza di continuità tra le puntate unita al variare sporadico dell’ambientazione conferisce l’impressione che ogni evento maggiore sia a sé stante, come se non venisse seguita una direzione specifica e non ci si focalizzi abbastanza sugli elementi maggiori; per quanto siamo ovviamente in disaccordo con tali critiche, non possiamo comunque ignorare i difetti di una simile strutturazione.
Probabilmente è a ragione delle critiche che, a partire dal 9 ottobre, la trasmissione di Esplorazioni Pokémon è stata spostata al venerdì: è possibile che cambiamenti nel palinsesto porteranno a miglioramenti nella strutturazione della serie, e guarda caso, la cosa è accaduta appena due settimane prima l’Arco della Notte Oscura.

In ogni caso, sebbene non perfetta, la trama di JN risulta solida per la maggior parte: capace di riprendere la narrativa e gli elementi dei titoli originali restando fedele ai suoi principi, allo stesso modo dimostra la propria maestria nel creare qualcosa di imprevedibile, originale e intrattenevole, scavando sino al fulcro del brand.

Ash, Goh e Chloe. La forza del franchise sotto diverse prospettive

Se la serie scava sino al fulcro del brand, è d’obbligo spendere qualche parola sui due protagonisti principali e sul personaggio secondario di maggior rilievo.

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Al termine di SL il protagonista di Biancavilla decide di mettersi in viaggio per vedere il mondo, ovvio foreshadowing che ci porta alla scelta di diventare un Collaboratore di Ricerca per il Professor Cerasa. Essendo Espolorazioni Pokémon il sequel della settima generazione, le varie puntate mostrano un atteggiamento dell’Allenatore che ricalca fortemente la mentalità da lui acquisita negli anni e per molti aspetti affontata all’interno del nostro Talk sulla sua evoluzione: Ash è curioso di scoprire qualunque sia la località da visitare, non per le sfide che potrebbe sostenere ma per la bellezza dei luoghi e i Pokémon da incontrare; anche in seguito alla decisione di affrontare Dandel, che lo porta a dover sfidare numerosi avversari, continua a rilassarsi ed apprezza quel che sperimenta anziché dirigersi impazientemente verso il prossimo obiettivo.
Senza troppe forzature l’esempio maggiore si ha probabilmente con la prima visita a Galar, dove egli si è concentrato unicamente sull’esplorare le Terre Selvagge e scoprire il Dynamax, invece di catturare Pokémon mai visti o di cercare Allenatori con cui lottare; questo suo approccio ad una nuova regione si sposa molto bene con la sua crescita a Kalos e Alola, dove imparò a non andare continuamente dritto all’obiettivo e a prendersi del tempo per apprezzare l’ambiente circostante.

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Sebbene a prima vista possa sembrare che il punto della sua caratterizzazione sia unicamente mostrare quanto egli è maturato nel tempo (il ché rimane comunque corretto e degno di nota), il discorso acquisisce un ulteriore significato prendendo in esame l’episodio “Andate verso i vostri sogni! Ash e Goh!”.
Ventesima puntata dell’anime, essa vede entrambi i protagonisti principali fare da guide ad un gruppo di bambini ed insegnando loro il più possibile riguardo ai Pokémon. Nel caso di Ash, questi finisce per lottare contro un partecipante al Torneo Mondiale dell’Incoronazione, ed è a seguito della vittoria che pronuncia tali parole:
“Io credo che lottare ti aiuti a conoscere meglio i Pokémon, e ad avvicinarti di più ad essi. È per questo che lotto”.

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Una frase singola, ma sufficiente (unita a tutto il resto) ad esprimere la profondità con cui il protagonista è stato scritto nella nuova serie. Oltre ad una propria visione delle cose sviluppata nel corso dei propri viaggi, l’Allenatore di Biancavilla viene raffigurato quale un individuo che vede una certa ricchezza di contenuti in merito al Mondo Pokémon; che si tratti del semplice desiderio di crescere nell’ambiente delle lotte, di studiare creature tascabili e regioni in quanto il suo nuovo lavoro, o di interagire con altre persone, egli desidera scoprire sempre più cose guardando a quel che lo circonda con maggiore profondità, non soffermandosi soltanto sui significati più basilari e superficiali.
Ash simboleggerebbe così l’audience dei veterani in una maniera molto interessante. Se l’obiettivo dell’anime è mostrare i punti di forza del brand Pokémon, egli appare vicino a quella parte del fandom interessata alla complessità dei mostriciattoli tascabili, tra gioco competitivo e discussioni/analisi su svariati argomenti.
Tutto ciò confluisce nel suo percorso, la storia di una persona con il desiderio di viaggiare per scoprire cosa il mondo ha da offrire. Vedere con i propri occhi la bellezza di certi posti e trovare nuove strade per superare sé stesso, arrivando a conoscere luoghi e persone che aprono i suoi occhi a realtà inesplorate, oppure gli permettono di tornare sui suoi passi e riflettere maggiormente – che si tratti del fenomeno Dynamax, del Torneo Mondiale per l’Incoronazione o di rivedere stile e strategie di lotta una volta fatta la conoscenza di Fabia.

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Il suo personaggio costituisce senza dubbio uno degli argomenti più dibattuti in tutta la serie. C’è chi lo apprezza molto, chi vede alcuni problemi nella sua costruzione e chi addittura non se lo fa piacere senza cognizione di causa.
Ma quasi tutte le critiche sono legate ad un unico aspetto, ossia quel che rappresenta. Goh trae fortemente ispirazione dall’applicazione di Niantic, Pokémon GO, e dallo spin-off “Pokémon: Let’s Go, Pikachu!/Eevee!”; il suo sogno, catturare ogni Pokémon sul pianeta per raggiungere Mew, viene condotto in quasi ogni puntata attraverso il medesimo sistema: egli incontra una creatura tascabile, lancia la Ball e questa viene presa immediatamente, dopodiché i dati vengono registrati nel Pokédex.
Il primo problema a sorgere è come l’obiettivo viene portato avanti in una maniera che semplicemente non lo rende interessante. L’Allenatore di Aranciopoli compie alcune catture avvincenti (a volte precedute da lotte), ma si tratta di momenti rarissimi in mezzo a decine di situazioni totalmente casuali, dove egli acchiappa da tre a sei Pokémon alla volta; criticatissimo, ad esempio, è l’episodio “Tornerò a inseguire Mew!”, nel quale finisce per mettere mano su dodici creature tascabili diverse.

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Non è d’aiuto neanche il fatto che egli venga visto acciuffare almeno un Pokémon durante letteralmente ogni puntata, includendo filler ed episodi incentrati prevalentemente su Ash, poiché si tratta di contesti nei quali l’occhio dello spettatore si sofferma su ben altro.
Il lato maggiormente negativo, tuttavia, consiste più che altro nel significato che l’anime cerca di attribuire alla caratterizzazione di Goh. Durante il sopracitato “Andate verso i vostri sogni! Ash e Goh!”, il co-protagonista dichiara come, dal proprio punto di vista, catturare Pokémon gli consenta di avvicinarsi ad essi e comprenderli meglio; lo scopo di tale affermazione è ovviamente creare un parallelismo con Ash, sottolineando così le differenti visioni del mondo in possesso dei protagonisti, ma a differenza dei momenti in cui ciò si traduce nel contrasto tra analisi e passione, qui vi è un evidente forzatura: in che modo catturare più mostriciattoli di fila, senza preoccuparsi di nulla se non lanciare una Poké Ball, consentirebbe a Goh di comprendere gli stessi?
La cosa può avere senso inserendo i pensieri del personaggio nell’ottica di un giocatore collezionista le cui opinioni valgono quanto quelle di un giocatore competitivo, e sicuramente l’intenzione degli autori vuole essere questa, ma ciò non toglie che vi sono diverse contraddizioni. La serie animata fa del suo meglio per mostrare quanto Goh tenga ai Pokémon e quanto creda davvero in quel che dice, eppure tale proposito si scontra con la presentazione povera del suo obiettivo: ci sono momenti dove lo vediamo farsi in quattro per ottenere una creatura tascabile, anche arrivando a cimentarsi in lotte difficili, oppure dove viene mostrato legare con i Pokémon al Laboratorio Cerasa e prendersene cura; tuttavia, per ognuna di queste scene (piuttosto poco frequenti, tra l’altro) abbiamo cento situazioni dove il protagonista agisce in maniera completamente opposta: appare un Pokémon, egli lo cattura, talvolta passa al successivo e non vediamo più nessuno degli esemplari acchiappati se non durante alcuni camei o specifiche situazioni.

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Un pattern che impedisce anche solamente di studiare più da vicino le creature tascabili, oltre che legare facilmente con loro, e che quindi ben poco si sposerebbe sia con la comprensione a cui ambisce il protagonista, sia con il suo stesso affetto per essi.
In conclusione, se arrivare a detestare un protagonista principale soltanto per un aspetto del suo personaggio costituisce un’esagerazione, al tempo stesso non possiamo mentire dicendo di avere di fronte un esperimento del tutto riuscito. Goh cade purtroppo in una contraddizione di sé stesso, tra messaggi che in teoria dovrebbero essere comunicati e cosa effettivamente accade su schermo.

Vedendo il bicchiere mezzo pieno, la strada intrapresa da Goh per raggiungere Mew è comunque un dettaglio minore del personaggio, il ché ci porta al suo sviluppo.
Goh viene introdotto come una persona molto più logica e riflessiva di Ash, ma al tempo stesso si rivela essere determinato, dalle grandi ambizioni e appassionato di Pokémon tanto quanto lui; tutto ciò porta alla dinamica già affrontata nel primo paragrafo e contemporaneamente gli dona un certo multilateralismo, ma giunge con un effetto collaterale: non è interessato a conoscere altra gente.
Come spiegato nel primissimo episodio, il co-protagonista di Esplorazioni Pokémon è talmente fissato sul catturare e conoscere Pokémon, sullo studiare libri e informazioni disparate in merito ad essi, da non considerare neppure lontanamente l’idea di farsi degli amici; successivamente apprendiamo attraverso altre puntate come la vita sembra averlo condotto sempre di più su questa strada: i suoi genitori non ebbero mai tempo per stare con lui, non potendo quindi insegnargli a socializzare e lasciandolo continuamente da solo, e l’unica volta che fece amicizia con un coetaneo, a causa di un malinteso i due non si vedettero mai più.

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Persino nel caso di Cloe, la sua unica vera amica d’infanzia, potrebbe essere stato lasciato intendere che le cose non siano andate spontaneamente, in quanto il bambino passava tempo soprattutto ad ammirare il lavoro del Professor Cerasa.
Ecco la ragione per cui l’incontro con Ash segna una svolta nella sua vita. Dopo anni passati senza relazionarsi con nessuno, questa è la prima volta che Goh riesce a legare permanentemente con qualcuno attraverso la passione per i mostriciattoli tascabili.

Mentre queste sono le caratteristiche del personaggio più note alla community, è tuttavia sottovalutato come l’inettudine sociale di Goh viene condotta con estremo realismo: seppur non sia propriamente un individuo introverso, né si dimostra poco socievole, egli svela atteggiamenti indubbiamente riconducibili alla sua scarsa esperienza nei rapporti umani.
Esempio perfetto è l’episodio “La misteriosa torre degli Ivysaur!”, dove lui e Ash hanno un battibecco riguardo ad aiutare o meno un Ivysaur selvatico che non riesce ad oltrepassare un muro.

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Goh: “È un errore cercare di aiutare chiunque! Se un Pokémon non riesce a tirarsi fuori dai guai da solo, fine della storia!”.
Ash: “Cosa intendi con “fine della storia?”.
Goh: “Se lo aiutassimo, lo priveremmo della sua forza di vivere!”.
Ash: “Non ha alcun senso! Se voglio aiutare qualcuno, lo farò!”.
Goh: “Aiutare qualcuno solo per capriccio, perché pensi questi sia carino o ti senta male per lui, è soltanto presunzione umana!”.
Ash: “Non mi interessa se è presunzione o quello che ti pare, io lo aiuto!”.
In seguito l’Allenatore di Aranciopoli riuscirà a comprendere meglio l’altro Collaboratore di Ricerca, ma ciò non toglie come questa sia molto più che una semplice discussione. Fermamente convinto che i Pokémon debbano essere lasciati a sé stessi perché posseggono una loro integrità, e trovandosi perciò in disaccordo con l’altruismo del protagonista, Goh ha contestato ogni parola credendo che questo abbia potuto influire sulla loro amicizia appena instaurata. A partire dalla fine dello stesso episodio, tale caratteristica inizia a scomparire abbastanza presto durante la serie soprattutto per merito di Ash, dimostrando una piccola maturazione.

Altra attitudine da segnalare è mostrata in “La Coppa Flauto è servita!”.
Qui Goh affronta la sua prima sconfitta in una Lotta Pokémon, e l’imbararazzo è tale da spingerlo a scappare via. Oltre che una seconda dimostrazione di come egli non sappia reggere il confronto (quantomeno in una certa misura), quest’evento intende evidenziare come l’inesperienza di una persona nell’interagire con gli altri possa portare la stessa a fraintendimenti, reazioni esagerate e senso di pressione: Goh ha modo di conoscere l’avversario Hermes prima che l’incontro cominci, e fin da subito sviluppa astio nei suoi confronti perché interpreta alcuni commenti come sprezzanti prese in giro; la cosa, aggiunta alla consapevolezza di aver perso perché incapace nelle lotte e di essersi trovato in un ambiente sconosciuto, gli ha messo molta ansia addosso con il risultato che si è sentito estremamente umiliato.
Non comprendendo come funzionano determinati contesti in cui si trova con altre persone, egli prende in maniera fin troppo pessimistica quel che gli succede. Volendo aprire una parentesi di approfondimento, a riprova della complessità di Goh la medesima interpretazione può essere usata per definire l’introversione da lui mostrata nella regione di Alola: laddove il personaggio non ha difficoltà a conversare con altre persone se si tratta di situazioni quotidiane o comunque di confronti brevi, questo è il primo caso dove viene “costretto” a chiacchierare a lungo con un gruppo di amici che con conosce; viene invitato senza nessun preavviso ad una festa in cui tantissimi estranei lo trattano con estroversione, e similmente al caso della Coppa Flauto finisce per reagire esageratamente e provare ansia.

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Dal momento che siamo in tema, affrontiamo inoltre l’argomento delle Lotte, utilizzate in maniera molto interessante all’interno del suo arco di maturazione. Nonostante quanto successo, Goh assisterà comunque alla lotta finale di Ash e ciò cambierà in meglio le sue opinioni; non comincierà a lottare con foga e costanza, ma lentamente l’anime mostra come egli sviluppi un proprio interesse, finisca per emozionarsi di fronte agli scontri di Ash e, soprattutto, cambi leggermente carattere divenendo poco a poco più emotivo e passionale – dentro e fuori dalle battaglie.

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Infine, Goh fa fatica a comprendere i sentimenti altrui, tratto caratteriale che fa da motore di partenza della storia in “Addio, Raboot!”. Recentemente evolutosi, il Pokémon Coniglio assunse un atteggiamento molto più chiuso ed apparentemente freddo verso il ragazzo di Aranciopoli, facendogli sviluppare svariate insicurezze.
Emozioni e pensieri di Goh mutano con costanza durante l’episodio, da un iniziale fastidio nei confronti di ciò che ritiene essere arroganza, a preoccupazioni e diversi dubbi tra l’essersi comportato bene con lui, o forse averlo davvero ferito al punto che questi preferisce ignorarlo; il protagonista arriva persino a decidere di lasciarlo andare perché possa essere felice, ma è nella scena finale, un piccolo sorriso spuntante da sotto la pelliccia, che il protagonista ha finalmente una risposta: Raboot non è disobbediente né serba rancore, ma soltanto introverso, ed è quindi ancora leale al proprio Allenatore sebbene non mostri le proprie emozioni in maniera diretta.
Goh dimostra dunque immaturità ed inesperienza in ambito sociale, tali da sospettare che un amico lo odi soltanto perché non sembra più tanto emotivo. Ma superato il malinteso, capisce che il cambiamento è in realtà molto più piccolo, e che se i due sono veramente amici, può convivere con esso ed accettarlo.

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Vi sono altri dettagli di cui potremo discutere, ma ci siamo concentrati su quanto è stato maggiormente sviluppato durante la prima fase della serie. Per chiudere il discorso, Goh ai nostri occhi appare un personaggio riuscito e molto ben scritto per la maggior parte, nonostante diverse incoerenze con il suo obbiettivo a lungo termine, che traccia una storia dai temi audaci e forti; individuo tridimensionale, dotato di un profondo spessore emotivo e psicologico, ci aspettiamo che continui a venire sviluppato sotto gli aspetti già trattati.

Cloe Cerasa

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Se Ash e Goh rappresentano due categorie distinte di giocatori, Cloe può essere vista quale l’amica del giocatore. Fin dalle primissime battute, la bambina si differenzia drasticamente dai personaggi precedentemente analizzati per via di un carattere distaccato e soprattutto di una vita scolastica realistica e lontana dai cliché del Mondo Pokémon.
Tali caratteristiche però non la rendono diversa soltanto da Ash e Goh, in quanto la prima puntata a lei dedicata, “Migliori amici, peggior incubo!”, dimostra diversi scenari in mezzo a famiglia e scuola: nei confonti del lavoro di suo padre, ad esempio, lei è piuttosto disinteressata, mentre in classe molti suoi compagni danno per scontato che sia già un’Allenatrice; e nei confronti dei mostriciattoli tascabili, ella agisce sempre in modo distaccato: l’unico a stare al suo fianco sembra essere uno Yamper in possesso del padre, visibilmente affezionatole nonostante lei non sembri curarsene troppo.
Il punto del personaggio di Cloe Cerasa risulta essere semplice, e contemporaneamente molto innovativo: discutere di vita reale.
Cloe non apprezza i Pokémon, eppure non li odia nemmeno. È una persona che crescendo ha (presumibilmente) sviluppato degli interessi diversi, che ha deciso di vivere in una maniera molto più ordinaria rispetto ai suoi coetanei e si è concentrata sull’andare a scuola per costruirsi un futuro; ciò ci porta alla madre, la quale condivide molti aspetti di tale mentalità essendo di professione un’illustratrice.
Una piccola ma focale parte della puntata è incentrata su un dialogo tra le due: un dialogo totalmente estraneo al Mondo Pokémon, che esplora con estremo realismo il disagio di Cloe verso i pregiudizi dei suoi compagni e l’importanza di dare tempo al tempo nel decidere il proprio obbiettivo da adulta.

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Come per Goh, ci troviamo di fronte a una storia che non parla (soltanto) di mostriciattoli tascabili, ma li sfrutta per affrontare temi inusuali e più maturi – aprendo una piccola parentesi, il fatto che la serie si affacci alla quotidianità delle persone al di fuori dei Pokémon contribuisce inoltre ad ampliare il summenzionato senso di Worldbuilding.
E discutendo di tale storia più nello specifico, volgiamo allo sviluppo del personaggio. La principale critica rivolta a Cloe la ritrarrebbe quale una figura piatta, che non viene costruita quasi per nulla anche a causa dell’assenza di momenti significativi su schermo, ma noi siamo in forte disaccordo; a onor del vero, in quanto figura di supporto, Cloe non fa molte apparizioni entro i primi 40 episodi, ciononostante ogni puntata a lei dedicata esplora il suo approccio ai mostriciattoli tascabili da più punti di vista:
• l’episodio finora trattato, oltre ad introdurci al suo ambiente quotidiano, offre un primo sguardo sul rapporto tra lei e Yamper;

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• in JN29 Cloe e la sua famiglia si prendono cura di un Pidove ferito, il ché la porta ad affezionarsi allo stesso e a capire maggiormente i sentimenti di Yamper, giungendo alla comprensione di quanto Pokémon e uomini possano legarsi gli uni agli altri;

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• in JN31, tramite la vicenda di un Feebas ed una bambina, viene mostrato cosa i Pokémon possano significare per le persone e come si condividano a volte i medesimi desideri, toccando il tema della bellezza interiore;

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• durante la visita presso il Museo di Plumbeopoli, in JN38, il personaggio ha modo di scoprire il fascino del mistero dietro ai fossili, oltre che come il legame tra umani e mostriciattoli tascabili possa trascendere il tempo.

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Un percorso ben delineato, incentrato sull’imparare ad apprezzare i Pokémon per motivi diversi rispetto a lotte ed avventure, guardandoli da lontano mentre vive la sua vita. Per questo definiamo Cloe “l’amica del giocatore”.

I tre personaggi, pur attraverso molti cliché narrativi a cui Pokémon ci ha spesso abituati (percorso a tappe, allevamento, lotte e via dicendo), riescono a trattare temi estremamente profondi e insoliti quali la scoperta del mondo, la socializzazione e la vita reale. Inoltre, rappresenterebbero differenti aspetti e concezioni del franchise Pokémon: Ash mostra una visione ampia di esso, spaziando ogni angolo nella sua interezza; Goh è legato al tema della connessione e allo stringere rapporti; e infine Cloe offre un’opinione alternativa, lontana dalle caratteristiche che saltano facilmente all’occhio e fondata su dettagli minori.

Un cast secondario non troppo eterogeneo

Se nel bene e nel male il trio principale risulta dotato di un certo spessore, dall’altro lato della moneta non sembra possibile dire lo stesso per il cast di supporto.
Partendo ad esempio da Cerasa, l’aspetto maggiormente di punta del suo personaggio è probabilmente il desiderio di conoscere il Mondo Pokémon, e contemporaneamente permettere ad altri di fare lo stesso. Una delle sue primissime battute è infatti il motto “Conoscere i Pokémon significa conoscere il mondo”, e nel corso della serie lo vediamo permettere ai protagonisti di spostarsi non solo per proseguire le loro ricerche, ma anche al semplice scopo di soddisfare piccoli obbiettivi personali e comprendere maggiormente ciò che li circonda (è il caso del viaggio alla scoperta di Ho-oh, del Battle Festival di Kalos e così via); ciò denota una grande passione per le creature tascabili, che spera possa essere condivisa da altre persone ed incentivarle a viaggiare.

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Detto questo, il Professore di Aranciopoli soffre di una caratterizzazione prevalentemente piatta e banale, apparendo il più delle volte quale un ricercatore dedito al suo lavoro e nient’altro; nemmeno il suo rapporto con la figlia è stato tanto esplorato, e in linea generale sembra non siano previsti piani per svilupparlo granché – almeno al momento.
Vi sono pure Ren e Chrysa, presentati quali assistenti di Cerasa e il cui profilo caratteriale non si allontana minimamente da tale premessa.

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In merito ai Pokémon, il problema principale risulta essere come escludendo Pikachu, Lucario e Cinderace, le creature tascabili vengono spesso messe in panchina: alcuni, come il summenzionato Yamper, vengono sfruttati quasi unicamente come elemento comico o di sviluppo (comic relief e development device) senza alcuna profondità, mentre gran parte della squadra di Ash rimane ben presto nell’ombra dagli allenamenti e dalle lotte di Riolu e Pikachu, talvolta non facendo nemmeno delle apparizioni fisiche e limitandosi a qualche cameo.
Volendo porgere l’altra guancia, la scelta di mettere sotto i riflettori certi Pokémon è giustificabile considerando la loro contestualizzazione. “Esplorazioni Pokémon” delinea fin dall’inizio ruoli speciali per questi mostriciattoli tascabili, ed essi vengono pure mostrati nei vari poster pubblicati come personaggi fondamentali all’interno delle storie dei protagonisti: escludendo Raboot poiché ne abbiamo già parlato, Pikachu condivide ad esempio il desiderio di raggiungere la Classe Master per sconfiggere il Charizard di Dandel, Lucario ha mostrato sin da Riolu una connessione profonda con Ash grazie alla propria Aura – e sembra potrebbe avere un ruolo chiave nella rivalità tra il protagonista e Fabia, come discusso in precedenti articoli.

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In tale ottica, perciò, possiamo quantomeno riconoscere le ragioni dietro alla mancanza di screentime e tridimensionalità dei personaggi Pokémon secondari, comprendendo la necessità di uno sviluppo costante di quelli principali.

Il Torneo Mondiale per l’Incoronazione, altresì Pokémon World Championships

Parentesi su storia e personaggi completata, spostiamo il nostro sguardo su una delle principali introduzioni della serie. Come spiegato il “Pokémon World Championships” (abbreviato PWC e noto in Italia con l’adattamento “Torneo Mondiale per l’Incoronazione”) è una competizione creata per una semplice questione di coerenza, cercando di venire incontro al nuovo status di Campione del protagonista principale.
All’interno di questo paragrafo vogliamo sfatare un dubbio che ancora rimane al riguardo: se l’anime non introduce la Coppa Campione, può comunque seguire una direzione non dissimile dal gioco?
La nostra risposta è affermativa: probabilmente, nell’ottica di quanto spiegato finora sulla fedeltà di “Pokémon Jorneys”, il PWC costituisce una vera e propria gemma.
Nel corso dell’avventura in Pokémon Spada e Scudo, siamo stati introdotti ad una contestualizzazione “sportiva” delle Lotte Pokémon, veri e propri spettacoli da trasmettere in televisione attraverso il Drone Rotom e a cui assistere dentro gli Stadi. Ciò costituisce già il primo collegamento con quanto presentato dalla serie animata: sebbene non necessariamente all’interno degli Stadi, le lotte sono sempre arbitrate da un Drone Rotom, e nonostante l’assenza degli Stadi le più importanti sono comunque avvenute in luoghi ampi quali Palestre, strutture specifiche e persino all’interno di eventi sfarzosi come il “Battle Festival” nella regione di Kalos.

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Le affinità con i titoli per Nintendo Switch proseguono dando uno sguardo al regolamento della competizione. Coloro che si iscrivono per la prima volta entrano a far parte degli oltre 10.000 Allenatori costituenti la Classe Normale, e a quel punto, più lotte vincono più possono salire di posizione nella classifica raggiungendo le Classi Mega, Ultra e Master; alla fine della stagione annuale, gli otto Allenatori che hanno raggiunto la Classe Master finiscono per affrontarsi in un torneo presso lo Stadio di Goalwick, al termine del quale il più forte al mondo viene decretato con il titolo di “Monarca”.
La distinzione attraverso le varie Classi è la medesima presente nella Torre Lotta e nello Stadio Lotta; la parola “Monarca” richiama la cultura regale di Galar; e il concept di un torneo ad eliminazione diretta tra otto partecipanti possiede palesemente lo scopo di mimare la Finale della Coppa Campione, che come spiegato non potrà avvenire normalmente per motivi di logica narrativa.

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Infine, ciò che forse merita più attenzione è il modo in cui viene resa la tematica dello sport. La definizione di “competizione sportiva” prevede che determinate gare, oltre ad avvenire su un campo e di fronte a tante persone, vengano soprattutto disputate tra rivali, tra individui legati da un rapporto di uguaglianza; nei giochi, ciononostante, la cosa non accade: a conti fatti le Lotte in Palestra non svolgono un ruolo troppo diverso da quanto visto nei giochi precedenti, né il rapporto tra Giocatore e Capopalestra si può definire paritario siccome il secondo funge da ostacolo per il primo.
Contrariamente, Il Torneo Mondiale per l’Incoronazione mette tutti i partecipanti sullo stesso piano assegnandoli alla Classe Normale una volta iscritti, e stabilisce come i match differiscano profondamente dalle Lotte in Palesta tradizionali: Allenatori quali Ornella e Vania, che di norma assegnano Medaglie a chi le sconfigge, si cimentano in questi scontri senza mettere alla prova nessuno; e a prescindere da quanto siano abili, dalla loro posizione in classifica o da quanti riconoscimenti potrebbero aver mai ottenuto, gli Allenatori appartenenti stessa Classe si affrontano secondo le medesime regole, salendo se vincono o scendendo se perdono.
Analogamente ad altri aspetti della serie precedentemente discussi, ci troviamo di fronte ad un concept che nasce basandosi fortemente sulle tematiche di SpSc, riuscendo persino a esprimere le stesse in maniera migliore dei videogiochi: per mezzo del sistema di ranking, il feeling di rivalità sportiva risulta visibile e concreto.

E dal momento che siamo in tema, è il caso di scendere più nel dettaglio riguardo l’aspetto delle battaglie. Escludendo “Dandel VS Laburno” (tutto sommato decente, ma nulla di particolarmente impressionante) e gli scontri avvenuti contro comparse e figure minori, in linea generale le Lotte del Pokémon World Championships mostrano una qualità costante: le coreografie risultano per la maggior parte ottime, tra tattiche ben congegnate, sequenze di pura azione ad esse alternate ed un eccellente comparto tecnico a completare il tutto.
A partire dall’episodio “Scontro tra titani!”, ogni maggiore battaglia si caratterizza per almeno una sequenza, se non un intero match, eseguito con estrema cura:
1) “Lance VS Dandel”, un continuo botta e risposta tra la combo “Dragondanza + Idrondata” di Gyarados, l’inaspettato Tuonopugno ravvicinato di Charizard e altre mosse vistose;
2) “Ash VS Vania”, dove possiamo assistere ad un acceso debutto in battaglia di Gengar e ad un’interessante tattica che sfutta il Magnetascesa di Electrode;
3) “Ash VS Ornella”, nonostante una conclusione abbastanza accelerata e inverosimile, mostra uno spettacolare combattimento tra Dragonite e Mega-Lucario;
4) “Ash VS Fabia” (Round 1), che coinvolge Riolu e Grapploct in un duello violento e drammatico;
5) E infine “Ash VS Fabia” (Round 2), dove il protagonista torna in carreggiata grazie a sorprendenti strategie da parte di Pikachu e Riolu.

Estremamente soddisfacenti, le Lotte Pokémon si riconfermano come sempre uno dei fiori all’occhiello in ogni generazione.

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Dynamax. Sì o no?

Avendo esaminato pregi, difetti ed innovazioni generali della serie, è arrivato il momento di concludere la retrospettiva parlando di uno dei punti maggiormente controversi: il Dynamax.
La nostra prima critica in merito a come la serie animata abbia adattato tale meccanica risiede nella sua contestualizzazione. Come ormai dovremmo essere tutti a conoscenza, nei videogiochi originali Eternatus sprofondò sottoterra 20.000 anni fa e la sua energia dal sottosuolo si diffuse in tutta Galar, divenendo la causa ultima del processo di “dynamaxizzazione” dei mostriciattoli tascabili; detto questo, nella serie animata possiamo vedere il Pokémon leggendario volare in mezzo alle nuvole, lasciando intendere che non è mai stato imprigionato precedentemente agli eventi della Notte Oscura: ciononostante, Punti Energetici e particelle Galar funzionano perfettamente, innescando Dynamax e Gigamax con Pokémon quali Snorlax, Drednaw e persino il Pikachu di Ash.
Sebbene la serie animata sia nota per prendere le proprie distanze dai titoli originali, quello della la lore è indubbiamente un aspetto al quale bisogna restare fedeli, creando una storia comprensibile per il pubblico indipendentemente dalla conoscenza di questi sul materiale di partenza. Ecco perché una differenza tanto grave tra videogioco e anime non può essere trascurata: non è chiaro il passaggio logico tra Eternatus in cielo e sotto il possesso di Rose, e soprattutto, nella mente di coloro che hanno giocato ai videogiochi s’insinuano diversi quesiti riguardo la diffusione dell’energia Dynamax e delle particelle Galar.

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Se tuttavia si può perdonare tale mancanza considerato come l’arco della Notte Oscura, in fin dei conti, abbia seguito una direzione precisa senza altri tipi di intoppi, e tenendo in considerazione un finale aperto che lascia sperare in chiarimenti futuri, ben differente e più problematico risulta essere il caso delle Lotte Dynamax all’interno degli Stadi.
Come accennato all’interno del primo paragrafo, entro una cinquantina di puntate sono piuttosto poche le battaglie a cui abbiamo potuto assistere. Ne distinguiamo precisamente cinque, tra le quali, tuttavia, due presentano una mera funzione introduttiva ed una terza viene eseguita di fretta poiché non rilevante ai fini della trama; in definitiva, mancano perciò di una certa cura nei dettagli, cosicché le uniche “vere” Lotte Dynamax definibili tali, gli unici casi nell’arco di un’intero anno in cui si fa un utilizzo proprio della meccanica di ottava generazione, appaiono essere “Lance VS Dandel” e “Dandel VS Laburno”.

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E al di là di tale paradosso, il vero problema riguardo a queste battaglie risiede nella loro durata, semplicemente troppo corta. Il primo dei due scontri rivela un grande potenziale strategico grazie agli effetti delle mosse, tra Charizard che utilizza Dynajet allo scopo di schivare Dynattacco mentre colpisce l’avversario, o Gyarados che evita di subire il colpo con Dynabarriera; eppure, il match è lungo a malapena la metà rispetto alla fase precedente della lotta, che in teoria dovrebbe costituire solo l’antipasto ma si rivela più saporita rispetto al piatto principale.

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Per quel che concerne Dandel e Laburno, la sproporzione tra le due fasi del combattimento appare ancora più elevata: entro soltanto un minuto d’orologio, Duraludon e Charizard si lanciano un paio d’attacchi a vicenda ed il primo va al tappeto nel momento in cui Fuoco e Acciaio si scontrano; sul lato opposto dello spettro, il testa a testa dei due Pokémon nelle loro forme normali dura invece il doppio ed appare maggiormente definito sul piano tattico, mostrando gli Allenatori impegnati a contrastare l’uno le mosse dell’altro.
Si crea una situazione dove la Lotta Dynamax non soltanto è povera di contenuti, ma pure velocizzata eccessivamente.

Ad essere sinceri, non è difficile spiegare il perché di questa situazione. Per quanto possa essere strategico grazie alla moltitudine di mosse disponibili, il Dynamax è sostanzialmente un combattimento tra creature tascabili enormi, che da un punto di vista logico non possono muoversi agilmente sul campo: indipendentemente se su Switch o in TV, i Pokémon dynamaxizzati rimangono quindi sul posto a scambiarsi attacchi, e la cosa deve aver influenzato l’anime profondamente.
Per fare un paragone, in XY la Megaevoluzione veniva utilizzata similmente a Dynamax e Gigamax, con l’intenzione di mettere in scena l’atto conclusivo della lotta; tuttavia, la differenza è che da Megaevoluti i Pokémon presentano ancora una certa libertà di movimento e possono quindi cimentarsi in diverse coreografie, cosa impossibile con la meccanica di ottava generazione.

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È dunque palese come lo staff si sia trovato con le mani legate, e forse questo potrebbe essere un ulteriore motivo alla base del concept di JN: siccome gli autori vogliono prendersi del tempo per lavorare alle Lotte Dynamax, hanno preferito non relegare ambientazione e trama dell’anime unicamente a Galar.
Eppure, per quante spiegazioni logiche riusciamo a trovare, non possiamo evitare una certa sensazione di amaro in bocca. L’anime deve assolutamente trovare un modo per rendere le Lotte Dynamax soddisfacenti, per poterle inserire in una coreografia avvincente: l’intera scalata di Ash verso Dandel è partita attraverso l’introduzione di questa meccanica e l’ottenimento di un Polsino, proprio come Sun&Moon cominciò illustrando il fenomeno delle Mosse Z e donando al protagonista un Cerchio Z; la serie è destinata a concludersi dando spazio alla gigantificazione dei mostriciattoli tascabili, eppure la cosa non potrà avvenire per il verso giusto se gli scontri risultano piatti, velocizzati e in generale non riescono a esprimere appieno il proprio potenziale.
Infine, come se quanto finora spiegato non fosse sufficiente, al momento mancano alcune informazioni riguardo a dettagli generali di Dynamax e Gigamax. Per esempio, nell’anime esiste il Fattore Gigamax o i Pokémon in possesso di questa forma la raggiungono automaticamente? Il limite di tempo entro il quale un Pokémon può restare gigante è anche qui limitato a 3 turni, ossia 3 scambi di mosse a testa?
E non dimentichiamoci di come, nonostante il Pikachu di Ash abbia ottenuto accesso al Gigamax e sembri necessitare di allenamento per padroneggiarlo al meglio, la cosa al momento sembra essere stata archiviata.

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Come detto all’inizio, il Dynamax costituisce senza dubbio uno degli aspetti piu controversi dell’anime. Non abbiamo idea di come potra essere migliorato in futuro, ma tra dettagli privi di spiegazioni e problemi palesi nell’adattarlo ad un sistema di lotta differente da quello videoludico, la situazione attuale non sembra affatto essere delle migliori.

Esplorazioni Pokémon: considerazioni finali

Giungiamo al verdetto conclusivo: Esplorazioni Pokémon è una serie buona e fedele ai videogiochi come le altre, oppure l’esecuzione non è delle migliori?
Il nostro giudizio riguardo a questo primo anno di trasmissione si conferma positivo. I problemi maggiori derivano da come l’anime faccia troppo affidamento su episodi autoconclusivi dove l’ambientazione è spesso mutevole: ciò porta ad una sensazione di disorientamento, perché per quanto vadano a delinearsi le storie dei vari personaggi e un ruolo di punta per la generazione corrente, contemporaneamente si assiste a molteplici puntate strutturate come se fossero a sé stanti, con pochissimi casi di riferimenti e le cui trame differiscono molto le une dalle altre; inoltre, la frequenza saltuaria di Galar su schermo impedisce ai Pokémon e alla meccanica del Dynamax di venire approfonditi propriamente, e vi sono in linea generale diverse controversie in merito allo stesso Dynamax e a come alcune meccaniche di Pokémon GO siano state implementate nella serie attraverso uno dei protagonisti principali.
Ognuna di queste cose costituisce però solo una frazione di quanto effettivamente l’opera abbia offerto nel corso dell’anno: una volta passato oltre, lo spettatore noterà che la natura dell’anime mantenuta fino ad ora non è cambiata troppo nonostante una maggiore libertà creativa da parte degli autori; trama e personaggi continuano a basarsi fortemente sui videogiochi correnti, avanzando quasi unicamente per mezzo di mostriciattoli tascabili e figure ripresi da SpSc, e la saga trova modo di riflettere (implicitamente ed esplicitamente) caratteristiche e chiavi di lettura sviluppati da Game Freak nei titoli per Nintendo Switch – tra cui un dualismo tra i personaggi principali, assente nell’opera originale, che rispecchia il rapporto tra Spada e Scudo.
Un anime rappresentativo dei videogiochi, che non si limita a mostrarne personaggi e ambientazioni ma crea una storia volta a imitare quanto raccontato, seppur inedita.
In generale, poi, lo storytelling risulta interessante ed appetibile per i fan di lunga data: che si tratti di Ash e del suo cammino verso l’invincibile Dandel, della crescita di Goh nel comprendere i rapporti, o dell’approccio più realistico di Cloe alla vita, questa serie si rivela affascinante e per gran parte ben costruita, reggendosi su individui tridimensionali e temi più maturi.
Perciò, sebbene Esplorazioni Pokémon abbia osato e si sia mostrata non ortodossa per molti versi, riconosciamo una certa intraprendenza e delle ambizioni condotte piuttosto bene durante l’ufficiosa prima stagione. Consigliamo di seguire la serie facendo maggiore attenzione a quanto spiegato nel corso dell’elaborato, in modo da comprendere meglio direzione e stile della saga, e siamo curiosi di scoprire come pregi e difetti già affermati potranno migliorare ulteriormente nel 2021.

Se siete arrivati fino a qui vi ringraziamo immensamente per la lettura e vi invitiamo a commentare qui sotto se vorrete discutere sulla serie con noi!

Di David Z 99

Appassionato da sempre alla serie Pokémon, mi sono avvicinato ai giochi per la prima volta con Verde Foglia e da allora non ho mai smesso, né con i giochi, né con la serie animata. Oltre ai fumetto, l'animazione, il disegno, mi dedico anche alla scrittura: che siano storie, pensieri, o anche recensioni. Entrando nello staff di Pokémon Times ho intenzione di proseguire proprio per quest'ultima strada, per scambiare opinioni con quanti più fan possibili del nostro brand preferito.

17 pensiero su “[TALK] Un anno di Esplorazioni Pokémon: retrospettiva della serie”
  1. Ciao, Davide! Come va? Mi ha fatto piacere ritrovarti qualche tempo fa nei commenti di Facebook a parlare di anime in TV. E oggi (sorpresa!) commenterò la tua analisi di Esplorazioni, generazione che sta facendo come minimo molto discutere. Parlando in privato nei mesi scorsi con l'amico Dan (Fireforce XY), mi ha menzionato un paio di volte il tuo articolo, ed ero curioso di leggere e controbattere, ma non potevo vederlo per intero perché seguo gli episodi in italiano. Ma finalmente ho raggiunto il punto giusto: naturalmente commenterò senza saper nulla di ciò che accade dopo, quindi, se ti fa piacere, rispondimi fingendo di essere arrivato anche tu all'episodio 45, senza considerare nulla di successivo nei ragionamenti.

    Prima di iniziare: mi fa molto piacere che vi stiate avvicendando nella scrittura di articoli, aiutando il sito e alimentando la vostra passione per l'anime (anche in un momento, per me, di grande calo). Anche perché in questo periodo si parla moltissimo, con le live sui social, ma si scrive poco. A tal proposito, ti chiederò anche di scusarmi se su alcune domande che mi hai posto, anche molto tempo fa, non hai ricevuto mie risposte; come avrai intuito, ho sempre meno tempo da dedicare a questo lato della mia passione. In futuro cercherò di ritagliarmi altri momenti come questo, per tornare a discutere anche solo qualche volta dell'anime con voi o altri.

    Vorrei prima partire da una considerazione sulla scrittura, non sul contenuto. Spero che accetterai un consiglio da uno che, di articoli, ne mastica da parecchio tempo e ora li scrive per lavoro. Ti parlo da scrittore tanto (ma proprio tanto) prolisso: io scrivo SEMPRE troppo, ed essendone consapevole, nel tempo ho lavorato sul limare me stesso. Il mio consiglio è di provare un po' alla volta a fare lo stesso, ricontrollando i testi più lunghi per verificare se ci sono ripetizioni, paragrafi da accorpare, giri di parole, concetti simili, parti futili. Non è facile, ma alla lunga ti aiuta perché lo stesso concetto, se espresso con maggior sintesi, acquisisce un grande valore; come succede nel mondo della pubblicità (il mio attuale lavoro, che mi sta insegnando molto), i migliori slogan solo quelli che in tre parole dicono tutto. E poi considera questo: io sono ultra-appassionato e e ti leggerò, idem per Dan, ma magari un appassionato "medio", uno un po' più pigro, uno spettatore blando dell'anime che potresti attirare a leggere, verrebbero respinti dalla lunghezza. (Che non significa non scrivere di tutti gli argomenti, ma renderli più essenziali.)

    Detto ciò, per non smentirmi e perché siamo tra ultra-appassionati… Ti risponderò con un commento altrettanto lungo, senza trattenermi. (Bella roba penserai, dici una cosa e ne fai un'altra, eh? E hai ragione, ma siamo tra amici, e per stavolta, tanto vale darci libertà.)

    Direi che è abbastanza come introduzione. Cercherò di procedere in modo ordinato, cioè per argomenti, e di analizzare davvero tutto quello che hai analizzato tu, per rispondere a ogni singola cosa. Pronti, partenza, via!

     

    Una storia rappresentativa 1 – Scelta e obiettivi

    Il primo tema che affronto è la motivazione della struttura della serie, specie quella coinvolgente le lotte di Ash e la titolazione di campioni, di cui hai parlato nel secondo paragrafo. Quella che hai qui proposto è sì una ipotesi, ma non si può andare oltre questa definizione. Certo, ha narrativamente senso proporre una variazione sul viaggio di Ash dopo che ha vinto una Lega, perché magari gli si vogliono dare difficoltà diverse, o si vuole sottolineare la sua rinnovata forza alzando il livello di tutto il contesto; discorso differente sul potere, o non potere. La sua vittoria non impedisce la partecipazione a campionati simili in futuro, e questo lo sappiamo dall'anime stesso, con vari dettagli:

    • Una cosa del genere non è mai stata menzionata, quindi resta altamente ipotetica;
    • Non abbiamo mai avuto notizie di campioni di Lega che smettono di viaggiare o combattere (anche se sappiamo poco di loro, avrebbero magari menzionato il loro prossimo obiettivo);
    • Per quanto ne sappiamo, infatti, i campioni di Lega non hanno accesso immediato a qualche competizione superiore che gli renda poco utile fare altre leghe;
    • Essere campione di una Lega regionale non significa che lo sarai anche in un'altra;
    • Essere campione di una Lega non significa essere il più forte in generale (ci sono S4, Campioni, e ora anche il PWC), né essere più forte di altri campioni di Lega, né essere più forte di chi parteciperà alla stessa Lega l'anno dopo. Quindi in linea orientativa un allenatore, specialmente se giovane come Ash, ha ancora bisogno di viaggiare, lottare, conoscere e formarsi, e nulla gli impedisce di vivere altre regioni.

    Abbiamo già avuto momenti in cui l'anime non ha optato per il reset regionale dei Pokémon, ed erano sempre casi particolari come le Isole Orange o la Battle Frontier. Quei casi, come Esplorazioni stesso, ci stanno narrativamente, per dare della varietà.

    Per questo la tua spiegazione non mi convince, e in base alle nostre conoscenze dell'anime, non è applicabile. Sappiamo che Ash è uno "spirito libero", gli viene concessa la libertà di ricominciare con il solo Pikachu e allo stesso modo, quando l'ha voluto, gli è stata concessa la libertà di liberarsi da questo percorso per mantenere dei vecchi Pokémon, o molti, o riprenderne per alcune lotte. Per questo non mi oppongo alla scelta del PWC in sé (e neppure del vedere più regioni, cosa che all'8° generazione ci sta tutta): è una variazione narrativa che ogni tanto ci viene proposta, e va bene perché Ash ha libertà di parola.

     

    Una storia rappresentativa 2 – Aderenza ai giochi

    Per il tema della fedeltà, il mio dubbio non sta tanto nell'aderenza a Spada e Scudo… L'aderenza dell'anime ai giochi è libera, non è obbligatoria, quindi mi va bene tutto purché sia ben realizzato. Si vedano le Orange che non esistevano, la Battle Frontier che si prende tutta una saga e viene rielaborata, il ritorno in una vecchia regione che è stato sì al remake di Kanto ma no ai remake di Johto e Hoenn, le Isole Cristalline, ma anche Sole e Luna in cui il giro non era uguale. Diciamo che, finché la serie è bella, mi preme poco se è molto aderente o no.

    In ogni caso, devo contestarti che nell'articolo hai menzionato delle basi troppo generiche. In pratica, è normale che un'avventura Pokémon principale – gioco o anime– abbia elementi come città del protagonista, professore, avventura, obiettivi, battaglie. Se tu personalmente vuoi stabilire un legame anime-gioco, questi sono talmente scontati da essere solo delle premesse, e non possono simboleggiare altro. Trovarci tutta questa aderenza è secondo me una stiratura della questione, ma resta che ognuno è libero di cercare la lore dove vuole; però, dovresti concentrarti su elementi più convincenti.

    In egual modo, quasi tutte le generazioni dell'anime iniziano con un leggendario (Ho-Oh, Suicune, Mesprit, Zekrom, Tapu Koko). Se tu mi dici che Lugia nel 2° episodio è concettualmente accomunabile a Zacian / Zamazenta all'inizio di Spada e Scudo, mi stai convincendo poco. Poteva essere un parallelismo se fossero apparsi gli stessi Pokémon. Ma un altro, no; è una scelta narrativa diversa, ricorrente, e fa in realtà riferimento a Pokémon GO (vedasi il "facciamo un raid" degli allenatori lì presenti). Mi piace di più la spiegazione su Hop, o quella sul parente del Professore e sullo Yamper… anche se io non seguirei quella strada, mi appaiono solo buone citazioni, ma come dicevo, ognuno è liberissimo di coltivarle finché vuole.

    Perciò, non concordo con la tua conclusione finale che "l’obiettivo di Esplorazioni Pokémon sia concentrarsi sull’essenza dei videogiochi per dare vita a una formula narrativa specifica e ad una trama tutta sua". È chiaro che la serie fa perno almeno in tre quarti su GO: non mi metto ad elencare gli elementi, perché entrambi li conosciamo benissimo, e sono numerosi. Tra l'altro lo hai scritto tu stesso all'inizio, infatti mi sono chiesto il perché della tua dualità: come potremmo affermare contemporaneamente che il perno è GO e che il perno è Spada e Scudo? Direi perciò che l'obiettivo di Esplorazioni sia spostarsi dal modello "giochi principali" al modello "GO", per dar vita a una formula e trama tutta sua, attingendo talvolta da Galar, ma messa più o meno allo stesso livello di ogni altra regione (eccetto Kanto). Sei d'accordo? Beh, comunque lo approfondisco più in basso.

    Prima ti dico che allo stesso modo non costringerei neppure la visione sulla "spada" e lo "scudo". Sono simboli deboli, che anche il gioco non ha sfruttato semanticamente, ma solo in quanto oggetti legati alla leggenda. È naturale che Ash sia proposto come il passionale e coinvolto nell'azione, mentre Goh come il razionale e coinvolto nell'analisi, ma questo non li avvicina a una spada e uno scudo. Se il simbolismo esiste poco o nulla nel gioco, e non viene mai nemmeno menzionato nell'anime, perché forzarlo? È naturalmente vero che due protagonisti creino un "dualismo" (quasi una cosa intrinseca), ed è ovvio che abbiano approcci diversi. Ma in quanto se stessi, senza simboli. Come prima, secondo me stai stirando e studiando troppo degli elementi tutto sommato ovvi.

     

    Una storia rappresentativa 3 – Regioni, cambiamenti e rilevanze

    Incrociando il discorso di prima, sono invece d'accordo sull'opinione del rinnovamento e sperimentazione che hai menzionato poco dopo; il disorientamento per un inizio strano dura poco, e ci si fa il callo. È così che è giusto fare in un brand lungo: cambiare, anche quando le cose vanno bene, variare le formule per non abbassare l'attenzione e non ricadere nella noia. Così come ci stava il cambiamento di SL con una formula comica-scolastica-familiare, ci sta quello di ESP con premesse differenti e variazioni tra regioni. Ci sta non stare a Galar. Ci sta vedere un po' tutti. Si poteva fare, forse si doveva, sono d'accordo così. Questa cosa va bene. Ma c'è un ma.

    Sono d'accordo solo a metà, perché non vedo la contestualizzazione come l'hai vista tu. Per carità, la qualità viene prima della quantità, giustissimo. Ma trovo che, al netto dei 4 episodi dedicati alla Notte Oscura i quali mettevano davvero Galar al centro per personaggi e trame, gli altri non esprimessero la qualità che desideriamo. Capisco il discorso quando parli di andare lì unicamente per sviluppare la trama, e ne condivido il senso, ma è stato davvero così? Io credo di no. In una generazione così divisa, che gli episodi di Galar debbano sviluppare le (finora poche) trame di Galar è quasi un obbligo per la sceneggiatura. Lo prendiamo per buono, ma accanto ci dovremmo mettere molti altri elementi, quali ambientazioni ben realizzate, almeno un minimo di viaggio e di movimento che esprimano lo spazio Galariano, i Pokémon originari. E se fosse possibile, qualche episodio in più… Dal tuo articolo mi traspare che vorresti anche tu queste cose, però non l'ho letto in modo esplicito. A volte mi sembri deluso e a volte entusiasta, quindi cerco di capire da che lato balla di più la tua opinione.

    Cerco di dar forza alla mia motivazione, comunque. Dando per assodato che gli episodi di Galar debbano parlare delle sue trame, Notte Oscura a parte, in 41 episodi ne rileviamo soltanto altri 6:

    • 004 e 005, in cui si va per conoscere il Dynamax. Ma il Pokémon coinvolto nel Dynamax è originario di Kanto, e l'ambientazione delle terre selvagge è a malapena abbozzata un gruppo di colline erbose. Restano Scorbunny e la sua storia coi Nikkit, una delle poche trame di Esplorazioni che ho veramente apprezzato, ma il resto della trama è stato povero.
    • 012 e 013, in cui si va per vedere il torneo a Goalwick. Ma i Pokémon coinvolti nell'importante lotta sono ENTRAMBI originari di Kanto, uno dei due contendenti è di Kanto, e soprattutto l'ambientazione è limitata solo allo stadio con interno ed esterno, senza farci vedere nulla di Goalwick. Gli unici Pokémon di Galar sono Dreadnaw e quel poveretto di Skwovet che ha una scena ridicolmente corta. Il centro della trama è a malapena di atmosfera Galariana, rappresentato solo dalla presenza di Dandel, ma privo di Pokémon del luogo.
    • 027 e 028, in cui si va di nuovo per Dandel. L'ambientazione è di nuovo solo lo stadio e un mucchietto di sfondi purtroppo generici (fontana, fiumiciattolo, piazzetta). E Dandel mostra nuovamente solo un Pokémon di Kanto. Qui abbiamo paradossalmente della fortuna, rappresentata da Laburno e Duraludon che quantomeno simboleggiano Galar, e da Silicobra in una fugace apparizione, oltre alla trama (frettolosa, troppo!) di Sobble.

    Capisci dove vado a parare? Gli episodi di Galar erano di trama, ma hanno dato poco a Galar stessa. La quantità di Pokémon nuovi – ricordiamo, i Pokémon sono al centro di tutto – è ridottissima. Prendi come esempio me, che in questo periodo funziono un po' come un bambino, perché non ho preso il gioco, non sto acquistando carte, e non sto navigando molto su internet a vederli. Conosco i Pokémon SOLO dall'anime, e infatti ne conosco pochissimi! Perché oltre a questi episodi c'è stato molto poco, Grapploct e le comparse nella Notte Oscura.

    Tu aggiungi che i vari Raboot, Fabia, la scalata di Dandel, siano materiali fortemente intrecciati con i protagonisti. Purtroppo, e mi dispiace, io non vedo un intreccio così forte: Fabia ha svolto due lotte con Ash senza incrociarvisi nel mezzo, e l'unico momento da anime vero è stato dopo la seconda lotta, quando abbiamo conosciuto un lato quotidiano di lei; Scorbunny ha dovuto inseguire egli stesso Goh, che di rado ne ha colto la personalità, e lo scontro tra i due è stato davvero effimero, quindi non ne hanno incrociati i punti di vista; e Dandel, che pur resta uno dei più interessanti, ha avuto due scontri molto esterni ad Ash, il quale s'è limitato a dire di volerlo sfidare. I tre esempi che hai menzionato risaltano rispetto ai vari filler, ma sono ben sotto il minimo sindacale: nessuno di loro ci ha mai dato scontri d'opinione, differenti punti di vista, arricchimenti reciproci.

     

    Un anime appetibile per tutti?

    In questo paragrafo condivido appieno molte tue considerazioni. Dapprima quella sulla nuova formula o, come la chiamo io, struttura. Esplorazioni vuole trarre spunto da tutte le generazioni e rendere appetibili gli episodi a nostalgici o spettatori casuali, questo per me è verissimo. Il gran problema è che non riesce a eccellere.

    Trovo in Esplorazioni un paradosso: questa formula ricca di ritorni era attesa da tanti, me incluso, ma ha esaurito la sua carica di idee dopo una manciata di episodi. Nei miei giudizi ti starò sembrando severo, ma se consideri la serie fino a poco meno della ventina, non lo ero così tanto; le mie critiche si limitavano ad altro, ma mi trovavo ancora attratto da vari momenti. Ti parlo delle prime avventure singole a Kanto (Ivysaur, Gengar, Yamper), Galar (Scorbunny, e anche la prima battaglia di Dandel), Hoenn (Coppa Flauto), Sinnoh (Piplup), Johto (Ho-Oh), anche l'Isola dei Dragonite. Sebbene trovassi difetti in molti di questi episodi, li ho discretamente apprezzati per la strutturazione. Gli unici a non piacermi nell'interezza erano 6-14-15.

    Ma adesso, cos'ha di speciale andare a Hoenn? Che differenza c'è con Unima? Perché emozionarsi, se si tratta solo dell'ennesimo viaggio previsto da un biglietto aereo? Non c'è un'ambientazione emozionante, la backstory di un personaggio del passato, l'incrocio con alcuni del presente, nulla.  Come tu hai detto, tante scelte sembrano realizzate solo per creare hype, attesa e poi nostalgia. Lance poteva dare tantissimo e invece a fine lotta è sparito, per dirne una. Ma mi è dispiaciuto anche per Ornella, perché in XY era ben più che la capopalestra con MegaLucario; ha vissuto insieme al gruppo, dormito nello stesso edificio di Ash e Serena, scherzato con Lem e Clem, è diventata amica di tutti quanti e loro l'hanno aiutata con la Megapietra. E qui? Un saluto frettoloso, una lotta, un addio. Il cuore del personaggio era sparito, resta soltanto la sua presenza richiesta dal pubblico.

    Puoi quindi assumere molte tue opinioni di questa parte come fossero anche mie, solo che purtroppo (e ti giuro che mi duole un bel po') sono più severo sulle parti che tu hai forse perdonato. Non riesco, infatti, a giustificare la serie nemmeno in parte per lo slot di trasmissione. La qualità di Pokémon (che non è un prodotto minore) non dovrebbe mai essere scalfita da ciò; una generazione viene studiata anni prima, e non riesco a pensare o accettare che il motivo sia solo la domenica. Io credo che, purtroppo, questo metodo che poco apprezziamo sia stato elaborato e approvato per tempo (e per la precisione ai tempi di Pokémon GO). La considero una scelta al 100% consapevole.

    L'unica cosa che non riesco a condividere con te di questo spezzone è il giudizio finale: non vedo in Esplorazioni una trama solida, né vedo maestria. Mi sembrano parole davvero troppo d'elogio, al di là dell'apprezzamento personale che è libero. Ho visto un inizio con potenzialità o almeno unicità, e nessuna di quelle scelte è stata coltivata, sviluppata e migliorata. Se l'episodio con Piplup, quello con Ho-Oh o quello con Gengar per me sono belli, c'è bisogno di altri episodi con la stessa simpatia, altri con lo stesso misticismo, e soprattutto altri che coinvolgano la personalità del Pokémon trattato. Gengar, come Raboot, come Dragonite, sono invece caduti nel vuoto: niente approfondimento delle personalità, niente crescita con Ash, niente scontri e confronti. Qualcosa di imprevedibile c'è stato, ma in senso negativo: non avrei mai previsto una formula così scarna di contenuto e così ricca di fanservice.

    Anche ignorando la mia posizione e considerando solo le tue stesse parole, credo che il tuo stesso giudizio sia più negativo di quanto riporti alla fine. Hai menzionato parecchi difetti, molti più di quelli a cui io o tu siamo abituati in quest'anime, per cui trovo strano che alla fine tu sia soddisfatto o ritenga la serie solida, originale, o ricca. Tutti quei difetti che tu stesso hai detto, purtroppo, impediscono che la serie risulti così, perché sono gravi.

     

    Personaggi: Ash

    Iniziamo la rassegna dei protagonisti & co, in cui vedrai delle mie opinioni a volte d'accordo con te  e a volte in disaccordo cronico, opinioni rese molto danzerine dalla stranezza della serie. Ti sembreranno molto diverse da ciò che ho sempre scritto in materia anime. Si parte da Ash, su cui la mia concordanza al tuo parere è un . La parte Sì sta in Ash dell'inizio che ha una buona aderenza, ho apprezzato la sua curiosità ed energia non eccessive, in linea con una personalità sia intraprendente, sia consapevole.

    Ma la parte No – grossa, a confronto – sta nella seconda metà di questo blocco di episodi. Da lì in poi il trattamento riservato ad Ash ha sfiorato, almeno per i suoi fan come noi, l'insulto. Ciò prescinde da cosa può essere una singola frase, battuta, sottotitolo o schermata: anche se ne hai riportata una bella, non è e non può essere una frase a parlare, non è sufficiente a esprimere la sua profondità; il compito deve toccare alla sceneggiatura intorno, ai fatti che vediamo a schermo, a tutto l'episodio. Ti introduco quindi a questa mia analisi, perché ritengo che in una retrospettiva elaborata e lunga come la tua, sia un importante punto di vista mancante.

    Negli episodi più recenti Ash è trattato come un elemento che non si può rimuovere del tutto (perché ha molti fan che vogliono vederlo e seguono l'anime per lui), ma al contempo come un peso che toglie tempo al neo-protagonista desiderato (Goh). Il risultato è "sbrigare" Ash, accomodargli una sottospecie di fanservice in qualche punto in bell'evidenza, e poi passarvi bellamente sopra in qualsiasi altro momento in cui serva mettere Goh in luce. È triste, sembra duro, ma è proprio così.

    Non ho fatto il conto di quanti episodi siano dedicati ad Ash e quanti a Goh, ma considera che in ogni episodio su Ash, Goh ha il suo spazio, le sue scene e le sue catture; in molti degli episodi su Goh, al contrario, Ash non ha ruolo, ha ruolo di supporter, o il suo ruolo viene marginalizzato per non togliere mai il focus da Goh. Qualche esempio veloce: nell'episodio VS Ornella, Goh non solo ha delle catture, ma anche una scena con un altro vecchio personaggio; nell'episodio VS Fabia, riceve il contentino di un Pokémon alquanto forte e importante (e anche una lotta vinta, offscreen, con chissà quali fondamenti di battaglia, in una palestra tosta). Dall'altro lato, nell'episodio di Zapdos la sfera la lancia Goh, la cattura la sta per fare Goh, e Ash viene addirittura fermato dal Team Rocket in modo surreale di fronte a un ascensore. Lui sì e Goh no, a casaccio; e tra l'altro, Ash che si fa fermare dal Team Rocket di fronte a un ascensore? Senza contare il primo episodio in assoluto in cui Ash non compare, perché tutto dedicato al passato di Goh, senza 1 solo minuto di presente.

    Questo, per noi, non può essere accettabile. Un'altra serie, con altri personaggi, può fare quel che vuole. Qui non è accettabile prendere Ash (protagonista da 20 anni col mal di schiena per quanto ha trainato la serie sulle sue spalle), fingere che sia ancora protagonista e dargli fanservice tramite i Pokémon forti e famosi, ma poi nella sceneggiatura metterlo da parte, non farlo partecipare, fargli fare talvolta la figura dell'inesperto quale non è, solo perché Goh deve avere molto più risalto del dovuto. C'è un limite a tutto, ed è stato largamente oltrepassato. Per questo, la gestione di Ash dai 20 episodi in su è davvero improponibile, e non può essere derubricata a un'attesa dovuta. È una bocciatura, che dovrebbe essere riparata al più presto… Ma ho l'impressione che non lo sarà.

     

    Personaggi: Goh (introduzione)

    Passiamo al punto più dibattuto di tutti, e togliamoci questo grosso sassolino dalla scarpa: a me Goh non piace proprio. Penso sia nato malino, sviluppato male e utilizzato peggio. Non fraintendermi, non è una guerra a quello che hai analizzato; penso tu abbia detto parecchie cose giuste su di lui, ma trovo che, anche qui, tu non tragga le conclusioni più coerenti con la tua stessa analisi.

    Partiamo dal suo sogno e, come hai detto, dal modo in cui viene affrontato, perché io ci vedo un immenso problema di coerenza interna con tutto l'anime Pokémon. Sappiamo bene che l'anime non è il gioco ma nemmeno il manga, le carte o il merchandising; è il più narrativo dei mondi Pokémon, e per questo è stato costituito, per 20 anni, in un certo modo. Il problema oggi non è inserire un personaggio, o anche un protagonista, che come sogno abbia catturare tutti i Pokémon. Il problema peggiore non è neppure come vi si approccia. Il problema è come il suo approccio strida con qualunque regola, norma, abitudine, legge di buonsenso, di tutto l'universo anime Pokémon.

    Il primissimo motivo per cui non posso accettare la posizione di Goh è il motivo narrativo: Goh stravolge l'anime, e non è giusto che un solo personaggio abbia tutta questa libertà e privilegio. Innanzitutto è un discorso ricorrente (vedi primi episodi di Advanced o DP) che i Pokémon si catturino, quasi sempre, dopo averli indeboliti; non appena compare lui, e quasi solo per lui, il 90% dei Pokémon lo prende solo con una Ball. E questo perché Perché lui viene dal gioco GO. Ma noi guardiamo l'anime, non GO, quindi non ci interessa che un gioco per smartphone abbia una dinamica semplificata. Se quella dinamica non è applicabile all'anime, che ha una struttura narrativa e non videoludica, non si mette. Inserirla, in contrasto con oltre 1000 episodi, è un errore marchiano e imperdonabile.

    Poi, come tu hai detto, nel mondo anime la cattura costituisce un legame. Chi cattura senza legame ma solo per forza o collezionismo viene, nel migliore dei casi, ritenuto un allenatore cattivo o impietoso; nel peggiore, un cacciatore. Fingiamo di essere a metà 2019, e di immaginare un personaggio che cattura Pokémon a mo' di collezione, accumulandoli in ogni episodio a tre, quattro o dodici alla volta, e depositandoli in una riserva senza portarli in viaggio o stringere un legame. Con l'occhio di quel momento, non solo ci sembra assurdo, ma completamente contrastante con lo spirito dell'anime che propugna amicizia, legame, comprensione reciproca dei bisogni. Esempi random: Lucinda che dopo una cattura lunghissima e faticata libera Pachirisu perché crede di non essere adatta a lui; Paul ritenuto impietoso perché cattura 3 Starly per trovare il più forte, o perché scambia Azumarill dopo una sconfitta; Sho giudicato malissimo perché offre i suoi Pokémon in scambio per avere Pikachu e completare una – U N A – linea evolutiva a mo' di collezione. E lo sai bene, nemmeno dovrei stare qui a elencare esempi, è IMPLICITO per l'anime che ci debba essere legame per la cattura. Anche qui, Goh è privilegiato: cattura in una maniera e con delle finalità da sempre criticati da qualunque personaggio positivo dell'anime. Ma lui si becca pure i complimenti e gli elogi del tipo "è un genio!". No, non è un genio: hanno stravolto tutto per fargli spazio forzato.

    Abbiamo forzature pure sui motivi pratici: catturare un Pokémon DOVEVA richiedere quasi sempre una lotta per indebolirlo, quindi bisognava spendere tempo e avere altri Pokémon allenati; e averli allenati richiede altro tempo per allenarli, specie se vuoi catturare Pokémon molto forti. Un allenatore, per catturare ad esempio tutti i Pokémon non leggendari di una sola regione, dovrebbe impiegare almeno qualche anno tra ricerche, difficoltà, battaglie, sconfitte, allenamenti ai propri Pokémon ed effettive catture. In passato abbiamo conosciuto personalità simili? Solo vagamente, come Bill. Chiediamoci il perché, in vent'anni: il suo approccio col conoscerli tutti e catturarli tutti aveva quell'originalità così spiccata, perché in un universo così narrativo non puoi dire che uno va in giro a catturarli tutti senza alcun problema.

    L'applicazione del sogno di Goh stride con tutti e due i motivi, pratici e narrativi. Ne cattura tantissimi, velocemente, senza lotta e senza allenamento; li cattura senza legame e ad accumulo, e nessuno gliene fa un problema morale, anzi elogiano lo stesso comportamento criticato a morte ad altri. Addirittura, quando fa assurdità come catturare più Pokémon uguali per collezionarne i COLORI.

    Le motivazioni morali si piegano a lui, le dinamiche di lotta anche, e pure per le tempistiche gli fila liscio, perché ne prende 12 a episodio con scene di 10 secondi a testa. Cosa vien fuori da tutto ciò? Quello che hai detto all'inizio. Le catture sono scialbe, accumulate, sembrano lì per accontentare chi ha sempre chiesto che Ash catturasse tutti i Pokémon e non solo una decina (quindi è fanservice). Come ti dicevo prima e come notato anche da te, se la sceneggiatura esprime così fortemente qualcosa, non serve a nulla che in una scena ci dicano "Goh sta accudendo i suoi Pokémon e gli vuole bene". Lo state dicendo, non mostrando: la regola è che offscreen non vale, parlano solo le scene vere, cioè la sceneggiatura. E Goh, in questa sceneggiatura, cattura Pokémon come sul giochino per telefono. Cioè in modo noioso e insensato per una narrazione.

    Infatti non ha legame, perciò tra l'altro non racconta storie. A livello narrativo, la cattura doveva avere della forza per raccontarti una storia, rispetto al gesto automatico e meccanizzato del videogioco, in cui la storia sta nell'avventura vissuta da te e nelle difficoltà videoludiche superate da te. La narrazione deve parlare da sola, quindi ha creato la realtà di un legame e di una storia complessa da narrare. Qui invece la narrazione non parla, ma imita, scimmiotta un gioco, tra l'altro per smartphone con poca profondità (non va bene ricalcare pedissequamente un titolo principale, figuriamoci GO…). In tal modo, come può Goh dare messaggi? Come può esprimere ideali? Semplice: non lo fa. Eppure, gli viene regalato tutto. Successo, apprezzamento, elogi.

    E non è giusto.

     

    Personaggi: Goh (sviluppo)

    Tutto ciò era la linea generica espressa in sì e no 6 episodi, ma il problema è che quasi nulla esce bene nemmeno nello sviluppo. Hai parlato correttamente di un pattern poco interessante. Pur infilandoci una lama nel cervello per ignorare come ogni sua azione contrasti 20 anni e 1000 episodi di anime, e pur fingendo che l'anime non sia mai esistito e inizi con lui ed Esplorazioni (Ash chi?), nemmeno così la narrazione di Goh risulta divertente. Lo hai già spiegato bene, quindi non mi dilungherò; moltissime delle sue catture sono casuali, immediate e inserite solo per fare elenco, e dopo pochissimi episodi pesa il fatto che DEVE catturarne qualcuno a ogni puntata, anche quando il focus è su Ash o su tutt'altro argomento.

    Allo stesso modo, come hai perfettamente detto quindi ripeto solo le tue parole: in che modo catturare più mostriciattoli di fila, senza preoccuparsi di nulla se non lanciare una Poké Ball, consentirebbe a Goh di comprendere gli stessi? Il motivo del collezionismo avrebbe senso parlando di achievement nei videogiochi, oggetti, collezioni materiali… Ma qui si sollevano due problemi: 1) I Pokémon sono esseri viventi e non devono essere collezionati senza legame; 2) Le collezioni anche di oggetti durano tempo, richiedono impegno, raccolgono ricordi, è per quello che sono speciali, e nulla di tutto ciò rientra nella narrazione vista in Goh. Alla fine c'è la contraddizione che hai riportato, io la rilancio col problema di fondo dello stridere con un universo narrativo e fatto di esseri viventi. Goh in teoria dovrebbe comunicare certi messaggi positivi (un sogno ambito, conoscere i Pokémon), in pratica fa l'opposto (il suo sogno è favorito dallo stravolgimento dell'anime e non conosce i Pokémon bensì li colleziona).

    Terribilmente male per un anime glorioso come Pokémon cadere in una contraddizione così enorme, che si dimostra identica e palese in ogni singolo episodio. Credo tu sia stato (anche qui) troppo morbido con le conclusioni sul personaggio e con le sue parti da "bicchiere mezzo pieno". Non perché si debba detestare Goh per un suo aspetto bensì perché, da fan navigati, non si possono passare sottobanco delle contraddizioni enormi – sia rispetto a tutta la serie, sia interne al suo stesso personaggio. Io non lo voglio odiare, e avrei almeno due o tre modi per sistemare questi sbagli, ma l'anime non ne ha intenzione. Per chi è attaccato al mondo Pokémon dell'anime, quindi, l'anime stesso induce a odiare (o almeno a non tollerare) Goh, perché l'anime stesso si è auto-sbugiardato in toto solo per ospitarlo e renderlo protagonista. E insomma, io con l'anime ci ho vissuto, l'ho sostenuto, detesto che si autosmentisca.

    Analizziamo comunque le componenti con cui hai equilibrato i piatti della bilancia (povera bilancia, io la vedo sottoterra). Mi parli della personalità opposta a quella di Ash anche dal punto di vista di coinvolgimento e amicizia, e io ti dico: giusto. Sulla carta. Ma voglio vedere davvero un personaggio chiuso, che ha difficoltà a interagire con chiunque se non coi Pokémon, che si crea problemi a scambiare chiacchiere, che non sa se e come aiutare o essere aiutato. Mi interessa questa dinamica, è talmente strana per l'anime da costituire una gradita sorpresa SE venisse sviluppata. E invece non succede! Viene accennata, messa da parte, usata se fa comodo, ma poi ogni tanto ce la si scorda ed è come se non esistesse. Goh interagisce normalissimamente con l'allenatrice di Piplup, col ragazzo di Ho-Oh, col nonno di Ornella, con le persone del Dojo, con la ragazza dei coleotteri che addirittura decide di aiutare, e ancora e ancora. Dove sono le sue difficoltà sociali? Dov'è il non volersi fare degli amici? Se ne è fatti tantissimi, e sono passati pochissimi episodi, e alcuni erano nei primissimi episodi, così non c'è nemmeno la scusa del tempo passato con Ash (che anche a 45 ep. sarebbe troppo poco per mutare di carattere).

    Questa parte della sua personalità viene tirata fuori SOLO negli episodi dedicati a essa, come il primo, o quello coi genitori, o quello con l'amichetto (e lasciamo perdere che si è depresso perché non ha visto il povero amico, che era malato, e che aveva conosciuto il giorno prima… Come fa questo evento a essere l'ORIGINE del problema? Ci voleva un evento ben più serio e non solo abbozzato); e in altri rari casi, come la Coppa Flauto o Alola (ma e solo parzialmente). Mi arrabbio, perché pure con delle basi che non tollero, il punto di vista psicologico del personaggio poteva essere interessante. E invece, tre quarti delle volte è come se Goh fosse un coprotagonista normalissimo e socievolissimo – e in confidenza, sai perché? Perché altrimenti l'episodio non è immediatamente godibile dalla massa generica. E allora perché lo sforzo di un protagonista che si distingue? Boh.

    Anche quando è messo di fronte a dinamiche multi-personaggio, Goh beneficia di grossi favoritismi e ciò influenza negativamente la storia. La coppia con Ash di cui ho già parlato prima funziona malaccio, regge all'inizio e poi peggiora, perché Goh eclissa Ash con la sua sovrappresenza costante; e i due non si scambiano più insegnamenti, diventano statici ed emozionano a parer mio davvero poco. Ancor peggio quando Goh si affianca a un personaggio meno importante, come Sonia, che riceve pochissima attenzione: è Goh a scoprire i dettagli della leggenda, è Goh a lottare per la leggenda, è Goh a fare Dynamax. Cose che forse potevano essere distribuite a lei, che è un'importante rappresentante della sottorappresentata Galar. Altri dettagli in seguito.

    Il suo sviluppo temporale vero e proprio è blando e discontinuo. Abbiamo un accenno di avvicinamento ad Ash nelle primissime puntate, che poi viene derubricato a "ormai sono amici e si intendono e si fidano". Quindi la difficoltà di Goh nel fare amicizia è stata dribblata in così poco tempo? Ma allora che difficoltà è? Non doveva essere così grave da farlo apparire come sociopatico e solo al mondo, elementi che richiedono tanto tempo e sforzo? Ho dubbi, tantissimi dubbi. Anche il confronto coi Pokémon nel tempo è scarno, raro, e continua il percorso delle cose che gli vengono regalate. Scorbunny si affeziona a lui ma lui rifiuta di catturarlo perché pensa solo a Mew, e Scorbunny lo segue ancora, finché lui non si convince quasi facendolo sembrare un favore a Scorbunny (sappiamo invece quant'è preziosa l'amicizia di un Pokémon). Okay, diamolo per buono perché è agli inizi e sono dinamiche inconsuete. Però poi Scorbunny si sente ignorato (unico momento in cui l'anime ha esplicitato una dinamica "cattiva" e poco premurosa di Goh!), scappa via offeso, e si evolve. Sembra che con la freddezza dell'evoluzione si delinei un nuovo arco di maturazione per Goh, sarebbe utile per fargli cambiare atteggiamento sull'attenzione da dare ai suoi Pokémon, magari potrebbe catturarne di meno per accudirli e conoscerli di più… e invece? Tempo zero e Raboot lo perdona, anzi lo adora, senza che Goh abbia cambiato il suo comportamento da allenatore nella cattura e nell'accudimento: ha solo allenato una sua tecnica di lotta, ha solo avuto un cambiamento di idea a metà episodio, relativo solo a quell'episodio, che non ne ha inficiato le convinzioni di vita. Dov'è la crescita, la correzione di difetti, il miglioramento? Che storia ci racconta?

    Come detto prima, devo purtroppo discordare completamente dalla tua conclusione. Goh non è un personaggio ben scritto, per l'anime Pokémon. Io penso per nessun altro anime, ma per Pokémon non lo è nello specifico, perché lo stravolge, lo accartoccia, lo distrugge e lo palleggia, per poi farne ciò che vuole masticandone i derelitti resti. L'anime piega ogni singola dinamica esistente, da amicizia a legami a ideali a catture a realismo a lotte a leggendari a esseri viventi, tutto a Goh, per giustificare un sogno che può esistere solo nei videogiochi e non in un mondo narrativo: insomma, hanno reso palese che lui, con la sua poca esperienza di viaggio e pochissima di lotta, poteva catturare Zapdos… (povero Eugenius!) Se il personaggio potrebbe salvarsi almeno con una storia dai temi audaci e una psicologia difficile e tormentata (magari apparendo come collezionista perché non conosce i veri legami d'amicizia), tutto ciò viene cancellato rendendolo normalissimo nella gran parte dei casi, ripescando traumi e sociopatie solo in episodi tattici, e facendogli ogni volta elogi e compassioni per qualunque cosa faccia. Se di dimensione poteva averne almeno una, è crollata pure quella.

    Visti i toni più alti della mia risposta in questo punto, voglio nuovamente chiarire (se ce ne fosse il bisogno) che nessuna di queste considerazioni è un attacco a te o alla tua analisi. Anzi, come hai potuto vedere, mi sono trovato d'accordo con diverse parti. Resto in disaccordo, come prima, più che altro sulle conclusioni, su cui ti trovo troppo misericordioso nei confronti degli errori che sottolinei prima. Ma su questo (come su tutto) aspetto di sentire cosa mi risponderai a tua volta. So di essere stato molto duro su Goh, ma purtroppo, al suo inserimento forzato e alla sua presenza sottolineata in modo asfissiante attribuisco quasi tutti i problemi di questa generazione. Quindi resto duro e, al contrario di altre particine in cui posso perdonare qualcosa, qui non lascio passare nulla.

     

    Personaggi: Cloe

    Dopo cotanto sfogo (credimi: mi ci voleva proprio), passiamo a note più piacevoli. Ho sempre avuto un particolare apprezzamento per il cast femminile di Pokémon, trovandolo molto al di sopra dei cast femminili di altri anime. In una generazione che ritengo un prototipo di come si attua un disastro, una fievole àncora di salvezza la offre proprio il personaggio femminile, dimostrandosi il migliore tra tutti i nuovi e l'unico in grado di fornire con regolarità degli episodi interessanti.

    Ed è per questo che non fa parte del cast e non compare quasi mai. No, ma grazie, Esplorazioni, non dovevi.

    Cloe è un personaggio che fa il suo lavoro, cioè essere diversa dalle caratteristiche classiche. Ecco, vedi, in teoria era una delle cose che doveva fare pure Goh, ma lui non ci è riuscito per via dell'incoerenza interna. A Cloe, invece, questo può essere riconosciuto: da subito sottolinea che i Pokémon non la entusiasmano troppo, che la sua vita non è granché intrecciata con loro, che preferisce fare altro. Questo stile di vita corrisponde al suo carattere più neutrale e meno entusiasta, così inizia molto in sordina e può pian piano ricevere dei cambiamenti.

    Al contrario di quello di Goh, il blocco "sociale" di Cloe (anche se diverso) è sempre presente. Non ci sono episodi in cui lei mostri un improvviso e immotivato entusiasmo verso i Pokémon per poi tornare alla condizione normale nell'episodio successivo. Tutti i suoi episodi sono incentrati sull'avere questa caratteristica, che si sta ammorbidendo poco alla volta. È un senso di crescita rallentato che fa sempre la sua figura in serie lunghe come le generazioni di Pokémon: il personaggio deve crescere, sì, ma lentamente. Così da materializzare il vero cambiamento in 100 o 150 puntate. Ed è anche una dinamica realistica: la realtà non muta in 12 episodi, ma in mesi o anni.

    Cloe, col suo carattere basilare ma quantomeno preciso e inconsueto, ha sempre prodotto buoni episodi. Perché in ognuno di essi c'è una storia precisa da raccontare, il suo rapporto che ogni volta aggiunge un nuovo piccolo dettaglio, o una nuova piccola esperienza. Inoltre, come hai detto, la sua vita "normale" dà un buon contributo alla costruzione di un mondo Pokémon più ampio, in cui non esistono solo allenatori o collezionisti di Pokémon. Questo, in teoria, sarebbe un approccio molto interessante.

    Nella pratica, lo spazio che riceve è davvero ridicolo: 6 episodi su 48 sono dedicati a lei, e in molti degli altri non compare proprio. Perché mai strutturare una generazione senza protagonista femminile? Questi personaggi hanno sempre favorito un'alternanza più varia, in una serie che, altrimenti, si blocca sullo stesso concetto per troppo tempo. E infatti qui questo succede: manca pure il viaggio, quindi abbiamo un ping-pong di Goh, Ash e di nuovo Goh (lui più volte) che rende le cose monotone. Ancor più monotone visto il metodo con cui Goh avanza, di cui abbiamo già discusso.

    Il diavoletto sulla spalla destra mi fa pensare che questa soluzione esiste per non togliere mai spazio a Goh, o meglio, per fargli fagocitare qualsiasi piccolo spazio nei dintorni. Ogni momento dev'essere suo, tutto lo screentime, tutta l'attenzione. Una spiegazione che per ogni spettatore sensato risulta ridicola, certo, ma ci sono altre risposte? Altrimenti, perché non includerla in più episodi? Se non in tutte le esplorazioni (perché striderebbe col suo carattere), perché non lanciarla dentro l'azione ogni tanto, mostrandone anche solo il lato schivo e per nulla entusiasta? Creerebbe dinamiche interessanti, e approfondirebbe il legame con Goh – che è stato lanciato all'inizio, e poi abbandonato nella sempiterna oscurità. Invece, evidentemente, dare spazio a lei che è più interessante toglierebbe i dodici minuti di cattura collezionistica random a cui ci hanno ormai dolorosamente abituati. Quell'opinione alternativa che ben menzioni alla fine del paragrafo non riceve neppure lontanamente lo spazio che meriterebbe, facendoci dimenticare che un personaggio buono c'era. Ma tanto non si vede.

     

    Un cast secondario non trop… per nulla eterogeneo

    Come te dedicherò a questo paragrafo solo un breve spazio, c'è poco da dire. Come accaduto su altri argomenti, condivido il tuo ragionamento ma non le tue conclusioni. Cerasa è un professore dal piattume davvero eccessivo, che professa consigli generici sui Pokémon degno dei dialoghi dei giochi del 1996, e per il resto si limita a dispensare biglietti di treni. Praticamente è un'agenzia di viaggi, gratis, ma non puoi decidere la destinazione. Oh sì, il massimo del viaggio e dell'esplorazione che Pokémon sa esprimere, voglio andare dove mi va, la libertà è un'avventura che non finisce mai.

    Non voglio scomodare i migliori professori dell'anime (Oak, Platan e Kukui), capaci di essere punti fermi delle proprie generazioni e anche oltre, di partecipare attivamente sia alle trame, sia alla crescita di Ash, sia ai momenti comici e rilassati. Ma almeno mantenersi sul (comunque ottimo) livello degli altri? Ogni professore aveva la sua personalità ben definita, il suo modo di essere uno studioso diverso dagli altri, la partecipazione ad episodi extra, una figura professionale, affidabile, esperta. Perché ora ci tocca una sottospecie di bancomat? Poi ci sono i due assistenti, chi? Quali assistenti? Quelli che sembrano gli NPC dei videogiochi perché dicono e fanno solo cose standard? Che destino gramo, il nostro.

    Oltre a loro, sono ben pochi i personaggi che appaiono tra secondari, ricorrenti e rivali. E ciò, a confronto con qualunque altra generazione, suona davvero ridicolo perché di secondari c'è sempre il bisogno per arricchire i primari. Abbiamo il solo Dandel a catturare interesse. Laburno, Rose, Sonia, come ho già detto compaiono una volta e poi si fanno rivedere al finale di saga, senza mai diventare di fatto dei ricorrenti ma solo dei personaggi da saga singola. I rivali sono tendenti a zero, ci sarebbe l'interesse per Fabia subito dimenticata, gli altri combattenti importanti servono solo a mo' del sovracitato fanservice nostalgico di presenza. Null'altro. E infatti nel mezzo che abbiamo? Sempre esplorazioni isolate, quasi tutte con Goh. Vogliamo ricordarci quanta carne al fuoco c'era in un DP o un XY dopo quasi 50 episodi? Lo sai bene anche tu, quindi non faccio l'elenco.

    Parlando dei Pokémon per concludere l'argomento, è già ridicolo doverne includere alcuni nel cast secondario, perché dovrebbero stare tutti al centro dell'attenzione, con la loro crescita intrecciata a quella dei loro allenatori. E invece:

    • Yamper è un cane di casa con 1 o 2 episodi;
    • Riolu / Lucario nasce con la fissa di lottare e da lì in poi lotta solo senza mai discostarsi;
    • Dragonite arriva con la premessa di amare Ash e poi si vede ogni 10 episodi;
    • Gengar? Chi è Gengar? Quello che aveva un episodio di introduzione eccellente, ma poi visto che ormai il Pokémon figo e famoso ad Ash l'abbiamo dato, non esce neppure dalla sfera?
    • Farfecosa? Il nome di un ristorante?
    • I Pokémon di Goh… Ahahahahahahah, i Pokémon di Goh. Volevo dire le figurine, scusa. Disponibili a selezione libera in qualsiasi episodio e in qualsiasi momento. Mica gli allenatori devono scegliere massimo 6 Pokémon alla volta? Lui ce li ha tutti – o meglio, casualmente ha sempre quello che gli serve proprio quando gli serve.

    Non posso, perciò, comprendere le ragioni dietro a questo atto: il tempo e il modo c'erano, come sempre. Il trattamento dato ai Pokémon di questa generazione rasenta invece il ridicolo. Poca attenzione e mal gestita a Pikachu, Lucario e Raboot (il più in vista, perché è di Goh), dimenticanza COMPLETA di Pokémon gonfiatissimi all'attesa come Dragonite e Gengar, disattenzione totale verso la popolazione galariana come Sobble, Farfetch'd e Yamper. Viene spontaneo chiedersi: ma se i personaggi secondari non esistono, i protagonisti sono solo due e non hanno varietà, i Pokémon sono gestiti in modo penoso, ma allora 20 minuti ogni settimana a che li dedicano? E la risposta è ancor più spontanea: a Goh che lancia palline e parla di sogni. Lanciando palline.

    No.

     

    Pokémon World Championship – Gestione

    Partendo dal fatto che pre-Esplorazioni, se dovevo vedere un grosso torneo diverso dalle palestre, avrei preferito l'approfondimento del Pokémon World Tournament, vediamo invece il cugino col nome un po' diverso.

    Il PWC non l'ho mai pensato come una gemma, ma quando è iniziato mi ha attratto (i 2 episodi della sua introduzione rientrano tra i buoni che ho citato). Certo, dopo una generazione senza palestre, tornare alle palestre non mi avrebbe mica disturbato. Ma una competizione dagli echi maggiori mi faceva sperare in sfide ancor più epiche, quindi va bene.

    Il PWC ha un meccanismo estremamente utile nella realtà, basato su quello che qui chiamiamo ELO, comunque un punteggio dinamico che si aggiorna in base a vittorie e sconfitte (nella realtà si basa anche sul livello dell'avversario con calcoli matematici, nell'anime non so, ma la base è quella). Il che è un bene, perché dona realismo al percorso dei personaggi. O meglio, può donare: più un elemento narrativo è realistico, più cura ci vuole per far quadrare gli elementi come fossero veri.

    E mi dispiace, ma anche qui non accade. Per carità, è correttissimo che Ash entri nel PWC col punteggio base e scali rapidamente la classifica perché è già più forte di un esordiente qualunque. Ciò che non va bene è narrativo. Questo modo di trovare rivali ha reso possibile la relegazione delle battaglie di Ash a momenti isolati. In soldoni, visto che non deve andare in nessuna palestra, quindi in nessun luogo specifico, e non deve avere un certo numero di lotte importanti (che quindi verrebbero fatte risaltare), ora gli scrittori sono liberi di fargli fare (e di mostrare) o mille lotte o due lotte, a piacere, senza che gli si possa dire di aver fatto un buco di trama in nessuno dei due casi. Quindi se domani ci fosse bisogno di farlo lottare 7 volte, gli si potrebbero dare 7 allenatori a caso e dire ancora "beh sì ma è previsto dalla trama", senza bisogno di farlo combattere contro i personaggi giusti, nelle trame giuste, nel character development giusto, e in battaglie epiche.

    E infatti, questo succede: Ash combatte a casaccio, a volte offscreen o con due mosse, altre volte nei ritagli di tempo (1:30 minuti di lotta, poi si torna a Goh), così è giustificato che nella sceneggiatura le lotte le ha fatte, lo sviluppo l'ha avuto, si è allenato. Peccato che offscreen, o approssimativo, non dia NULLA a personaggio, Pokémon e trama. Poi ogni tanto, a casaccio, quando si ha voglia di dargli un microscopico arco narrativo, che si fa? Capopalestra, una sconfitta piazzata a caso e non inserita nel suo percorso di crescita, delusione, rivincita, vittoria. Questo però lo sanno scrivere anche i bambini alle prese con le prime fanfiction.

    E sai il motivo che ancora una volta mi viene in mente per questa gestione? Non la somiglianza al gioco (di cui parlerò appena in seguito), ma un altro modo per non togliere spazio a Goh nelle sue catture insulse che divorano ogni margine temporale. Perché se dai ad Ash una città-obiettivo, gli devi dare un percorso per arrivarci; se gli dai 8 capopalestra, gli devi dare una crescita, farlo imparare in continuazione, farlo salire di livello; se gli dai una Lega o presunta tale, lo devi far arrivare al massimo livello solo alla fine. Tutte cose che prendono molti episodi (rendendoli belli come abbiamo sempre ammirato).

    Qui no. Pokémon fortissimi all'inizio, poche evoluzioni, pochissimi allenamenti, forza sempre circa uguale e basata solo sui Pokémon lotte offscreen, confronti randomici che durano solo 2 episodi distaccati. Sarà per non togliere spazio a Goh, no?

     

    Pokémon World Championship – Possibilità, battaglie e Dynamax

    Tu sottolinei correttamente la somiglianza al gioco, che c'è, è innegabile, è un'ispirazione chiara (per fortuna Pokémon GO non ha le competizioni, altrimenti prendevano da lì pure quelle e veniva peggio). Quello che non mi piace, però, è come siano state colte le possibilità del gioco.

    Ogni generazione precedente dell'anime nasce dai giochi, però ne reinventa le composizioni per adattarli a un prodotto narrativo, non videoludico. I super 4 diventano entità superiori alla Lega, così la Lega diventa un torneo tra allenatori "semplici" e non tra super campioni, perché altrimenti nella narrativa tutti sconfiggerebbero gli 8 allenatori e riproverebbero all'infinito a battere i super 4, e sarebbe noiosissimo. Così, si adatta. Ma tutto nasce dal gioco. Anche qui tutto nasce dal gioco, ma si adatta poco, e male.

    La figura di campione uscente da Alola non sarebbe stata sminuita da un adattamento corretto pur essendo spiccatamente narrativo. I capipalestra di Galar dei giochi partecipano anche al torneo finale a eliminazione diretta, e questo poteva essere reso spostando Ash nelle palestre, ma con un senso differente: sfidare quelli che, in questa regione, sono davvero i più forti (per l'assenza di Super 4). Cosa che tra l'altro esiste nell'anime (vedi Laburno), allora perché non sfruttarla? Anche per questo, trovo la tua analisi del PWC manchevole di queste possibilità che si potevano, si dovevano sviluppare. Con la loro assenza, si sono palesati i difetti che ho menzionato sopra, cioè una gestione del PWC scarsa, blanda e che non comunica l'entusiasmo dei grandi eventi.

    Perché per il resto sono d'accordo con te e i tornei di Galar potevano essere davvero dei catalizzatori di entusiasmo in senso sportivo, vicino alla realtà, tra l'altro con competitors che possono sognare di avvicinarsi ai più grandi, perché partono dallo stesso livello.

    Anche le battaglie ne risentono. Alcune sono belle, altre non tanto. A memoria d'uomo, ricordo davvero POCHE lotte importanti della serie che fossero davvero brutte (escludendo i momenti volutamente comici dell'Indigo). Qui spesso mancano di dettagli: una sequenza è poco quando si parla di personaggi ricorrenti, ma figuriamoci con Ash! Si può obiettare che fossero lotte contro personaggi di passaggio? Certo, ma quelle lotte influenzano la sua scalata del punteggio, quindi sono importanti. Quindi le voglio vedere, fatte bene, e non accetto 2 mosse random contro un Girafarig se devo vedere Ash inseguire il suo sogno. Non riesco a definirle fiore all'occhiello, mi dispiace, ma è un elogio esagerato. Con questo sistema, si salvano le battaglie contro Vania, Fabia, e poco altro.

    (Excursus su Fabia: gli scrittori di Pokémon, le cose, le sanno fare. Solo che in questo periodo le indicazioni sono diverse, e non le fanno o non le vogliono fare. Perché gli ultimi 30 secondi di episodio, quando Fabia è in un contesto informale e mangiucchia mostrandosi simpatica e un po' ingenua, caratterizzano il personaggio meglio di tutti gli altri 39:30 minuti. Non ci voleva tanto.)

    Termino buttando nel calderone il Dynamax, concetto nato a metà. Un Pokémon gigante non è di per sé una dinamica che crei interesse, perché è solo lui ma più grande. Lo so, alcune sono delle vere trasformazioni, ma specie nell'anime andavano rese meglio. La prima lotta di Pikachu gigante è stata buffa e divertente, mi ha dato speranze: ci poteva essere un percorso, un training arc, una serie di tentativi falliti e poi di successi, su come gestire questo gigantismo con tutti i problemi che dà e riuscire a padroneggiarne le possibilità. Bastava rivedersi Turtwig che evolve in Grotle… Invece no, Pokémon giganti che sono semplicemente più grossi e si scambiano mosse grosse, potenti e lente, in combattimenti lenti, che creano mere esplosioni di spettacolarità. Davvero poco.

    Non ho quindi alcunché da eccepire nei tuoi ragionamenti sul Dynamax, anzi premo sul pulsante dell'insoddisfazione, perché introducendo un concetto chiave così presto anche per il Pikachu di Ash, non è possibile restare contenti del suo uso. E soprattutto, non è possibile metterlo da parte come se niente fosse, mantenendolo a due o tre presenze in croce, senza contestualizzare questa relegazione. Tra l'altro, anche qui assistiamo a un immenso favoritismo nei confronti di Goh: quali capacità di lotta e quali vittorie passate gli danno il diritto di ottenere subito il polsino e il potere in quel modo? Cos'ha di speciale, nel campo delle lotte, lui che opera solo per le catture? Oltre che poco, il Dynamax è pure male!

     

    Conclusioni e risposte finali

    Per la prima volta nella mia vita, non è stato per nulla facile commentare una generazione di Pokémon. Ci sono così tanti agganci negativi che, senza una base sottostante come la tua ampia retrospettiva, non avrei mai iniziato. Quindi, anche se il mio è stato uno sfogo quasi tutto di bocciatura, in qualche modo vorrei ringraziarti di questo.

    Purtroppo, dalla mia ottica, quasi tutto in questa generazione è negativo. Goh è la massa portante di un immenso iceberg di delusioni, in quanto la serie gira intorno a questa figura incompleta, definita in modo ballonzolante ed incoerente, e soprattutto basata su sogni e dinamiche completamente estranei a 23 anni di glorioso anime. Eppure, è costantemente al centro dell'attenzione tanto da soppiantare rapidissimamente il simbolo Ash, in un modo surreale che non possiamo ignorare, ricordando cosa Ash è stato per l'anime, e per noi.

    Decidere che la presenza preponderante di tutto il brand animato fosse un personaggio che gioca a Pokémon GO ma nel mondo dell'anime è la causa principale e alienatrice (ma non l'unica) della scarsa qualità. Non solo di molti episodi, ma soprattutto, e in modo inequivocabile, della narrazione complessiva: trama, ritmo, obiettivi, crescite, sorprese colpi di scena.

    Possiamo soffermarci per altri sei mesi sulle somiglianze col gioco; ma se paragoniamo la narrazione di Esplorazioni a quella di qualunque altra generazione, ogni altra cosa ci sembrerà poco importante. È andata a farsi benedire, trasformando Esplorazioni in una specie di sit-com malriuscita, stracolma di lanci di sferette, che si dimentica di coltivare i legami, di usarli per emozionarci e appassionarci. Addio, sogni di gloria.

    Ash in sé è gestito in una maniera che inizia "solo" leggera e peggiora gravemente dopo ben poco, così come tutto il comparto degli altri personaggi che spaziano dagli insulsi (Cerasa e i suoi assistenti) agli inesistenti (Rose, Sonia), fino a giungere ai promettenti mal coltivati o relegati nel nulla subspaziale (Cloe, Fabia). Il discorso è altrettanto sottotono coi Pokémon: oltre a Pikachu e Raboot, e oltre allo sviluppo monofacciale di Riolu, abbiamo la dimenticanza spaventosa (o nel migliore dei casi il poco sfruttamento) di Gengar, Dragonite, Farfetch'd, Sobble, Yamper. Tutti desaparecidos.

    Le battaglie e il sistema del torneo si salvano con una sufficienza; il loro uso no, favorisce la scarsezza di tutta la narrazione. Il Dynamax non aggiunge nulla, anzi delude molto.

    Per finire, quindi, il mio è un no pressoché totale (eccetto piccoli elementi). Oltre vent'anni a seguire questa serie e non mi sono mai neppure sognato di definire "mediocre" o "bruttino" anche il peggiore dei momenti vissuti. Per questo mi lascia stupefatto il crollo verticale della qualità narrativa, che ha illuso di essere in "cambiamento" per una ventina di episodi e poi ha mostrato il suo vero volto. Quello della disperazione.

    Finisco anche con un commento finale alla tua retrospettiva. Era indubbiamente esaustiva e dettagliata, avendo tu passato in rassegna moltissimi elementi, che mi hanno dato spunti numerosi (pur ricordando che, con una lunghezza così, in pochi leggeranno me o te, purtroppo). E di ciò devo complimentarmi, è degno di lode, perché scrivere e analizzare tanto è segno di passione e di moltissima dedizione: quindi, in questo, complimenti.

    Se dovessi esprimere la mia approvazione sui tuoi contenuti nudi e crudi, però, direi metà e metà: su alcuni sono concorde, su altri no. Le differenze di apprezzamento in sé sono normalissime, ma vorrei consigliarti di inoltrarti meno in interpretazioni dettagliate e motivazioni sottili, e di guardare di più al ritmo della narrazione, alla sua qualità complessiva, a elementi indiscutibili come crescita, emozioni, e via dicendo. Su cui credo (o spero) che ti troverai più d'accordo con me, soprattutto pensando al passato.

    Una critica più forte, però, la devo dire: ti ho trovato troppo, troppo morbido ogni volta che tiravi le somme. In quasi ogni sezione hai espresso critiche anche forti, anche aspre, su cui ci siamo trovati d'accordo (nei paragrafi tipo Goh abbiamo più differenze ma vabbè). Solo che, alla fine, dispensi comunque svariati elogi alla serie, perdonandole molti difetti in una volta sola, trovandovi una giustificazione o una motivazione in ottica futura, mettendoci qua e là una pezza o spingendoti in interpretazioni personali. Come se avessi avuto il freno a mano tirato, o meglio: come se per forza non volessi esaurire l'ottimismo che avevi a inizio serie anche dopo esserti accorto dei suoi gravi difetti (ce l'avevo pure io, la differenza è che a me si è trasformato in rabbia). Certo, su questo potremo avere differenze di visione, io la vedrò peggio e tu meno peggio (come prima dicevo, al cinquanta per cento), ma secondo me almeno su alcune sezioni in cui neppure tu avevi visto speranze, potevi concludere meno politically correct, ed esprimere più chiaramente che quella cosa non ti piaceva proprio.

     

    E siamo alla fine! Ti ringrazio se avrai la pazienza di leggere tutto ciò (è davvero tantissimo, neppure io mi aspettavo di scrivere tanto), spero tu abbia colto il tono volutamente ironico di qualche spezzone, e aspetterò con fiducia di ascoltare le tue risposte: sia un tuo pensiero sulla mia stessa risposta nel complesso, sia le tue opinioni su ciò che penso e se ti ho fatto un po' cambiare idea su qualcosa, sia le controbattute sugli argomenti restanti (ecco, magari escludiamo quelli in cui siamo del tutto d'accordo, altrimenti su 50 episodi ci stiamo su tre anni!). Fino a quel momento… Alla prossima!

    (E passa al lato oscuro: abbiamo i biscottini, le frasi cattive e tanta, tantissima rabbia repressa.)

  2. Una bella sopresa il tuo commento, come ben sai non amo tanto le lunghe letture ma per voi e per la passione lo leggo con piacere! 😀
    (faccio una premessa: so che in passato vi siete confrontati spesso sulla serie e sulla scrittura, passione che vi accomuna, e che David conoscendoti solitamente apprezza di buon grado i consigli, tuttavia so che sei d’accordo con me Ivan nel ribadire che ognuno è libero di esprimere le proprie argomentazioni, sia che queste siano pro o contro o di mantenere la propria eventuale linea politically correct se lo si preferisce, soprattutto nella prima stagione di una serie.) Piccola dovuta precisazione, passo al commento che ovviamente non è ai vostri livelli, mi soffermerò solo su ciò che non mi convince molto sulle critiche (che non sono solo le vostre ma è anche quel che leggo in giro nei forum anglosassoni).

    Arrivati ad un certo punto, oggettivamente comprendo e rispetto le vostre posizione (tue e di Dan), condividendo per la maggior parte le critiche sulla serie, che come ho detto anche io varie volte, ritengo appunto che i problemi siano principalmente dovuti alla struttura stessa e che la causa non sia quindi direttamente Goh, qualsiasi altro co-protagonista non avrebbe ricevuto facile apprezzamento dai fan di Ash. Non odiamolo quindi, ci rimette già anche lui non per sua volontà.
    Io seguo la serie per curiosità e senza troppe pretese, per questo come già sai non mi soffermo più di tanto sulla critica, ma la seguo sciallamente piuttosto.
    Mi soffermo solo sull’obiettivo di Goh, la critica ci sta tutta sull’incoerenza della serie, tuttavia non soffermandomici troppo ad ogni episodio, accolgo la novità senza troppe remore così da seguire la serie tranquillamente e tirare le somme alla fine, tanto sappiamo che dietro ci stanno le loro speranze di acchiappare il pubblico delle app (illusi, lasciamoli fare!).
    L’unica cosa che mi sembra strana e che mi dispiace un po’, è che ci sono stati (e ci saranno nella stagione 2) episodi che personalmente ho trovato ben fatti, emozionanti, in cui è uscita sempre di più la profondità di Goh (per quanto il target permetta), eppure, si riesce sempre a trovare la critica e a questo punto mi sorge il dubbio che queste vengano fuori a prescindere, dovute al fatto che i fan di Ash sentano la sua mancanza, ritrovandomi quindi a leggere commenti in cui si debba per forza fare associazioni a problematiche sociali o patologie gravi, pur di criticare la mancanza di chissà quale approfondimento di una tale problematica, che non sarebbero riusciti a trattare bene.
    Questo è già accaduto come menzionato anche da te sulla questione dei rapporti sociali di Goh e accadrà ancora con altre vicende. Quindi oltre al dubbio espresso pocanzi c’è da chiedersi, sono diventati tutti psicoterapeuti? Termino solo con l’esempio delle fantomatiche difficoltà sociali di Goh. Queste si sono ipotizzate solo per il suo commento nell’episodio degli Ivysaur, sia per le preoccupazioni dei genitori successivamente, che avevano il dubbio poiché Goh era difficile capirlo e loro lavorano sempre. Ma chi dice che effettivamente debba avere delle reali difficoltà? Ad esempio io posso essere nerd, o prettamente solitario, prettamente introverso, credendo di avere difficoltà a socializzare, ma poi effettivamente potrei sorprendermi io stesso nello scoprire che non è del tutto così. Posso aver avuto delle delusioni in amicizia e credere di non potermi più fidare, ma poi fai una conoscenza in particolare e a pelle ti fidi di nuovo. Posso invece affezionarmi e fare amicizia difficilmente, ma questo non mi impedisce di conversare con i passanti o con un’allenatrice di Piplup che goffamente perde spesso gli occhiali e mi ispira simpatia. Posso anche fare conversazioni senza coinvolgermi emotivamente in realtà.
    Una situazione in cui effettivamente è plausibile sentirsi a disagio, come ritrovarsi almeno 4 amici di Ash col fiato sul collo, e che fa riaffiorire quindi questa sua semi?-problematica invece non va bene perché questa sua caratteristica viene usata strategicamente a convenienza :3
    Ed ecco quindi che sorge di nuovo il dubbio, siamo tutti esperti della materia? 😀

    Capisco che possa interessare, ma come hai ben detto nel paragrafo dedicato, a loro non converrebbe troppo per farsi compiacere dalla massa generica, soprattutto considerando anche la formula episodistica, non amplierebbero mai questa sua problematica con brevi scenette sparse qua e là da dover ricollegare con vari altri episodi (purtroppo). E con questo non li sto giustificando, ma c’è anche da dire che finora problematiche così non sono mai state presentate su un protagonista. E poi come detto poco fa, io la interpreto anche con la fisolofia del “credi di avere un problema in realtà non c’è, non è così grave come pensavi o si manifesta (in maniera lieve) solo in situazioni particolari”.

    La produzione vorrebbe mostrare di essere coraggiosa facendo questo test che concede ad Ash un po’ di riposo, ma Goh oltre alla cattiva struttura paga probabilmente anche il prezzo di togliere spazio al protagonista di sempre.

  3. Io penso che un personaggio come Goh non avrebbe funzionato neanche in una serie a struttura regolare: è proprio lui che non funziona, insieme al suo obbiettivo e al suo carattere per nulla carismatico.
    Togliere spazio ad Ash per inserire un tizio che riceve ogni cosa su un piatto d’argento (salvo rarissimissimissimi casi) non è una scelta coraggiosa, ma bensì pigra. Perché così facendo hai soppiantato un personaggio che necessita di una scrittura costante, per via dei suoi obbiettivi e del suo carattere, per metterci al suo posto un altro che non ha crescita e non ha sviluppo e che quindi la sua scrittura non impegna. Perché Goh non ha ostacoli, non ha sfide, non ha lezioni da imparare; quello che vuole lo ottiene (e potete dirmi tranquillamente quei tre casi isolati in cui non accade; tipo il povero Zapdos relegato al ruolo di Pidgey; ma sono considerate eccezioni, di cui gli stessi personaggi si sorprendono).
    Se al posto di Goh avessero messo una nuova Lucinda, non uguale da un punto di vista di carattere o obbiettivo ma con una gestione altrettanto perfetta, io non mi sarei lamentato così tanto. Avrei sicuramente sbuffato all’inizio, ma poi me ne sarei innamorato, come è successo per tutti gli altri personaggi dell’anime.
    Il problema per me e per Ivan, presumo di poter parlare anche per lui, non è tanto l’aver sostituito Ash ma averlo messo in panchina (pur mantenendolo) inserendo come nuovo protagonista principale un personaggio come Goh, che palesemente non ha le caratteristiche per sorreggere l’anime. Perché gli archi narrativi dedicati a Lucinda, Vera e Serena non facevano arrabbiare nessuno, nonostante Ash venisse messo abbastanza da parte in quelle occasioni? Perché erano personaggi con qualcosa da dire, da dimostrare, con delle sfide da superare.
    Goh cos’ha? Un problema sociologico che compare una volta ogni 30 puntate ad esser generosi e che non inficia mai nel suo obbiettivo, un sogno che, ha detta degli stessi estimatori di Goh e riportato pure nell’articolo, non funziona ed è noioso, un carattere abbastanza generico che si risolve molto spesso in gag trite e ritrite (poco poco abusata la scena della sfera che gli ritorna sul viso, ci sarà solo 78 volte in 40 episodi), e poca sinergia con Ash (sono i primi due personaggi che non imparano nulla l’uno dall’altro). Il fatto stesso che il suo nome sia il medesimo dell’app è di una sfacciataggine imbarazzante. C’è il detto “Pisciare in testa alla gente senza nemmeno dirgli che è pioggia”, e questo personaggio ne è la rappresentazione visiva. E’ uno spottone al gioco mobile e non cercano nemmeno di nasconderlo. Perché è un personaggio che esiste in funzione di quella specifica applicazione e che non si distacca da essa con elementi propri che lo possano rendere qualcosa di unico. Si chiama come lei, cattura i Pokémon come si fa al suo interno, ad ogni cattura c’è la vocina che gli dice “eccellente”, ha la lista dei Pokémon presi come nell’app; l’unica cosa che si discosta da essa è la facilità con lui lui acchiappa i mostriciattoli, visto che in GO la cattura non è così semplice come accade invece per il nostro bimbo speciale. Lasciamo perdere l’aggiunta dei Raid, che è di una tristezza assurda. Da quando combattere tutti contro un Pokémon si chiama Raid, e soprattutto che senso ha collaborare tutti insieme se poi tale Pokémon lo poù catturare un solo allenatore?

    Sapete perché la gente sta ancora guardando Esplorazioni: perché sta aspettando Ash vs Dandel. Ciò che mantiene in piedi gli ascolti di Esp è la trama del PWC (che ovviamente è quella più bistrattata dall’anime stesso). Ash sta ancora sostenendo l’anime nonostante sia stato mandando negli spogliatoi, neanche in panchina. La gente vuole vedere lui combattere con Pokémon come Gengar, Dragonite e Lucario. E questo lo puoi constatare facendo un giro per i commenti Youtube, non solo italiani, su FB, su Twitter e anche su reddit.
    Poi certo, la struttura della serie fa la sua parte nel buttare giù i nostri pareri, ma ciò non implica che Goh come personaggio non ne abbia alcuna colpa. Perché se poco interessante è la struttura della serie di per sé, figuriamoci come può diventare se al suo interno agisce un personaggio poco interessante come Goh.

    Una cosa che non mi è per nulla piaciuta era quell’accusa della critica a priori. No, non è così, Io e Ivan, parlo per noi visto che siamo comunque parte dell’insieme dei grandi disprezzatori di Esp, abbiamo sempre spiegato dove, come e perché un certo elemento non ci piaceva. E, visto che siamo persone oneste, abbiamo sempre criticato l’anime dove andava criticato: la lega a Kanto, i troppi filler di Johto, l’aberrante Lega di Unima e la gestione pessima del PWT, il Varietà professionisti che è stato abbastanza povero; io addirittura ho da ridire sulla gestione della Lega di Kalos, quindi le critiche ci sono sempre state. Non è che il nostro spirito critico si è risvegliato ora, al massimo è stato accesso all’ennesima potenza. E se siamo così tanto spietati, io più di Ivan lo riconosco (anche nei modi di pormi) è perché quest’anime per noi è tutto. Lo amiamo alla follia, e lo abbiamo sempre amato da quando avevamo 4 anni ad ora che ne abbiamo… beh, che siamo vecchiotti. E questa serie è un insulto per noi che lo abbiamo amato sempre, con i suoi difetti e i suoi cambiamenti; perché nonostante le creature siano le stesse e alcuni personaggi abbiamo gli stessi nomi, è chiaro che Esplorazioni non abbia lo stesso spirito delle precedenti stagioni. Perché non è dandomi Ornella che torna che mi fai felice in quanto vecchio spettatore, non è dando ad Ash un Dragonite che mi fai contento… ma dandomi una serie che racconti una storia, una narrazione che abbia un obbiettivo, che prefissi un viaggio per i protagonisti che li porti a crescere e a superare sfide in quello che è un mondo infinito. Che mi faccia percepire sta cavolo di avventura, che è il perno di questo brand, e non sti diavolo di biglietti aerei che ti portano in un posto la mattina e ti riportino a casa la sera, che uccido letteralmente il senso di ignoto e di scoperta, relegando tutte le vicende a dei semplici itinerari già prefissati.
    Forse questa parte è stata inutilmente e pesantemente retorica ma io non sono Ivan e quando scrivo mi faccio molto più prendere dalle emozioni, insomma, scrivo come se stessi parlando a voce con il mio interlocutore. So che non è una cosa professionale, ma mi rende più libero di esprimermi come voglio.

    Termino dicendo che non risponderò all’ipotetica profondità dimostrata da Goh nella seconda metà della serie, sia perché secondo me non c’è, sia perché trovo ingiusto tirare in ballo episodi che Ivan non ha ancora visto e sui quali non può ribattere. Pika, io e te ne abbiamo già animatamente parlato su messenger, ma ora mi sembra fuori luogo citarli.

  4. Dire che tre quarti di questa serie siano basati su Pokémon Go mi sembra un’esagerazione. Non mi piacciono gli smartphone e non sono interessato a Pokémon Go, quindi non voglio difendere le influenze che chiaramente ci sono, ma dire che Gou sia incentrato solo su quello secondo me è sbagliato. E capisco la tentazione dato il nome. Almeno in giapponese è un nome vero usato comunemente, quindi adattarlo come “Goh”, che magari possiamo considerare una trasliterazione insolita, lo rende fin troppo ovvio. I riferimenti a Pokémon Go ci sono chiaramente, ma questo è diverso dal dire che tutto quello che fa è un riferimento a quello. Catturare i Pokémon non è stato introdotto in Pokémon Go, il modo in cui li cattura non è diverso dai giochi principali con l’eccezione di alcune rare menzioni dell’orientamento dei lanci. E la “lista dei Pokémon presi” si chiama Pokédex.

    Secondo me le catture semplici e veloci non sono un problema con Pokémon semplici da catturare. Alcuni si lasciano catturare facilmente, altri no. E se si lasciano catturare così facilmente, probabilmente sarà perché è facile fargli buona impressione. Cosa che invece magari non può succedere facilmente con, ad esempio, Mewtwo. Catturare Pokémon al Bosco Smeraldo è semplice. Capisco invece il problema con le cose offscreen dopo delle catture. Riguardo il personaggio in se invece, sono d’accordo con il commento di Pika, è quello che avrei voluto dire, ma non penso sarei stato in grado di trovare le parole giuste per farlo.

    Ci sono elementi di questa serie che non mi piacciono (anche se molte vengono dai giochi o da come sta venendo gestito Pokémon in generale ultimamente) che vengono discusse poco. Alcuni dei problemi di Ivan con l’arco di Spada e Scudo (che a me non danno troppo fastidio nell’anime) hanno origine dal gioco stesso. Charizard che ruba l’attenzione alle cose nuove e la grande area vuota generica con qualche collinetta e laghetto.

    Ecco una grande influenza non solo sull’anime, ma anche sui giochi: ora tutti hanno lo smartphone. Il Pokédex? No, non c’è, è un’app ora. E ci mettono dentro un Rotom, che diventa un assistente virtuale generico che potrebbe benissimo non essere un Rotom e che sta quasi sempre zitto. Però i Pokédex nell’anime hanno sempre parlato, no? Cos’ha di speciale questo? Vanno ad Alola e si comportano come se lo “Smart Rotom” (il nome italiano è ancora più stupido) fosse meglio del Pokédex Rotom quando è chiarissimo che non lo è. Il Rotom del Team Rocket mi sta simpatico dalle pochissime scenette in cui l’hanno lasciato parlare, mi piacerebbe vederlo interagire di più. Non mi piace neanche che Gou continua ad usare le Poké Ball normali. Mi piacerebbe vedere un episodio in cui impara ad usarne altre, come ottenerle e introdurre un po’ più di strategia nelle catture generiche (soprattutto se iniziano ad esaurirsi i Pokémon che si può dire sono semplici da catturare). Un’altra cosa sono le “lotte raid” a caso, che forse avrei dimenticato se non fossero state menzionate qui poco fa, dato che fortunatamente in realtà non ci sono quasi mai. Mi piacerebbe anche vedere Gou allenarsi e fare lotte con altri allenatori, cosa che continuano a suggerire principalmente nelle sigle ma che si vede pochissimo negli episodi.

    Secondo me hanno intenzione di dare più attenzione ad Ash più avanti, con una serie di episodi vicini, non necessariamente tutti uno dopo l’altro, più incentrata sulle sue lotte. Sembrano prendere blocchi di episodi e usarne molti per concentrarsi su personaggi o Pokémon specifici, quindi secondo me è questo che hanno in mente per ora. Ovviamente potrei sbagliarmi, ma al momento mi sembra così.

  5. Ciao @fireforce-xy!
    Puoi parlare in parte per Ivan certo, ma non per tutti i fan di Ash. La mia non era un’accusa a voi, non mi permetterei mai dato che ci conosciamo bene e da tempo. Come si nota infatti su moltissime cose sono d’accordo, o non ho nulla da aggiungere perché oggettivamente sono giuste e condivisibili. Infatti non ho mai difeso in toto la serie, condivido solo la mia su Goh perché, soggettivamente, escluse alcune criticità oggettive causate a mio avviso dalla struttura, a me piace (a prescindere dal suo obiettivo che per quanto mi riguarda può essere uno qualsiasi tra quelli disponibili nell’immaginario Pokémon). E riguardo appunto all’ultima nota, c’è poco da ribattere, se dico che anche in alcune occasioni della seconda stagione a me è piaciuto particolarmente, non è che un contro commento mi fa cambiare idea… è (anche) personale ed esclusivamente in questo caso, non sono stato d’accordo nemmeno con le critiche oggettive. Ma non mi riferivo unicamente al tuo acceso scambio di idee, non mi permetterei di riportarlo qui in quanto privato e spoiler (infatti era solo un accenno generico). Come ho specificato leggo i commenti del web. Anzi, rileggendo il mio commento non vorrei venisse fraineso il “tono spiritoso” in alcune parti, lo faccio perché in primis la mia non è un’analisi seria come la vostra (non ne sarei capace), e in secondo luogo perché trovo fuori contesto alcune critiche del web.

    Ci tengo quindi a ribadire che non vado contro voi (avevo appunto fatto una precisazione dovuta nei confronti di Davide per dire che non andiamo nemmeno contro lui, quindi figuriamoci! Qui ci si rispetta tutti). Mi sembra un trend generico quello di pretendere gli argomenti che devono essere trattati e ad ogni modo dato il genere richiesto non ripongo speranze in questo anime in tal senso. Abbiamo recentemente avuto la Pokémofobia, che indubbiamente è associabile a fobie per determinati tipi di animali e altri argomenti seri trattati in Sole e Luna. Inserire altre problematiche come tema portante di un personaggio immediatamente nella serie successiva mi sembrerebbe un po’ da serie tematica oltretutto, quindi a maggior ragione non vi ripongo speranze.

    Ottima osservazione anche la tua Gio! Completare il Pokédex è sempre stato uno degli obiettivi (non obbligatori) dei giochi, ma questa meccanica non ha mai funzionato nell’anime, nemmeno nei giochi era poi così tanto mainstream imho, chiaro quindi che dopo il successo di GO si siano incoraggiati a introdurla, stravolgendo l’anime. Tutto ora sta nelle conseguenze, se otterranno i risultati sperati o no, o se addirittura ciò non gli farà notare nemmeno un aumento di pubblico (probabile) e se eventualmente aggiusteranno il giro a cambio di generazione. Sebbene rimanga comunque il dubbio che – considerata l’entità dei cambiamenti – abbiano piani più duraturi per Goh.

  6. Uh! Quanti commenti! Non me ne aspettavo tanti (e anche se ho tardato a ridire la mia, così in fretta)!

    Innanzitutto, Pika, grazie della pazienza per aver letto anche questo, mi rendo conto di avere sforato, ma almeno ho scritto cose interessanti! Naturalmente sono d'accordissimo con la tua premessa, e la linea personale di ognuno resta totalmente libera; anzi, il mio è un modo di confrontare queste libertà, senza libertà non ci sarebbe confronto. Quando menzionavo il politically correct, era solo per un'impressione: che Davide non avesse completato le sue critiche nei finali perché magari si tratteneva inconsciamente, o per non deludere il suo precedente ottimismo, o perché pensava che lasciandosi in completa scioltezza sarebbe risultato troppo duro. È una mia curiosità sapere se quest'impressione fosse giusta o sbagliata, e ciò ce lo potrà dire solo il diretto interessato, ma non era in alcun modo un limite alla sua libertà in qualunque ambito. Quindi ovviamente, se lo desidera, può mantenere questa linea.

    Passando a risponderti: prima di tutto, ma quali nostri livelli, non fare il modestone che guardi 'sti mostriciattoli da quando eri alto la metà! Allora, una delle cose che non guardo mai sono i forum italiani o stranieri (come ben sai per motivi di spoiler), quindi non avevo la controprova che le mie critiche fossero condivise poco o molto. Certo, ritenevo probabile che lo fossero, ma saperlo me le fa percepire ancor più motivate. Non perché io sia un criticone (ricordi quante difese a spada tratta negli anni abbiamo fatto, anche insieme…), ma perché ritengo che a questo giro, con mio enorme dispiacere, ci stiano di brutto. Infatti ho notato che anche chi inizialmente era più ottimista, purtroppo, col tempo tende a concordare con me. E dico purtroppo perché significa che l'anime sta facendo troppi errori. Il che mi dispiace.

    Ma andiamo agli argomenti più pepati, quelli in cui non si è d'accordo! Goh è sempre un bel po' divisivo per com'è creato, quindi non mi stupisco che ci siano differenze. Comprendo (anche se non condivido) il tuo distinguo sul personaggio e il sistema di serie, so cosa si prova quando si vuole salvare un personaggio, e magari lo si apprezza nel mezzo di un contesto sballato. Però, non essendo una persona vera, se vogliamo ragionare su un personaggio isolato dobbiamo valutarlo a partire dalla sua essenza, da com'è stato scritto il suo carattere di base e da come esso si pone agli eventi; poi proviamo a immergerlo in altre realtà per capire se è valido. Ecco, io trovo che difficilmente mi piacerebbe, anche in una generazione classica o in un altro genere di anime. Perché è sempre blando, indeciso, una specie di personaggio-contentino per tutti (e in fondo questo l'hai detto anche tu), eternamente nel mezzo: ha problematiche sociali però interagisce con naturalezza contro tutte le difficoltà, è solitario ma fa amicizia in fretta, è di base insicuro ma è tronfio quando vince, è inesperto ma riesce in tutto, e così via. Ogni volta che un suo limite o caratteristica dovrebbe farci emozionare, magari rivedere nelle sue difficoltà, durante la scena o l'episodio dopo viene prontamente sistemato per non urtare, come hai citato, il compiacimento della massa generica. La formula contribuisce a danneggiarlo, ma per me la sua scrittura alla base non è esente da colpe: sono due elementi che marciano a braccetto, lui stesso è scritto in modalità standard per compiacere la massa! Diciamo che lui ha una base piatta e generica, la serie gli blocca ogni difficoltà e lo accontenta, quindi la sua personalità continua a diventare ancor più piatta e generica, così la serie inizia a contraddire le sue trame. È un circolo vizioso. Un mal comune senza mezzo gaudio perché alla fine, dal mio punto di vista, non si salva nessuno…

    Trovo più interessante l'argomento della psicologia, per nulla banale. Penso tu abbia citato degli episodi futuri non per cercare di gabbarmi (lol) ma per introdurre l'argomento critiche, quindi lo prendo così com'è. Ma come avevo specificato a Davide, per ora non posso dare valore a eventuali possibilità future, quindi mi soffermo solo sulla visione delle critiche. Su internet c'è sempre chi critica a prescindere e chi elogia a prescindere, quindi è sicuro che qualcuno l'avrai beccato pure tu. Ma togliendo gli estremi, se devo ad esempio parlare per me o Dan, posso dirti che non è successo. Anzi: se vedi Dan più incavolato e duro di me, è perché all'inizio lui era molto più fiducioso di me (io ho iniziato ad abbattermi su Goh all'episodio 6 e sulla serie al 20 e qualcosa!). Quindi lui ha vissuto ancor più delusione.

    Dicevo, quindi, mai ho osato criticare a prescindere, anche quando il personaggio già non mi piaceva, perché continuamente speravo iniziasse a piacermi. Amo che i personaggi mi piacciano tutti, soprattutto i coprotagonisti (molti, come Lucinda o Lem, sono tra i miei preferiti di tutti gli anime della mia vita!). A dar forza al concetto, Dan si ricorderà di quando inventai un possibile "episodio 48" per renderlo piacevole e dargli una bella storia, e fu divertente. Debbo quindi escludere ogni ambientazione di odio a prescindere o comunque di odio assodato: giuro che ce l'ho messa tutta!

    Le associazioni patologiche sono eccessive, su questo ti do pienamente ragione. Non appoggio le mie critiche al fatto che debbano esserci patologie grosse. Ma mi fa storcere il naso che la serie stessa abbia messo in fortissimo risalto – ripeto, di propria iniziativa – le difficoltà sociali di Goh, esponendole al pubblico con scene chiarissime, inequivocabili, a senso unico: avevano l'obiettivo di far emozionare e dispiacere sulla sua difficoltà. Goh bambino che parla di non volere amici, il ricordo di un'infanzia in compagnia dei PC e non di persone, le scene in cui si spiega come anche l'unica amica Cloe non abbia un legame stretto, l'iniziale rifiuto di Ash: narrativamente erano dei chiarissimi e innegabili foreshadowing, fatti e sottolineati apposta per creare emozione e curiosità verso cose future più importanti. Non dico che dovessero presagire a cose molto gravi e ultra-patologiche, ma erano chiaramente mirate almeno a qualcosa di profondo, emozionante, significativo per il suo percorso di crescita: sia cose già accadute nel passato, sia da sviluppare nel presente. Questa grossa premessa (che, non mi stanco di ripetere, è la serie che ha fatto risaltare per attirare l'attenzione) sfuma malamente in 1 episodio dedicato all'amichetto (passato), e in difficoltà sociali MOLTO rare, nonché mal piazzate a fronte di interazioni quotidiane normali. E allora, mi dispiace, ma ritengo normale che si resti delusi e quindi critici nei confronti di serie e personaggio. È stata tirata un'esca narrativa, che era pure una bella possibilità di rivoluzione, cioè dare una difficoltà sociale concreta a un protagonista (un po' come fu ben realizzata con Lylia da te citata); ma poi è sfumata perché – come hai citato – ci sono target, pubblico di app e pubblico casuale da mantenere buoni. E allora non lo dovevano fare in principio, non dovevano ingannarci: è stato un bait molto povero, una scrittura vigliacca.

    Non penso quindi serva inoltrarsi nelle patologie gravi, e chi lo fa eccedendo, sbaglia: le dinamiche sociali e personali che tu hai menzionato sono perfettamente giustificabili ed esistenti. Di conseguenza, però, non serve essere competenti in questi argomenti perché questa è narrazione. Se mi lanci una scenetta che ammicca a una difficoltà, che fa presagire un episodio commovente, forte, intenso, comunque un momento importante, poi me lo DEVI proporre di qualità, adeguato all'attesa da te stesso creata. Non può essere identico alla realtà in cui molte volte non c'è drammatizzazione, perché nella realtà la scenetta emozionale all'inizio non ci sarebbe stata. Siamo in contesto narrativo, e se non mi fai emozionare sei venuto meno alle tue promesse, com'è successo purtroppo qui, come in un trailer bellissimo a cui poi corrisponde un film brutto! Goh è così: quella potenzialità di "shock" almeno ce l'aveva, per me era anche l'unica, ma non corrisponde a nulla. Comprendo che la tua filosofia nella realtà sia applicabile, ma un episodio deve avere impatto, per cui non si può far sfumare tutto e motivarlo con la realtà. Lo spettatore non ha visto nulla. Non si è emozionato. Il resto sono nostre interpretazioni, magari interessanti, ma che non aggiungono alcuna emozione agli episodi.

    In linea generale, mi accodo sia al primo che al secondo commento, credo che la differenza di visione stia in questa cosa: io non accetto che l'anime si sia reso da solo così episodico da cancellare la sua progressione narrativa. Nel senso, per me dire "l'anime è episodico quindi Goh è così / quindi Ash va così / quindi le trame sono così" non è una scusante, bensì un'aggravante, perché renderlo con questa formula è una scelta consapevole e, a mio modo di vedere, brutale. Ritengo che Esplorazioni dovesse essere molto diverso; al contempo, pure rendendolo episodico, potesse essere comunque migliore di com'è ora. Non mi addentro in altro perché, pur di fronte a una qualità molto abbassata, non sono nessuno per dire agli altri se deve piacer loro qualcosa di così tanto più leggero o abbozzato. Però continuo a non essere d'accordo 😀

    Mi ricollego (e rispondo) ora a @fireforce XY, che mi ha citato più volte perché abbiamo commentato gli episodi spesso. Anche se i nostri approcci sono un po' differenti, devo concordare con tutte le sue affermazioni, che ricalcano molte mie analisi nella rispostona. Nei mesi passati è capitato che io fossi più critico su un episodio e lui più su un altro, e viceversa, ma quelle evidenziate sono delle falle generiche davvero palesi! La scrittura di Goh è molto indolente, i suoi archi di "crescita" durano dai 5 ai 20 minuti al massimo, le differenze tra il Goh dell'episodio 10 e quello dell'episodio 48 (parlo per me visto che sto a questo punto) son poche, e soprattutto, ragazzi: le difficoltà. Goh non ha difficoltà. La serie non gliele crea. Quando ne vengono mostrate, finiscono subito. Non posso che sottoscrivere Zapdos trattato come un Pidgey. NESSUNO dovrebbe sorprendersi se un ragazzo normalissimo e senza grandi esperienze di lotta (non concorre come allenatore) non riesce a catturare Zapdos. Dovrebbero TUTTI sorprendersi che riesca a non uscirne carbonizzato al primo attacco. E invece la serie fa "Woh! Pazzesco! Zappy ha resistito alla straordinaria potenza e alla meravigliosa tecnica di lanciosfere di Lan… Camill… Adria… GOH!!!". E ti fa passare la mancata cattura come un'eccezione, un miracolo. Come se prenderli a caso fosse diventata l'ormai indiscussa normalità (ma solo nel suo caso). E no, eh…

    Del resto ho già parlato tanto e non so che dire sui commenti internazionali, che non seguo. Posso riportare il mio caso: continuo a seguire la serie perché è Pokémon, perché ogni 10 episodi me ne piace 1, perché amo Ash e voglio sapere che fa, ma in questo momento vorrei molto esserne meno attaccato per smettere di seguire Esplorazioni. La pausa estiva per me è stata un sollievo, e questo mi fa male. Penso che Dan non abbia usato retorica quando ha parlato dei suoi sentimenti verso la serie, perché io provo gli stessi: mi ha dato davvero tantissimo nella mia vita e ci sono legato come poco altro al mondo. Mi è crollata una certezza e mi ha urtato non poco. Quando leggo qualcuno dire che un episodio palesemente orribile è super bello e magari io sono l'hater, provo dispiacere per tutto il tempo che ancora oggi passo a difendere la mia serie della vita. Le critiche seppur circostanziate le ho sempre fatte: le ha dette Dan, oltre a quelle poco altro, ma non ho mai chiuso gli occhi. Però se ora sottolineo difetti che sono grossi come voragini, sono io che non mi sto "rilassando in una serie per bambini" e pretendo "la crescita". Che c'è sempre stata. Nella stessa serie per bambini. E ora non la posso avere. Perché è una serie per bambini.

    … Eh?

    In ultimo, rispondo a @Celeste e al suo commento molto interessante. Da spettatore secolare rimango convintissimo della mia frase: è basata per tre quarti su Pokémon GO (ma non ci diamo troppi pensieri, anche il quarto rimanente è venuto male). Non si tratta del nome: quello è la punta dell'iceberg, pura manifestazione della volontà di non provare neanche a nasconderlo. Il fulcro è invece sullo sviluppo della serie. Essa si basa su GO come riferimento universale.

    Innanzitutto, GO è un gioco per smartphone da ritaglio di tempo e passeggiata, con pressoché zero profondità, nessuna competitività, nessuna storia a medio o lungo termine (manco a breve visto che ci sono le missioncine), nessun senso di completamento, e svolgimento infinito: l'obiettivo di completare il Dex non è mai stato possibile, né al lancio, né oggi, visto che non ci stanno ancora tutti i Pokémon. Tutti questi elementi nascono per il pubblico casuale.

    Di riflesso, ESP è una serie completamente episodica da ritaglio di tempo per spettatore generico, con minima o nessuna successione né della storia, né dei caratteri e psicologie dei personaggi (chiari gli esempi di Fabia, prima "rivale", che ha 2 episodi in croce, e dello stesso Goh che risolve in 1 episodio i dubbi sul suo dramma). Il metodo scelto per le battaglie non ha senso di completamento, e ha potenzialmente lo svolgimento infinito (se lo si volesse, Ash potrebbe fare lotte del PWC per sempre, mentre le medaglie sono sempre obbligate a finire). Non esiste una storia se non brevissimi archi, non esiste più un viaggio vero e proprio ma solo maledetti biglietti di mezzi pubblici. Anche le battaglie sono meno approfondite, ma vabbè, lasciamo stare, qua mi direste sempre che sto nel campo soggettivo.

    E ho, come si dice in Inghilterra, solo grattato la superficie. A questi elementi narrativi si aggiungono tutti gli altri che abbiamo stramenzionato e che non sono, mi dispiace contraddirti, semplici riferimenti. I raid non hanno senso di esistere in questo mondo perché c'è un solo Pokémon nel mezzo e non 20 copie uguali; il collezionismo di Pokémon puro e rapido non dovrebbe esistere in un mondo in cui sono esseri viventi e dotati di sentimenti, e la serie stessa è imperniata su suddetti sentimenti; il metodo di cattura di GO distrugge il legame alla base di essa che c'è sempre stato nell'anime, e stravolge le strutture degli episodi visto che vengono imperniati sul lanciare sfere. È pure molto, molto diverso dai giochi visto che non deve indebolire alcunché. Non sono riferimenti, ma cambiamenti fatti sulla base del gioco per cellulare. Tutte queste cose sono molto importanti, hanno un grande impatto sull'anime, e si SOMMANO alla roba sulla struttura. Il tutto cammina insieme, anzi si sovrappone! E come ha detto Pika, ho pure dubbi che attireranno davvero pubblico: ho cugini che non vedevano o giocavano Pokémon da 15 anni, hanno giocato a GO i primi 3 mesi e poi lo hanno disinstallato, tornando a dimenticare il brand. Stanno puntando quella gente lì. Ed è INUTILE.

    Le catture semplici e veloci che menzioni non sono mai state il problema su alcuni Pokémon. Le avrei capite, seppur comunque come forzatura (perché l'anime di prima le valorizzava, vedi Ash VS Caterpie e le emozioni che ci ha dato, o la comicità di Vera, Jessie e Wurmple, solo per citare delle banalissime larvette). Giuro che le avrei capite, ci ho provato! Ma non vanno bene su tutti, è assurdo che si catturino così (o con la blandezza di 1-2 mosse) tutti. Farfetch'd, Ariados, Darmanitan, Vibrava, starter come Sobble… Non posso accettare che valgano un lancio di sfera ebbasta (gioco di parole, quanto sono burlone!). Sono perciò d'accordo con te, anche se mi pare un discorso incompleto, visti tutti gli esempi contrari che ci sono stati. E visto che ci sono stati, dovremmo disapprovarli! Almeno per me è palese farlo.

    So che alcuni problemi hanno origine con Spada e Scudo, che infatti compartecipano al dramma. Fanno un po' da ciliegina sulla torta. Non darebbero fastidio se fossero da soli, ma se la torta è bruciata, diciamo che uno ci ha fatto il callo e non perdona nulla. Se l'arco della Notte Oscura fosse piazzato in una bella generazione, quest'ultima gli ridurrebbe degli errori, e sarebbe tutto più sopportabile. Ma la realtà è diversa.

    Paradossalmente non mi disturba troppo il Dex, sebbene io lo ritenga… stupido. È solo l'ennesima segnalazione che GO conduce a ESP. La maggior parte dei Dex prendeva la forma della nuova console che l'ospitava, vedi Hoenn, Sinnoh, eccetto ovvie ripetizioni da scansare perché il DS e il 3DS non sono cambiati per una vita. Ecco quindi che se il Dex diventa uno smartphone, significa che la console è lo smartphone. Cioè che il gioco non è Spada e Scudo (altrimenti si basava un po' su una Switch), ma GO. Lo so, sta pure in Spada e Scudo stesso, ed è una dimostrazione ulteriore della direzione di tutto il brand, mica solo dell'anime! In sé per sé non mi uccide troppo nella serie, però eh, insomma, potevate provare a nascondere questa infinita associazione.

    Vorrei vedere anche io le cose di cui parli, tipo sfere diverse, lotte con allenatori, e via dicendo. Ci dovrebbero essere, pure in una generazione che non mi piace, lenirebbero un po' il dolore mostrando qualcosa di bello. Ma non ci stanno nemmeno quelle! Capisci dove vado a parare quando dico che è un disastro che mi sorprende?

    Sono all'oscuro del futuro, ma se questi primi 48 episodi mi hanno detto qualcosa (oltre a bisbigliarmi "non fidarti mai più di niente al mondo, ingenuo essere umano!"), è che se ti creano un'aspettativa, poi te la deludono*. Ho visto un paio di sigle belle e di banner belli, indiscutibilmente belli, ma poi negli episodi non c'era niente. Non credo che Ash riceverà grossa attenzione o molti episodi tutti vicini in futuro, perché la disparità dopo 48 puntate è troppo grossa. Credo che riceverà singoli balzi per poter dire "visto? Ash c'era ed era potente!", e al massimo delle belle battaglie finali con Dandel e compagnia cantante. Ma se volevano dare ad Ash solo dei blocchi, ne avevano già fatto qualcuno, non stavamo aspettando ancora.

    (* Oltre che al peggio non c'è mai fine.)

  7. Non mi devi ringraziare Ivan, entrambi purtroppo siamo meno attivi sul sito per i vari impegni, per cui poter rileggere finalmente un tuo talk recuperato nei commenti non può che farmi piacere 🙂

    Riguardo Goh, non dicevo esattamente che è “un contentino per tutti” (la serie lo è), ma che impostarlo in un certo modo sin dall’inizio rendendolo un personaggio difficile da comprendere, non sarebbe stato l’ideale per un protagonista, almeno in una serie così! L’intera struttura della serie vuole essere un contentito per i fan di qualsiasi generazione. Avrebbero potuto svilupparlo meglio in maniera più lineare e continuativa, questo indubbiamente, però quando fai per l’appunto l’esempio “nell’episodio x ci fa emozionare ma nell’episodio successivo tutto è resettato per compiacere la massa”, il problema non è appunto la struttura episodistica? Per questo motivo forse anche io posso rientrare nella categoria “mi piace il personaggio e voglio difenderlo”, ma sia chiaro che se notassi incoerenze grandi lo direi apertamente! Su tutta una stagione solo in una manciata di episodi Goh viene scritto bene e mi emoziona? Ringrazio per quei pochi episodi in cui risalta bene e dico che fa schifo la realizzazione della serie! 😀
    Onestamente non so in quanti episodi possa esserti apparso come un personaggio sempre indeciso, ci sono sicuramente alcuni esempi ma ad ogni modo sarebbe una delle sue caratteristiche quindi può piacere come non piacere e questo ci sta.

    Sì, ho seguito anch’io ogni episodio, sebbene non ho una buona memoria come te però! Ad ogni modo conosco benissimo la serie in generale e quindi ne so parlare, questo è vero, però quello che intendevo è che comunque non sono molto critico e non seguendo più da tempo nessun’altra serie, posso avere meno esperienza in ambito rispetto a voi. Un’altra cosa che non amo fare sono i paragoni con le altre serie, è chiaro ed evidente che questa non è ai livelli di molte altre, però sapendo che ogni serie ha una tipologia di produzione diversa, almeno per me non c’è nemmeno bisogno di paragonarla con serie che sono state prodotte sicuramente meglio per farne una valutazione, la valuto per com’è a prescindere.

    Mi sfugge il neologismo gabbare ma credo di aver capito 😀 felice di non essere stato frainteso! Che ci sia stato del bait molto povero non si può escludere, e a parte le problematiche di Goh, è anche questa una critica che ho letto varie volte su questa serie, che spesso è più l’hype che crea per ogni evento che non la reale soddisfazione / appagamento che si ha ad episodi conclusi. Riguardo appunto al foreshadowing che menzionavi, capisco appieno e, personalmente io da spettatore qualsiasi a fine stagione dedurrei che Goh abbia avuto difficoltà sociali in passato ma che al tempo in cui è ambientata la serie, sono ormai quasi del tutto risolti (che potrebbe essere il giustificativo da loro usato per liquidare (o liquidare momentaneamente) ogni possibile svolgimento / approfondimento).

    Concludo con una piccola speranza & joke annesso! “Se mi lanci una scenetta che ammicca a una difficoltà, che fa presagire un episodio commovente, forte, intenso, comunque un momento importante, poi me lo DEVI proporre di qualità, adeguato all’attesa da te stesso creata.”
    Ricordiamoci che è solo finita la prima stagione, ce ne sono ancora altre due o tre, se ti basterebbe solo UN “episodio commovente” che sviluppi tutto ciò, magari ci accontenteranno! (si scherza 😀 )

  8. Okay, la smetto di scrivere commenti chilometrici che poi devo esportarli con dubbio risultato di font, finalmente uso solo il box del sito per rispondere 😀

    Io naturalmente non dico che Goh non può o non deve piacere a nessuno, anzi; credo traspaia un po’ dalle mie parole la delusione per non aver visto ciò che i foreshadowing / creazioni di hype premettevano, cioè le sue difficoltà sociali. Non per forza gravi, ma comunque che dessero un’emozione, perché secondo me era un’ottima possibilità! Spero che in futuro possano recuperare, ma visto il trend di cui stiamo parlando, da “contentino”, della serie stessa, ho timore che si vada avanti così quasi tutto il tempo (ho letto postumo che ci fu grande emozione per il ritorno del Mewtwo del film, per esempio, ma ho trovato deludente e di sicuro frettoloso anche quell’episodio). Sono il primo a cui poteva interessare il personaggio, anche per quello è aumentata la mia delusione e mi scaglio anche su di lui (anche, non solo, perché come dici tu, la struttura della serie ha i problemi maggiori), credo sia stato generato male: ha un obiettivo davvero incompatibile con l’anime in cui è stato inserito, e un carattere che non ha spazio negli episodi perché il tempo dedicato a Goh, che è tantissimo, viene spostato sulle catture e sul suo riuscire in tutto.

    A tal proposito, secondo me gli scrittori sono stati MOLTO confusi! Uno insicuro dovrebbe avere molte difficoltà, fallire spesso, sbagliare anche a rapportarsi con gli altri, per ispirare compassione e coinvolgimento negli spettatori altrettanto insicuri. Invece riesce sempre, e alla fine viene (ma è normale) odiato perché riceve tutti i premi! Ritengo si facesse molto ma molto meglio a non proporlo con le sue difficoltà già risolte nel presente, come hai menzionato. Proprio perché funziona come un bait povero; dopo l’incipit io volevo vedere Goh soffrire e poi riprendersi, perché è ciò che emoziona! Sapere che si è già ripreso mi cancella l’empatia della sofferenza (che poi pure è stata breve nel flashback di 1 solo episodio).

    Sulle tipologie di serie, sono d’accordissimo con te e lo sai, ricordo quel vecchio talk “Questione di generazione” in cui confrontavo le diverse strutture e difendevo a spada tratta anche il bistrattato Nero e Bianco. Però qui non è per fare un confronto, trovo parecchio insufficiente Esplorazioni sia se confrontato a qualunque parte di Pokémon, sia ad altri anime, sia a sé stesso: è una serie incoerente con alcune sue parti interne, e penso che ci sia stata, purtroppo, una bassa qualità di scrittura. A volte ho l’impressione che gli scrittori siano in contrasto tra loro perché alcune parti della serie si smentiscono l’una con l’altra. Ti dico la verità, mi chiedo spesso che stanno combinando, perché anche nelle parti un po’ più bistrattate dell’anime c’era la giusta coerenza interna.

    E per il finale, di sicuro qualche episodio più intenso non mi dispiacerebbe affatto e forse mi aiuterebbe a… malsopportare di meno il personaggio e ciò che gli sta intorno! Spero che la sua difficoltà relazionale non stia SOLO nell’episodio dell’amichetto, perché ti dico la verità, sarebbe un po’ poco, era pure malato 😀 il tempo per migliorare c’è ancora, ma c’è sempre stato: è che io vedo la mancata volontà di migliorare, secondo me vogliono proseguire tutto il tempo così…

  9. Immagino che questo commento arrivi un po’ fuori tempo massimo ma finché non leggiamo la risposta dell’autore per me questa discussione resta sempre aperta.

    E che è venuto a dire questa volta il fan tossico per eccellenza (si, mi hanno definito così su yt e ormai me ne fregio borioso)? In realtà una cosa molto semplice ma che conoscendomi mi dilungherò un sacco nel dirla.
    In questi commenti, alcuni di critica altri di difesa, abbiamo affrontato molti punti caldi di questa serie: l’aderenza ai giochi, lo sbugiardamento dell’anime e il tradimento di ogni qualsivoglia regola narrativa creata per questo universo in quasi 20 anni di trasmissione. Ma credo che si sia perso un punto importante di Esplorazioni, e forse il macro difetto più macro di tutti, il quale getta le sue radici per tutti i micro problemi elencati da me e dal sempre riassuntivo Ivan XD
    Un problema molto più grande della struttura episodica e della gestione dei personaggi: ovvero l’identità che questa serie ha.
    Io penso che questa serie non ne abbia alcuna. Mi spiego peggio:
    Una vecchia canzone di Rino Gaetano (bravi tutti a citare Oscar Wilde o Confucio, io mi distinguo) recitava: «Partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri!», e su questo verso vorrei basare il mio successivo discorso.
    Parto con una domanda: cosa vuole essere Esplorazioni? Cosa è? Quali sono i suoi punti fondamentali che ne determinano l’identità?
    Okay, le domande sono state più di una, ma tentiamo di rispondere. La prima: “Cosa vuole essere Esplorazioni?”; la risposta più immediata sarebbe “E’ una serie che cerca di innovare l’anime inserendo molta più coerenza con i titoli videoludici e che apre le porte a nuove possibilità mai vagliate prima dal cartone!” e non è mica sbagliata come risposta. Ma, ne sono certo, qualcun’altro potrebbe rispondere “E’ una serie che si fa carico dei 23 anni d’età dell’anime e che cerca di tirarne maestosamente le summe, proponendoci molte citazioni e una sempre presenta continuità che fa percepire come nulla di quello che abbiamo visto in 7 stagioni sia stato inutile!”, oh, neanche questa è sbagliata… Ma sono due affermazioni agli antipodi, mmh… qual è la verità?
    Ed è questo il problema di fondo di Esplorazioni, ovvero la sua bi-polarità d’intento. Essa vuole essere entrambe le cose, sia innovativa e avveniristica, ma anche nostalgica e tendente al passato.
    E non penso serva essere uno sceneggiatore professionista per capire come queste due realtà non possano sposarsi in maniera armoniosa, ci possono provare ma è quasi scontato che in pochissimo tempo sorgeranno dei problemi di coppia. E prima o poi divorzieranno.
    Se avete visto Boris avrete sicuramente famigliarità con il concetto di locura espresso nell’ultimo episodio della terza stagione: ovvero il voler puntare al conservatorismo (in questo caso utilizzando vari ritorni di personaggi e citazioni) ma allo stesso tempo voler essere folli e imprevedibili (e qui si parla ovviamente della parte legata a Goh, con le catture alla GO maniera sdoganate).
    Esplorazioni è una serie che prende a piene mani dai videogiochi, ritraendo i Pokémon seguendo le linee guida delle descrizioni del Pokédex, proponendoci uno stile di cattura completamente affine all’app, inserendo un personaggio creato unicamente per omaggiare la quest principale di ogni titolo. Ma allo stesso tempo (terza volta che ripeto il concetto) ecco che tornano vecchi personaggi, si rivà in vecchie location, si citano lotte o eventi di 18 anni prima e così via. Ma qual è il valore di questi ritorni o di queste citazioni, se la serie in cui sono è una serie che delle precedenti ha poco o nulla? Mettiamo caso che torni Vera. Lei ha una sua storia, una sua caratterizzazione e il contesto in cui si muoveva era quello di una serie profondamente diversa da quella attuale. Qual è il senso di ripropormi questo personaggio in una serie che tradisce di fatto tutte le caratteristiche narrative che hanno permesso a Vera di essere Vera? Il mondo in cui Vera (ma vale per tutti gli altro vecchi pg) si muoveva non è lo stesso in cui si muove Goh, ed è quest’ultimo il mondo imperante al momento.
    E ciò va oltre il difetto che i ritorni durino solo un episodio o della trama degli episodi in cui questi ritorni avvengono, perché è proprio un problema che sta alla base dell’idea che regge questa serie.
    Alla fine Esplorazioni non riesce ad eccedere in nulla, in quanto anche la sua parte innovativa viene puntualmente castrata da questa continua ricerca di passato.
    Io e Ivan ci siamo sempre lamentati del famigerato episodio 06, e per quanto resti una delle più grandi schifezze che occhi umani abbiano mai guardato, è a tutti gli effetti l’episodio più coerente su Goh. Perché mostra un personaggio lineare con il sogno che gli hanno affibbiato, farà pena come episodio, ma non tradisce la strada che la serie voleva e ha effettivamente preso. Ma, c’è sempre un ma, alla fine Esplorazioni non riesce a far risaltare neanche questo aspetto. Noterete come andando sempre più avanti con gli episodi anche la trama di Goh bracconi…Ehm, catturatore di Pokémon sia stata sempre più levigata, relegata alle semplici e obbligatorie 2 o 3 catture ad episodio, senza mai mostrarci un Goh veramente impegnato nella realizzazione del suo sogno.
    E qui si torna alla frase del mitico Rino: questa serie è partita incendiaria e fiera, cercando di proporci dei cambiamenti radicali, bruschi, drastici talvolta e strizzando l’occhio fin troppo ai giochi, quasi dimenticandosi di essere un anime talvolta. Ma dopo appena 25 episodi ecco che diventa pompiere, cercando di spegnere o almeno di contenere tutte le novità che ha apportato con una forte getto di nostalgia: e quindi via con Ornella, la gang di Alola, Gary, Iris (questi personaggi appaiono nella sigla italiana, quindi non sono spoiler per Ivan), Ash che usa Mr Mine (solo una volta, ma serviva a darci la percezione che lo avesse sempre con sé) e altri Pokémon di prima gen, Lucario e mille citazioni con le serie vecchie (talvolta pure forzate e inserite solo per il fanservice).
    Rispondendo alle domande “Cos’è?” e “Quali sono i suoi punti fondamentali che ne determinano l’identità?” potremmo dire che Esplorazioni è una serie priva di un vero punto forte (che poteva essere la spettacolarità in XY e il tono leggero e scanzonato in SL), che basa la sua storia sulla rendita delle precedenti stagioni, cercando allo stesso modo di proporre qualcosa di diverso e di più fedele al gioco, minimizzando però entrambi questi aspetti per far sì che nessuno dei due diventi predominante. Quello che otteniamo sono due protagonisti, Ash e Goh, che inseguono due diversi obbiettivi ma che nessuno dei due è approfondito o ben narrato, che si muovono in un mondo Pokémon che è più indefinito che mai, dove ogni evento viene sintetizzato al mero momento in cui accade senza una sceneggiatura solida alle spalle o una piccola progressione.
    Questo non però non toglie che quello che il mio migliore amico ma anche peggior nemico Ivan ha scritto sul suo commento sia vero: Goh, tra i due, è chiaramente quello con il maggior focus e su cui la serie si concentra maggiormente, almeno in questi primi 45 episodi (ma anche dopo in realtà) però è comunque innegabile che, per accontentare anche i fan di Ash e dar loro il contentino, gli abbiano tarpato le ali, impedendogli di fare altre incette di Pokémon pari a quella di JN06

    Per concludere, so che poteva semplicemente dire “Questa serie è bipolare!” e stop, ma come sempre mi sono dilungato oltremodo. Aggiungo una piccola risposta a quello che Ivan ha scritto di me sulla sua seconda risposta: ovvero che sì, io inizialmente ci credevo in questa serie. Come testimoniano i miei articoli ho davvero cercato di farmela piacere, quasi obbligandomi. Però dopo un certo punto non ce l’ho più fatta, anche cercando di scindere Goh dal suo obbiettivo alla fine ho dovuto ammettere a me stesso che era un personaggio scritto male e ancora prima di questo mal pensato.
    E guardate, se Esplorazioni fosse stata una serie che davvero prendeva le distanze dall’anime classico, basandosi al 100% sui giochi o su GO, mi sarei amareggiato di meno. Il mio disappunto per essa nasce proprio dal voler marciare su Ash e la sua storia rendendolo però quello che non è, ovvero un personaggio piatto che pensa solo a lottare e che AMA I PKM, ma tutto in funzione di Goh e del presunto progresso. Esplorazione per me è un pastrocchio, roba che viene buttata in un calderone e mescolata con altra roba scollata dalla precedente ma inserita solo perché bella da vedere, come se l’importante ormai sia solo l’immagine estetica. Il simbolo e niente di più. Ma un simbolo è solo un segno vuoto che non c’è un significato ad avvalorarlo. Ash con Dragonite, Gengar e Lucario non è qualcosa di epico se questi Pokémon sono appena accennati e sono palesemente lì solo per fare scena, solo per mostrare che Ash è forte e quindi ha Pokémon forti.
    Esplorazioni deve capire che l’estetica non salva una storia se la scrittura alla base è mediocre o insensata, esattamente come buone animazioni non fanno un buon anime o buoni effetti visivi non fanno un buon film. Dare Pokémon forti ad Ash pensando che basti quello a renderlo esperto non è valorizzarlo, è trattarlo come un personaggio stupido che senza i Pokémon già belli evoluti non è buono a far nulla.

    Vabbè, mi taccio per ora! Spero di non creare troppe polemiche, ma questo discorso dovevo pur farlo prima o poi.

  10. Caspita, è già passato un anno dal mio commento di millemila pagine! Non ho il coraggio di rileggerlo perché sennò questa risposta ulteriore la posto a settembre. Però come ha detto Dan, la discussione è ancora aperta, e non ho mai risposto al suo ultimo messaggio. Quindi visto che passavo di qui (classica scusa), quello l’ho riletto.

    @fireforce-xy (quando cambi il nick in DanFoster o qualcosa del genere, eh!?), voglio riprendere il tuo concetto. La ricerca di una definizione per la serie, che è quello che faceva anche @davidz99 nell’articolo originale, è effettivamente un’attività degna d’attenzione. Credo alla fine di dover confermare ciò che accennavo anche nel commentone: le definizioni date nell’articolo sono tutto sommato corrette, solo che si contrastano tra loro. Come ha detto appunto Dan. Non c’è una soluzione, perché ESP è tutto ed è niente.

    Insisto sulla dualità dell’opinione di DavidZ perché secondo me sta lì la chiave della generazione. Essa cerca in continuazione di “abbindolare”, proponendo un colpo alla botte e uno al cerchio, ed è da lì che proviene la doppia direzione anche dei commenti di chi la guarda. Non ho mai pensato, Davide, che quelle definizioni fossero ambigue (o duali?) perché stavi cercando consciamente di mettere una toppa alla serie e difenderla a priori. Non lo penso perché sarebbe come additarti di non essere intellettualmente onesto, cosa che invece ritengo tu sia. Penso solo che la serie prenda in giro, e chi come noi è fan dell’anime da lungo tempo e vuole trovare una chiave di volta per guardarla, rischi di ricadere in questo giochetto: è nuovo ed è vecchio, è il peggior conservatorismo ma con un pizzico di… novità. E allora uno può vedere il classico e l’inedito, il ritorno e la nostalgia, messi insieme come in un pastrocchio. E qui devo ricalcarmi a Dan: le definizioni che hai dato, Davide, sono tutto sommato corrette, ed è quello il problema della serie, non dovrebbero esserle tutte insieme.

    Di altre robe simili ho già parlato di sicuro nel commentone e mi starò ripetendo, per cui mi do un freno. Sto scrivendo questo breve commento come segnatempo aggiuntivo, visto che il confronto al momento non è proseguito ma voi sarete credo agli scontri finali, e io ho finito Master, quindi ho guardato ahimè un altro lungo blocco di episodi. I timori del commentone sono stati confermati, se possibile in peggio, visto che abbiamo avuto un nuovo minimo storico sprofondante nell’episodio di Suicune, e dei difetti grandi come voragini in diversi ritorni a cui tenevo molto. E nel mezzo ci sono stati pure pochi episodi carini (il caro Dan, che nel tempo è diventato più furibondo di me, ancora mi maledice per averli parzialmente apprezzati), ma completamente isolati, a dimostrazione che questa serie fa tutto completamente a casaccio, avendo dissipato ancora una volta tante storyline promettenti in una nuvola di fumo.

    Per concludere vorrei aggiungere che questa serie non è bipolare, ha semplicemente un disturbo di personalità multiple, ma magari fossero solo due! Tutto il resto che c’è da dire con sintesi è che ogni timore, ogni impressione dei primi 50 episodi, è stata per me tristemente confermata e molto acuita con il blocco successivo. Sto guardando gli episodi una sola volta per senso di dovere e poi sto cercando di dimenticarmene, eccezion fatta per quelli con Lucinda, anch’essi fin troppo ricchi di difetti, ma che ho rivisto una sola volta in più per questioni di cuore.

  11. @ivanaipom93 Ue’, grazie della risposta, temevo ormai che questo articolo fosse morto e invece mi fa felice vedere che c’è ancora voglia di confrontarsi sull’argomento, che in vista del finale di Esp è più attuale che mai.

    Ivan, io so che tu non segui gli episodi in contemporanea con il Giappone ma aspetti il doppiaggio (che Dio abbia in gloria i bei doppiaggi delle stagione precedenti), ma posso assicurarti, senza fare spoiler, che nell’ultimo periodo la serie ha nuovamente dimostrato la sua bipolarità. Infatti è da circa 40-50 episodi che Goh ha molta meno importanza rispetto ad Ash, il che dovrebbe farci contenti, ma allo stesso tempo la cosa mi turba assai. Non perché io tenga a Goh, sapete tutti benissimo quanto non sopporti il personaggio, ma perché questa nuova direzione mi fa chiedere: a che diavolo è servita tutta la prima metà (a anche una buona fetta di seconda) incentrata su quel bimbo speciale? Se era già nelle intenzioni il focalizzarsi su Ash, come è giusto che sia (per quanto lo facciano sempre in maniera fin troppo discutibile), perché proporci Goh come effettivo nuovo protagonista, mettendo Ash in panchina, se poi il personaggio è stato ridotto a classico compagno che accompagna (scusate il gioco di parole) semplicemente Ash in giro per gli stadi?

    Questo mi lascia completamente stranito.

  12. @fireforce-xy che dire, pur non potendo commentare il finale a cui voi state assistendo, ho esaurito qualsiasi briciolo di ottimismo e non posso fare altro che crederti a scatola chiusa. Mi riferisco pure al vecchio apprezzamento su Cloe contenuto nel mio commentone, che ho riletto in parte e che oggi trovo con lo stesso destino di tutto il resto: completamente disilluso. No ma grazie Esp, non dovevi eh, non di nuovo, davvero, troppo gentile.

    Anche dal tratto a cui sono arrivato io è chiaro che la multipolarità della generazione non abbia trovato alcuna soluzione. Si è rimasti al colpo al cerchio e al colpo alla botte, come ho detto nel precedente commentino: pezzetto di nostalgia e pezzetto di novità, pezzetto di ritorni e pezzetto di Pokémon nuovi, ma tutto senza alcun collegamento. Ma prendiamo come banale e veloce esempio i ritorni di vecchi personaggi, il più classico metodo per provocare nostalgia in un anime che punta sul rinnovamento ogni 3-4 anni. Per 20 anni ci avete mostrato di saper unire tutte queste cose – vedi il ritorno di Vera in DP, santissimo cielo, un incrocio passato-presente perfettamente integrato nella trama in tutto: protagonisti, rivali, amicizie del gruppo, Pokémon, regioni, non continuo che altrimenti mi inginocchio alla beltà di quegli episodi. Allora, mentre li maledico con tutto il mio cuore, io mi chiedo: perché avete deciso CONSAPEVOLMENTE di fare queste robe orrende e di qualità bassa? Come dice un personaggio del mio romanzo, “Fare schifo non è una colpa”: se fosse solo un fatto di scrittori incapaci, e vabbè pazienza, hanno dato il meglio e hanno fallito, li si perdona. Ma come dice sempre lui, “Non impegnarsi è una colpa”. Questa gente, questi team, questa azienda, hanno scritto trame eccezionali, emotive, ben costruite, integrate, che acchiappassero il vecchio e il nuovo con qualità… QUINDI LO SAPETE FARE, ci sono le prove. E perché ora avete scelto in completa libertà di unirvi alla massa già immensa di tramette insulse degli anime? A questo punto fate un anime stagionale da 12 episodi col fanservice che vi serve per acchiappare nostalgici e compagnia, isolatelo tutto lì e lasciateci liberi il VERO anime.

    (Oh caspita è vero, esistono già, si chiamano Le Origini, Generazioni ed Evoluzioni, e ci hanno salvati per qualche anno.)

    E niente, alla fine un altro commento è stato un altro sfogo, ma che vuoi farci: dopo quasi 50 altri episodi uguali ai 50 di prima, non è che si possa reagire diversamente.

  13. @ivanaipom93 nuovamente senza fare spoiler, ci sono delle piccolezze che ho apprezzato negli episodi che devi ancora vedere, ma mi rendo conto che probabilmente è proprio per il fanservice che le ho apprezzate, perché mi hanno dato qualcosa che effettivamente avrei voluto vedere (non così, ma comunque in maniera soddisfacente). Solo che questa è l’ennesima prova che anche i punti più alti di Esp (non per noi, ma diamo buono che possano esserlo a livello generale) alla fine dipendono dalla nostalgia e dai ritorni; molti lodano i ritorni di Lucinda, o quelli di Ornella, o quelli di personaggi che devi ancora scoprire, ma sono tutti elementi che fanno parte del passato e che sono amati perché altre serie ce li hanno fatti amare. Immagino che la gente non apprezzi Lucinda per come è stata trattata in Esp, ma l’apprezzi perché la ricorda da DP, e questo amore per il personaggio in qualche modo offusca la pessima gestione che lei ha avuto nella serie corrente.

    Senza questa chilata di nostalgia, quale elementi avrebbe Esp per tenersi in piedi come serie autonoma?
    – Il Progetto Mew? Sinceramente, per quanto possa anche sollucherare l’interesse di molte persone, trovo assai improbabile che da solo potrebbe mai sostenere l’interesse che il fandom dovrebbe avere per la serie. Anche senza leggere i commenti dei vari utenti per i social, basta guardare i vari episodi che lo presentano per capire che è un obbiettivo che offre ben poco, con regole e situazioni che cambiano in ogni missione senza che si possa in alcun modo settare una difficoltà base che il personaggio di Goh dovrà affrontare.
    – Cloe; per quanto rimanga ancora l’elemento della serie più interessante, la sua gestione l’ha letteralmente uccisa. L’arco narrativo che la vede protagonista è stato assolutamente rovinato dall’introduzione di Eevee e dalle sue quest con le varie evoluzioni, che ha messo in ombra l’effettiva protagonista dell’arco: Cloe stessa.
    – Il PWC; ma è davvero un elemento da considerarsi unicamente di Esp? Insomma, il torneo sì, è sicuramente un qualcosa introdotto dalla serie, ma alla fine coloro che ci combattono dentro sono quasi sempre personaggi che abbiamo già visto. Quindi anche in questo caso, molto dell’hype che si è sviluppato per questa competizione deriva dai vari ritorni di Ornella, Iris e Corrado; senza contare i vari campioni. Oltre a Dandel, l’unico personaggio (che Ivan ha visto almeno) nuovo che ha avuto una piccola rilevanza è stata Fabia, ma resta comunque una rivale (Dio, che male al cuore chiamarla così) con letteralmente zero influenza nel percorso di Ash e nella trama in generale.

  14. @ivanaipom93
    @fireforce-xy
    Ciao, ragazzi.
    Innanzitutto, Ivan, grazie per aver commentato. Tra l’università e un corso extracurricolare di Sceneggiatura non avuto troppo tempo di mettermi a scrivere, e con il recente annuncio della Nona Generazione mi sono chiesto se ne valesse la pena; ho intenzione di pubblicare una seconda retrospettiva su Esplorazioni, infatti, e siccome il termine si è rivelato più vicino del previsto, molte delle cose che ti direi le ritroveresti anche lì.
    Ma alla fine ho deciso che dirò comunque qualcosa, e in effetti a tal proposito sono contento sia passato del tempo – non dovrò trattenermi troppo per evitare spoiler.
    Spero inoltre di aiutare te e FireForceXY a migliorare la vostra visione della serie – anche se avendoci già provato forse non dovrei metterci il pensiero xD
    Ma prima di iniziare, Ivan:
    A) Spiegati meglio su “più morbido” e il fatto che mi soffermi troppo su cose ovvie, siccome sono critiche importanti. Hai letto altri dei miei articoli, se volessi fare un confronto?
    B) Scusa se sono tanto diretto, ma i tuoi ultimi due commenti prima del mese scorso non hanno nessun senso – sei accecato dal disprezzo.
    Lo Smart Rotom è lo stesso di SpSc, non c’entra nulla la promozione all’app di Niantic, e credo volessi dire “Se l’arco della Notte Oscura fosse stato scritto COME in altre serie, sarebbe stato apprezzato meglio”. Critica che condivido, ma il modo in cui l’hai espressa non l’ha resa granché bene a dirla tutta.

    1. Una storia rappresentativa
    Francamente potresti aver ragione, ma non lo darei tanto per scontato.
    SL ribaltò la formula narrativa proprio sulla base delle tematiche espresse dai giochi: una coppia di titoli basati su condivisione e famiglia ispirano un anime di genere SoL, che mette in secondo piano le battaglie a favore di una narrazione character driven; hanno trovato il modo migliore per catturare i temi di Alola costruendo simultaneamente la propria storia, e sebbene non possa dire che il risultato sia stato altrettanto buono in Esplorazioni (più o meno, ne parlerò meglio in futuro), riconosco un intento simile in ogni caso.
    Lega Orange e Parco Lotta non hanno mai sostituito il valore di una Lega Pokémon in-game nelle serie passate, mentre ora Ash è ufficialmente Campione e non può logicamente tornare a sfidare Palestre; per cui nasce il PWC, supportato dal 25°anniversario.
    Lo staff dell’anime crea una generazione orientata lungo gli aspetti chiave dell’intero brand e ambientata in tutte le regioni, eppure mostrante forti parallelismi con i giochi più recenti e riuscente a incastonare in maniera coerente personaggi ed elementi di trama.
    Penso che, nel rifarsi alla narrativa dei titoli per Switch, questo secondo anno sia stato tuttavia più superficiale del primo? Purtroppo sì. Alla prossima retrospettiva per saperne di più.

    1.1: Il Torneo Mondiale per l’Incoronazione
    Partiamo dall’elefante nella stanza: Ash ha superato off-screen la maggior parte della Classe Mega.
    All’epoca fu una scelta controversa per tutti, ma adesso che siamo a conoscenza dell’arrivo di SV questo Novembre non m’interessa più. Non avrebbero potuto mantenere il ritmo di 5 – 9 puntate alla volta tra una lotta e l’altra quando c’erano 900 Allenatori da affrontare, quindi hanno saltato il grosso per poter proseguire stabilmente; se avessero messo, per esempio, a 715, per mantenere lo stesso ritmo visto da Dozer a Iris avrebbero dovuto fare salti di più centinaia lotta dopo lotta anziché poche decine, e questo per assurdo avrebbe reso il percorso ancora più accelerato di quanto possa apparire.
    In definitiva consideriamola una parentesi solo per la seconda Classe, la meno importante siccome non è né l’inizio né l’ultima prima del torneo finale.
    Una cosa che inoltre mi è piaciuta molto sono state le battaglie nel loro insieme, in particolare dal punto di vista narrativo: ciascuno dei principali scontri dell’anime ha infatti esplorato e arricchito i personaggi coinvolti, raccontando così storie più ampie sia per gli Allenatori che per i Pokémon.
    C’è ad esempio uno schema che riguarda Ornella, Iris e Corrado. Esplorazioni comunica personalità e spesso crescita delle figure attraverso dettagli impliciti ed espliciti: tutti e tre sono rimasti gli stessi di una volta (ora riuniti con Ash su un terreno comune), eppure il modo di combattere più “tattico” della Capopalestra rispecchia la sua maturazione in una ragazza meno impulsiva durante XY, mentre la decisione di entrare a far parte del Torneo costituisce una naturale evoluzione del suo rapporto con il protagonista; Iris ha migliorato la sua comunicazione con i tipi Drago e si sta ancora esercitando sotto la guida di Aristide, e infine Corrado è fuori dalla sua disillusione e si sta impegnando per vincere – hanno persino aggiunto qualcosa al proprio arsenale.
    Le lotte non vogliono superare i passati combattimenti di questi personaggi con Ash, ma i ritorni sono inseriti in un modo che rispetta la formula episodica della serie eppure riesce a mostrare development, callbacks (a volte) e story progression, creando battaglie molto speciali – come dovrebbe essere, dal momento che contribuiscono alla storia del protagonista.
    Aspettatevi un paragrafo che illustri la cosa nel bene e nel male.
    Infine, una critica volta in passato da @fireforce-xy dichiarava come non si percepisse un senso di viaggio: che la competizione sia preponderante è ovvio, ma il fatto che la lotta di turno inizi e finisca spesso nello stesso episodio non aiuta ad affermare il concetto così come lo erano le Lotte in Palestra.
    Ci ho ripensato proprio negli ultimi giorni e… non è del tutto vero. Palestre e Prove ci avevano abituato ad archi narrativi corposi e/o un percorso compiuto tra una lotta e l’altra, ma è anche vero che molte storylines altrettanto importanti dell’anime sono invece state gestite con maggiore verticalità fino ad un arco conclusivo: pensa ai team malvagi, alle rivalità o alla saga degli Ultraprotettori, tutte sottotrame costuituite in prevalenza da puntate autoconclusive legate tra loro da una certa continuità.
    Questa è solo la prima volta che tale schema viene adoperato per il protagonista, ma non dovrebbe essere fonte di disorientamento; inoltre, Master e Super hanno in parte contribuito alla stratificazione della serie, legando ogni episodio incentrato sul PWC da un’introduzione di Dandel e costruendo talvolta storie intorno alle battaglie.
    L’unica questione su cui do’ ragione a entrambi è l’abuso dell’off-screen per gli allenamenti – su questo non sarò mai positivo.

    1.2: Galar e le altre regioni
    Discorso un po’ “nì”.
    Sono completamente in disaccordo sulle terre di Spada&Scudo: come puoi dire che gli episodi non hanno contribuito a sviluppare Galar se in ognuno di essi personaggi, lore e Pokémon hanno ricevuto così tanto spazio?
    JN004 e 05 introducono agli aspetti generali del Dynamax, il chè porta alla scoperta del suo utilizzo in lotta e al debutto di Dandel; successivamente conosciamo Sonia e giungiamo all’arco della Notte Oscura.
    Ho già spiegato cosa ne penso commentando un articolo a riguardo, ma il punto è che nessuna puntata risulta sprecata e nessun personaggio è poco caratterizzato; questo trend prosegue anche nella seconda stagione, tranne forse per l’episodio dedicato a Falinks & Eiscue.
    La critica al fatto che le prime Gigamax fossero di Kanto, inoltre, non ha senso:
    A) Snorlax è stato inserito per marketing, rivelato in concomitanza con la trasmissione giapponese (e ha più senso sfruttare un mostriciattolo già conosciuto, che introdurne uno nuovo e togliere spazio a Scorbunny);
    B) Charizard è l’asso di Dandel pure nei giochi, quindi chi dovrebbero mostrare?
    Ciononostante, riconosco come non tutte le ciambelle siano venute col buco durante il secondo anno, e purtroppo “Esplorazioni Super!” non è stata molto meglio. Il fatto è che hanno scelto di dare spazio solo a Pokémon e personaggi più importanti una volta fissata la trama della serie (gli Starter, Dandel, e a questo punto non tutti i Capipalestra ma quelli che riuscivano più logicamente a mettere, Rose, Sonia etc..), decisione che trovo brillante poiché consente di evitare casi visti in Generazioni precedenti, onde i personaggi c’erano tutti ma per 3/4 erano privi di caratterizzazione; se avessero fatto un lavoro solido con queste premesse avremmo potuto chiudere in maniera ottimale la parentesi di Ottava Generazione, però la cosa è sfuggita di mano penalizzando il risultato finale.
    Apprezzo l’impegno, ma si poteva fare di meglio.
    In merito alle altre regioni e a come vengano rappresentate, comprendo che trovarsi di fronte puntate la cui trama non ha niente a che vedere con l’esaltazione della regione di turno sia un po’ strano: “La mia nuova, vecchia compagnia!” è infatti uno dei miei episodi preferiti perché riesce a catturare benissimo l’atmosfera e i temi di Alola pur raccontando una storia sul nuovo protagonista.
    Detto questo, però, credo comunque che tu sia troppo severo: è realisticamente impossibile aspettarsi un costante approfondimento del mondo Pokémon e contemporaneamente un focus eterogeneo sulla trama, perciò quanto narrato nei singoli episodi non può sempre sposarsi col contesto degli stessi (se riesci a capire cosa intendo); tutto sommato primo e secondo anno hanno fatto un buon lavoro nel confezionare puntate autoconclusive focalizzate sui contenuti dalle varie Generazioni, e io non mi lamenterei più di tanto.
    Pensa a “Un Raid tra le rovine!”, “Arrivederci amico!”, “Sotto il colore dell’oscurità!” e “Dare il massimo, sempre!”: tutti questi episodi potranno essere incentrati su Goh in misura più o meno elevata, ma non per questo il senso di worldbuilding viene a mancare dato il focus sulla lore dei mostriciattoli di turno.
    Persino l’episodio di Ho-Oh e i due su Darkrai&Cresselia risultano godibili almeno da questa prospettiva, nonostante gli evidenti difetti.

    1.3: L’identità di Esplorazioni
    Questa è una domanda a cui rispondo per FireForceXY: il fulcro dell’anime “Pocket Monsters” sono i Pokémon, e più precisamente la serie mostra attraverso i propri personaggi principali come i Pokémon siano in grado di legare le persone tra loro e spesso di cambiarle.
    La passione di Ash per le lotte porta all’incontro con individui vecchi e nuovi trainati dai suoi stessi obbiettivi; indipendentemente se ricorrenti o occasionali, tanti sono gli Allenatori le cui strade s’incrociano con il protagonista e spesso pure i suoi mostriciattoli: Vania e Corrado sono accomunati dal desiderio di affrontare lui e Pikachu, Rinto e Sirfetch’d condividono simili esperienze al Castello della Cavalleria e, naturalmente, Lucario trova un rivale e un punto di riferimento in Fabia e Ornella.*
    Attraverso Lucario in particolare, poi, il concetto di legame si sposta su un piano più spirituale e ci viene narrato il racconto di due spiriti affini uniti dal desiderio di raggiungere nuove vette.
    L’ambizione di Goh lo porta lentamente a conoscere altre persone, decidendo poi di entrare nel Progetto Mew, nonché a interagire a cuore aperto con i suoi Pokémon Iniziali scoprendone le differenti personalità e come può avvicinarsi a loro; infine, attraverso prima Yamper e poi Eevee Cloe esplora aspetti diversi della vita e matura perciò in una persona più aperta ed estroversa.
    È facile rimanere disorientati quando la serie manca di archi narrativi e si snoda secondo un ritmo molto più basilare, ma seppur molto più verticale in realtà resta stratificata; è tutta una questione di andare oltre le apparenze, comprendendo e abbracciando la natura diversa di Esplorazioni: mentre XY e SL costruiscono storie dal tono più elevato sulla base di sogni e famiglia, questa generazione celebra i temi chiave del brand quali amicizia, lotte e confronti e li inserisce in una dimensione più matura – non tanto per il tono narrativo, ma per l’audacia e la sorprendente verosimiglianza dei contenuti.
    *qui vorrei evitare fraintendimenti: sono d’accordo su come non tutte le idee citate siano state all’altezza delle aspettative, ma l’esecuzione resta solida almeno guardando all’influenza che nuovi e vecchi personaggi hanno avuto sul cast (obbiettivo principale di ogni storyline).
    Non posso dare un 10, ma non me la sento nemmeno di bocciare completamente.

    2. I personaggi
    Qui dirò solo i punti che mi premono di più, ma non parlerò di Ash perché mi è difficile farlo.

    2.1: Goh.
    Domanda N°1: catturare così tanti Pokèmon costituisce un’incoerenza con serie passate?
    Sì, ma c’è anche del buono – incredibile!
    Quanto ho detto sull’inutilità di certe catture ha persino preso una piega peggiore. Senza quel siparietto di Camerupt, ad esempio, la lotta per la Lucarite avrebbe avuto un po’ più phatos, e vogliamo parlare di come il primo Shiny di un Compagno venga liquidato con tanta nonchalance?
    Altro aspetto su cui ho riflettuto è la costruzione del team. Molti degli episodi incentrati sulla cattura di Pokèmon specifici (Scyther, Cubone, Flygon etc…) approfondiscono Goh a piccole dosi, e non sarebbe stato male ruotare tali mostriciattoli a fasi alterne, mantenendo gli Starter come l’unica presenza costante al 100%.
    E infine, in LGPE il giocatore è spesso costretto a memorizzare i pattern di movimento dei Pokémon per poterli catturare. Se Goh non deve per forza lottare, non potevano almeno realizzare episodi in cui metteva a frutto le sue conoscenze o ne acquisiva di ulteriori, così da spingerlo a progredire?
    Finora è successo pochissime volte e ci sono sempre stati problemi: la ricerca di Kingdra è andata benissimo solo per chiudersi in una sfida abbozzata, e più in avanti ti spiego perché la puntata di Zapdos rappresenta contemporaneamente un enorme passo avanti ed una gigantesca stupidaggine.
    Ma critiche a parte (uh, quanto sono state lunghe!), invito a riflettere su una cosa: non è mai stato detto che non si potessero catturare molteplici mostriciattoli, né che ciò implicasse un atteggiamento “collezionistico” come molti dicono.
    Ne abbiamo la prova a Kanto con Gary, intenzionato ad acchiappare il maggior numero di creature ma comunque molto gentile con ognuno di loro.
    È qui che interviene, tra l’altro, la premessa stessa del Parco Cerasa: Goh lascia i propri Pokémon lì per poi scegliere quali portare di volta in volta, e si dedica giornalmente alle loro cure.
    Non lo vediamo farlo 24/7? È normale, con tutti i ritorni e gli episodi di trama non c’è spazio, l’importante è farci capire che succede perché ci tiene – rispetto a lotte e allenamenti, la gestione off-screen non dovrebbe secondo me far discutere.
    Un’altra considerazione positiva, sorprendentemente, ha a che fare con la coerenza interna a Goh stesso. Un tempo scrissi “In che modo catturare più mostriciattoli di fila consentirebbe a Goh di comprendere gli stessi?”, ma adesso sono giunto a una considerazione molto fuori di testa: e se la contraddizione fosse voluta?
    In “Giorno dopo giorno!” Goh mostra di essersi abituato ai Pokémon diffidando delle persone, anche se poi, cresciuto in seguito alle esperienze con Ash, riesce a perdonare Gionata una volta scoperto l’accaduto; in JN068 questo dettaglio viene ripreso secondo un’ottica diversa, spiegandoci che l’Allenatore di Aranciopoli non si sente a proprio agio all’idea di collaborare con degli estranei – immagino che tale affermazione possa disorientare considerato il Raid di Golurk, ma lo affronteranno meglio in Super.
    Le convinzioni di Goh sono una prova della sua chiusura: agire in questo modo non lo aiuta a comprendere i Pokémon, è LUI a credere il contrario perché questo metodo gli aggrada di più.
    Vuole semplicemente circondarsene senza pensare ad altro, quindi, finché può avere accanto a sé i Pokémon e il suo primo vero amico, Goh va avanti allo stesso modo e si apre alle lotte con molta lentezza, in una metafora di come le persone socialmente introverse fatichino più degli altri a uscire dal proprio mondo.
    E questo ci porta al prossimo punto. Sì, rieccoci…

    Domanda 2: Goh è veramente asociale?
    Ho letto alcuni commenti in passato simili a quelli che voi due mi avete propinato nel 2021, e sono giunto alla conclusione che certe persone fraintendono cosa la gente intende con espressioni quali “asociale” o “socialmente introverso”: non è una questione di improvvisarsi psicologi come tu dissi, ma solo di avere una percezione diversa e più o meno accurata della cosa.
    L’introversione sociale implica la diffidenza e/o il disinteresse spontaneo verso i rapporti. Nell’immaginario collettivo tale comportamento viene associato a timidezza, freddezza e nei casi più seri a forte ansia, ma non è mai una condizione “si ne qua non”; da persona in passato simile a Goh, io stesso posso dirti che l’unica certezza è la difficoltà ad interagire a livello stretto, mostrando empatia e comprensione dei messaggi impliciti, e ad uscire dalla propria bolla.
    Tutti gli episodi citati in questa prima retrospettiva non fanno che dimostrare lo stesso problema da prospettive differenti: Goh non ha difficoltà a livello basico (presentarsi, essere cordiale e via dicendo) e molto spesso si lascia trasportare andando dritto all’obbiettivo, ma ha impiegato un’intera puntata per aprirsi al punto di vista di Ash in JN003 e si è stizzato per un nonnulla in “La Coppa Flauto è servita!”; poi, quando ha perso, è tornato a chiudersi in sé stesso.
    Era nervoso ad affrontare un contesto per lui inusuale, il ché, combinato all’umiliazione della sconfitta, lo ha spinto a rinunciare; soltanto assistendo da spettatore ha potuto riflettere ed aprirsi.
    E poi c’è JN037, dove una situazione normalissima (confrontarsi con gli amici del suo amico) viene vissuta con stress poiché è la prima volta che si trova costretto ad interagire con molteplici persone in una situazione meno formale e più duratura.
    Quanto alla sua empatia, un’aspetto interessante che non ho avuto modo di introdurre all’epoca è come Esplorazioni abbia implementato gli Starter di Galar nel suo sviluppo – qualcosa fatto abbastanza bene anche se ci sono difetti.
    Avvicinarsi ai fallimenti di Scorbunny e allo stato di depressione di Drizzile significava per Goh capire sentimenti a cui non poteva relazionarsi, per il semplice fatto di essere un umano e non un Pokémon, mentre JN022 lo vede prendersi il suo tempo per imparare come gli amici possono crescere più velocemente nonostante non ci sia antipatia; interagendo con i suoi amici problematici Goh impara ad essere più sensibile e paziente, in una chiara metafora delle relazioni sociali nella vita reale.
    (E prima che tu me lo dica: no, la storia di Raboot non è stata affrettata perché non avrebbe mai dovuto attraversare un arco di disobbedienza. È soltanto diventato più introverso pur rimanendo fedele a Goh, il quale accetta il suo atteggiamento.
    Era molto semplice e richiedeva un solo episodio).
    Pure la sua progressione come Allenatore va di pari passo con queste caratteristiche asociali: invece di allenarsi per migliorare le sue abilità come avrebbero fatto i Compagni del passato, anche dopo JN007 Goh non ha smesso di concentrarsi principalmente su ciò che gli piace di più (catturare Pokémon) e ha combattuto solo di tanto in tanto; tuttavia è assistendo alle strategie di Ash, allenandosi per un episodio e affrontando i mostriciattoli di alto livello del Team Rocket che gradualmente migliora pur rimanendo nella sua zona comfort.
    Ciò ci porta a JN036, quando riceve ancora aiuto da Ash ma è in grado di improvvisare la sua prima strategia in assoluto, pensando in una prospettiva simile a quella dell’amico – anche se, è un po’ controverso quanto tale strategia sia simile alla Scalata del Rocciotomba vista in XY e riadattata in SL.
    Da questo punto di vista non soltanto il personaggio risulta ben riuscito in termini di ciò che vuole rappresentare, ma anche una delle tue critiche viene confutata: Goh non ha molteplici archi di crescita in 20 minuti scarsi, ma un unico arco suddiviso in piccole situazioni che lo portano a maturare una mentalità più aperta e ad entrare in contatto con le emozioni sue e del prossimo.
    Non abbandona le catture, non abbandona la propria comfort zone con facilità, ma ha capito come approcciarsi agli altri e in quest’ultimo anno imparerà pure altre piccole lezioni.

    Onestamente più leggo le critiche, meno le capisco. Quel che sto per dire potrebbe sembrarti offensivo, quindi cerca di non prenderla a male, ma spesso penso seriamente che voi due e parte della community siate solo condizionati dai sentimenti negativi; per quanto siate oggettivi, in due o più aspetti secondo me chiudete tutti gli occhi perché ancora non avete accettato l’implementazione delle meccaniche di GO nell’universo animato, esattamente come non vedete l’appeal di Esplorazioni perché disorientati dai ritorni a raffica e dalla spaventosa mancanza di archi.
    Il mio unico consiglio è di riguardare il percorso di Goh con questi punti in mente e tollerare di più la questione delle catture: è senza dubbio una seccatura in diverse occasioni, ma non rovina la qualità di un personaggio e il divertimento che puoi trarne.

    Per concludere, però, una nota amara su Zapdos e Suicune. In sintesi si tratta di episodi il cui messaggio è evidente e condotto anche molto bene, ma che vengono rovinati da scelte discutibili:
    “Un raid crepitante!” è forse l’apice della crescita emotiva di Goh, il quale non è mai stato così simile ad Ash per entusiasmo e, soprattutto, è arrivato alla deduzione definitiva seguendo per una volta l’istinto oltre che la ragione; detto ciò, boccio lo scontro tra Raboot e Zapdos.
    Il risultato non è solo forzatissimo, ma è anche inutile: la maturazione del protagonista avviene seppure lui riconosca di non essere riuscito nell’intento, quindi che differenza avrebbe fatto perdere la lotta?
    Mollicino e Tapu Koko hanno mostrato interesse nei protagonisti prevalentemente per le loro personalità individuali, e siccome ho già spiegato che Goh NON è il collezionista di cui parlano tutti, ci sta che non debba “maturare”. Inoltre, l’anime ritrae molto bene i suoi sforzi per guadagnarsi la fiducia del Leggendario e curarlo, senza contare come la sua disposizione mostra quanto sia cresciuto rispetto alla situazione di Ivysaur – dove ha praticamente affermato che la coesistenza tra umani e Pokémon non permette loro di interferire gli uni con le vite degli altri.
    Ma tutto questo non risolve l’eccessiva superficialità con cui è stata gestita la storia: l’episodio avrebbe funzionato se Suicune avesse deciso di andarsene ma avesse comunque mostrato interesse per Goh, portando ad alcune apparizioni in futuro e una trama più rimpolpata; invece, quanto mostrato appare incredibilmente affrettato.
    L’unica cosa per cui posso applaudire il finale è la svolta di Suicune che continua a viaggiare, poiché rispetta la sua lore e non incasina il livello di potenza del protagonista – sarebbe stato OP se in grado di batterlo in una battaglia e tenerlo come membro permanente della squadra.

    2.2: Cloe.
    Il diverso approccio alla gestione del personaggio femminile è usato saggiamente considerati i temi attorno a cui lei ruota. Permettetemi un paragone con Vera e Serena, abbastanza simili a lei.
    Specifiche caratteristiche di quest’ultime non sono state ben inserite nell’impalcatura narrativa della serie, venendo approfondite superficialmente oppure causando intoppi di vario tipo: il disinteresse di Vera per i Pokémon è stato liquidato in pochissimi episodi siccome bisognava conferirle un obbiettivo al più presto, mentre le iniziali indecisioni di Serena sono entrate in contrasto con la trama della serie rallentando l’approfondimento del suo personaggio.
    Non fraintendermi: continuo ad apprezzare tutt’e due, ma la loro storia è per alcuni versi ostacolata dalla narrazione in cui sono inserite. L’arco di trasformazione di Cloe è incentrato sul decidere del proprio futuro ed è una persona che trascorre la maggior parte del tempo dedita alle proprie abitudini per poi, di tanto in tanto, sperimentare nuove esperienze; essere un personaggio di supporto e comparire occasionalmente, anziché una protagonista vera e propria presente 24/7 solo per non fare granché, funziona proprio per questo.
    Chiusa parentesi, come summenzionato lei esplora aspetti diversi della vita: le puntate del primo anno e gli episodi dedicati alle Eeveelutions sono tutti incentrati sulla coesistenza tra Pokémon e umani secondo diverse prospettive, senza contare come esca dalla propria zona comfort mostrando nuovi lati di sé.
    Ad esempio era diffidente verso gli Impidimp, ma si è presto lasciata trasportare dal gioco esattamente come alla corsa acquatica o alla gara organizzata da Poppy.
    L’apparente ripetitività e soprattutto la leggerezza con cui le vicende vengono narrate possono disorientare a prima vista, ma in realtà ogni avventura costituisce un passo avanti in una storia lenta e costante.
    Come con Goh, il mio consiglio è ripensare alla sua storia secondo quest’ottica e guardando come si concluderà.
    In definitiva sono entrambi personaggi molto stratificati, il trucco per capirli sta’ nel mantenere una visione aperta e priva di pregiudizi.

    2.3: Cast di supporto
    Stesse sensazioni di un anno e mezzo fa praticamente, ma almeno ci sono stati piccoli progressi con i Pokémon. Ho inoltre rivalutato Cerasa: pur nel suo piattume si è rivelato una buona fonte di progresso per Cloe in alcune delle sue puntate, per non parlare del discorso su Drizzile in seguito all’evoluzione.
    Due parole su Fabia tanto per cercare di inquadrare la sua situazione.
    Piccolo spoiler, il Torneo Professionisti è pieno di personaggi che Ash non ha mai affrontato; l’idea che mi sono fatto da tempo è che il rivale principale non dovesse essere un avversario ricorrente, bensì un trampolino di lancio: un momentaneo ostacolo per poi continuare la scalata, e infatti la terza stagione vede Lucario sfidare Allenatori più potenti.
    Di per sé non vedrei niente di male, se non fosse che l’hanno tirata per le lunghe. Non era scritto da nessuna parte che Fabia dovesse perdere contro Ash per rispettarlo: potevano benissimo inserire un paio di episodi in più sul suo personaggio, per poi arrivare allo scontro di Latermore entro 2/3 della saga.
    Invece (per quanto questo mini-arco l’abbia caratterizzata egregiamente, passando da stoica a sorridente e poi coinvolta nella lotta), il risultato finale appare abbastanza scarno. Una rivalità non pessima – in quanto comporta un’effettiva, piccola crescita di Ash e Lucario -, ma di certo gestita in modo bizzarro rispetto ai suoi predecessori.

    2.4: I personaggi del passato
    Paragrafo extra necessario. Parlando pure in relazione al terzo anno (ma senza spoiler), questa serie abbia compiuto tra le scelte più geniali e al tempo stesso più discutibili in 25 anni.
    Una critica comune vede JN incapace di esplorare la storia passata dei personaggi che ritornano, portando a situazioni dove la loro caratterizzazione appare superficiale; in alcuni casi mi sento di concordare, ma voglio comunque porre un interrogativo: da quando ci viene illustrato tutto?
    I ritorni sono per chi già conosce i personaggi di riferimento, e l’anime non ha mai esplorato più di tanto il loro vissuto una volta re-introdotti: in SL abbiamo avuto dei flashback di Brock e Misty per festeggiare l’anniversario, ma si trattava di parti inserite senza contesto in una storia che era al 99% incentrata sul mostrare la maturazione del trio originale e le loro iconiche dinamiche; il massimo in merito al passato di Vera (e questo viene dalla bocca di uno che considera la Coppa Adriano un arco eccellente) deriva dalla frase “All’inizio avevo poca dimestichezza con i Pokémon”, e vogliamo parlare di come Lucinda non menzioni mai nel dettaglio la sua esperienza con Mamoswine o qualunque passo del suo viaggio?
    Esplorazioni in tal senso è sottile tanto quanto le altre saghe, caratterizzando i personaggi per merito di dettagli più impiciti. A parte questo, però, proprio non riesco a capire come si attribuisca l’unica funzione di fanservice, quando quasi tutti i ritorni sono stati contestualizzati narrativamente come mezzo per far progredire storia e personaggi: pure qui è una questione di andare oltre le apparenze, siccome siamo abituati ad archi e non ad occasioni singole, ma se Vera contribuisce durante un solo arco per poi sparire, che differenza c’è in una narrazione a lungo termine con chi appare in una singola occasione per fare la stessa cosa?
    Riprendiamo Lucinda in “Destini Rivali”, per esempio: la protagonista di Sinnoh non ha avuto alcun reale impatto sulla gang di Unima, venendo oscurata in tal senso da Camilla, il ché mi porta a preferire la sua prima apparizione in Esplorazioni; ci sarà stata pure una spaventosa assenza di Pearlshipping e la trama non sarà stata granché, però apprezzo moltissimo la messa a confronto due personaggi caratterialmente diversi i cui percorsi si basano spesso sul compiere scelte e relazionarsi con la famiglia: per noi che siamo a conoscenza di tutto le parole della Coordinatrice riflettono l’ottimismo maturato in seguito ai momenti di difficoltà, facendo pensare alle varie decisioni che ha compiuto (ritirarsi dalle Gare, scambiare Buizel per Aipom, sviluppare strategie combinate etc…); e sebbene la dinamica con Cloe non abbia avuto seguito, la positività di quest’ultima sarà ravvisabile in puntate successive.
    Due dei miei preferiti sono stati poi Kawe e Mewtwo, i quali svelano una maturazione coerente con quanto narrato alla fine di SL e in “Mewtwo Returns”, offrendo contemporaneamente a Goh importanti esperienze per maturare anche solo di poco; e non parliamo poi di Gary, tuttora il personaggio del passato contestualizzato nella maniera più creativa e dalla caratterizzazione migliore – anche se, lo ammetto, l’inserimento forzato di Infernape penalizza la puntata.
    Persino Lance e Furio non sono esclusi, siccome usati per approfondire due esponenti della Generazione attuale. L’unico ritorno “inutile” è stato quello di Drake, eppure non mi lamento perché in compenso hanno donato un leggero spessore al suo personaggio – ed è interessante vedere come figure centrali del mondo Pokémon quali Capipalestra o Superquattro trascorrano la propria quotidianità al di fuori dei loro doveri.
    In generale non sono per nulla d’accordo con l’affermazione secondo cui Esplorazioni cerchi di “sfruttare il passato mettere delle toppe a una serie piena di buchi”. Al contrario, l’anime riprende e rielabora elementi del passato per contribuire al presente e costruire quindi il futuro, proponendo l’elevazione dei personaggi odierni.
    Se tagliassi via Misty da AG o dalla promozione di LGPE nulla cambierebbe né per la serie né per i personaggi, esattamente come Lucinda e Oak in “Best Wishes!”; taglia Iris, Ornella e Corrado e dovresti riscrivere tre punti principali della progressione di Ash oltre allo sviluppo dei suoi Pokémon, mentre tagliando Gary dovresti trovare un altro rivale per Goh.
    Qualche critica negativa la spendo tuttavia in merito a Ornella e Iris. sono state inserite nella storia di Ash in maniera coerente con il rapporto che avevano con quest’ultimo

    ***SPOILER WARNING STARTS HERE***
     
     
    (in questo momento sta andando in onda la lotta tra protagonista e Campionessa durante il Torneo Professionisti, perfetta per chiudere quanto lasciato in DP, ma
     
     
    ***SPOILER WARNING ENDS HERE***
    (editato da un moderatore)

    l’anime non ha fatto niente con la rivalità tra Ornella e Ash né ha approfondito il passaggio di testimone tra Nardo e Iris; e nelle sue apparizioni di quest’anno Camilla è stata marginale o addirittura fuori luogo, cosa che non era mai accaduta in DP o BW.
    In ogni caso, posso garantirti che questa parentesi verrà chiusa con una nota abbastanza positiva: qualche passo falso c’è ed è frustrante, ma quasi tutti i ritorni riescono a fare uso dei personaggi coinvolti con poche decisioni controverse e problemi di tempistica; sono migliorati sia nella rappresentazione che nella funzione di progresso nonostante il limite di una puntata alla volta, e la cosa più buffa è che riguardo certi episodi io ero il primo che pensava “Adesso stanno esagerando” – solo per poi restare piacevolmente sorpreso.

    3. Pikachu Gigamax
    Sarò sincero, questa è in assoluto la decisione che più mi ha dato fastidio: Fabia, Ornella, Iris, l’adattamento superficiale della trama videoludica… per quanto brucino, niente può superare l’amarezza di vedere Gengar acquisire una Forma Gigamax dal nulla mentre la trasformazione di Pikachu (che aveva dato inizio all’intera storia di Ash e Dandel) viene delegata in favore della Mossa Z.**
    Se questa serie vuole celebrare l’epopea del protagonista il ritorno dell’Iperfulmine era inevitabile, in quanto pezzo fondamentale dell’avventura ad Alola, e posso anche capire che sarebbe strano ri-contestualizzarlo solo per vedere Pikachu vincere la sua battaglia finale con un’altra meccanica, ma ha davvero senso buttare via un potenziale sviluppo così?
    Come potrei fregarmene della lotta tra Pikachu e Charizard ora che il rapporto tra Ash e Dandel si basa esclusivamente su quanto si somiglino e s’ispirino a vicenda?
    Non è come con gli altri rivali: non c’é niente tra i loro Pokémon e dalla parte di Ash non si avverte alcuna progressione.
    Dopo gli standard raggiunti con Tapu Koko, trattare così il viaggio di Ash e Pikachu mi sa di regressione profonda.
    **ammetto però che il ritorno dell’Ashpikachium Z non era così male. All’inizio mi dava fastidio perché non trovavo legami tra Alola e Corrado, ma poi ho capito: Ash e Pikachu ritornano alla loro seconda casa e, in vista di un confronto con l’Allenatore di tipo Elettro più forte, prendono ispirazione da questa visita.
    Con tale premessa Esplorazioni rispetta la storia di Sun&Moon e contemporaneamente costruisce la lotta attorno a un’altra Generazione; inoltre, il vero potere di Iperfulmine (o “potere di Alola”) viene confermato in SL144 essere molto più del normale, quindi in teoria supera i 10.000.000 di Volt dati dal nome giapponese e può oltrepassare il quantitativo di elettricità massimo assorbibile da Elettrorapid.

    E questo conclude le mie osservazioni. Userò il commento come base per scrivere la prossima retrospettiva, ma da quel che avete visto ho avuto anch’io la mia dose di alti e bassi: continuo a pensare che la serie sia molto meglio di quanto crede la maggior parte della community, eppure su certe cose avrei preferito si fosse operato con più attenzione.
    Fortunatamente, le premesse per avere quantomeno un buon finale ci sono, quindi aspetto Novembre con trepidazione.
    Grazie per essere arrivati fin qui e scusate ancora una volta per l’attesa.

  15. P.S: Riguardo all’uso del Polsino Dynamax da parte di Goh, ti ricordo che nei giochi tanto quanto nella serie animata gli Strumenti Base per l’utilizzo di queste meccaniche vengono conferiti ad Allenatori esordienti – Ash è l’unica eccezione.

  16. Buonasera, Davide. Innanzitutto mi fa piacere che tu abbia trovato il tempo per rispondere al mio vecchio commento, lo attendevo molto. Ma certo che ne vale la pena, perché sì, ok gli articoli e le retrospettive, ma la parte migliore è sempre il confronto tra idee opposte, te l’assicuro: altrimenti è un bel parlare, ma da soli.

    Avevo stilato questo commento qualche settimana fa, poi non ho avuto molto tempo e ora lo stavo rivedendo per postarlo. Avevo qui scritto che “Solo così, come dice Camilla, nasce qualcosa di nuovo!”. Ma mi trovo nella situazione in cui, proprio oggi, è stato ufficializzato l’addio probabilmente definitivo di Ash all’anime. Non me la sento quindi di partire con lo stesso entusiasmo: il “qualcosa” di speciale, oggi, è andato via. In ogni caso, spero non te la prenderai se ci sarà uno scontro duro, ma solo di idee. Non c’è dubbio che arricchirà entrambi come ha sempre fatto, ma mi troverai di sicuro poco flessibile su ciò che è stato ultimamente.

    A proposito, prima di partire vorrei difendermi completamente riguardo un punto che hai toccato ben due volte: rifiuto e rimando al mittente la possibilità che io possa essere, in qualsiasi modo, “accecato dalla rabbia”. Allora, che io provi disprezzo verso la serie non c’è dubbio (oggi è particolarmente acuito). Ma non sono in alcun modo il tipo da farmici accecare. La serie lo meriterebbe per quanto ha disilluso e infine colpito il mio amore per il brand, ma non mi abbasso al mezzuccio dell’odio. Gradisco che ciò sia chiaro al 100% perché ancora oggi, ahimè, guardo e analizzo tutti gli episodi con lucidità e onestà, anche quando non lo meriterebbero, difatti ne apprezzavo piccole parti o ne valutavo alcuni come sufficienti: se fossi accecato non accadrebbe, non è parte di me e non intendo mi sia associato, mai. Chiarito il punto, la messa è finita, andate in pace.

    Inizio subito sui temi da te toccati, riguardo al “più morbido” che mi hai chiesto. Ti stai riferendo a quando ti ho detto di essere “troppo morbido” con le conclusioni, giusto? Beh, se è quello, intendo che condividevo diverse tue analisi quando ti spingevi ad analizzarne gli elementi uno per uno, e puoi capire che, visto l’argomento, si trattava spesso di critiche. Ebbene, ti trovavo invece troppo permissivo e perdonante quando tiravi le somme dei difetti da te stesso riscontrati (e ne hai trovati non pochi, specie pensando che parliamo di Pokémon, serie che amiamo). In breve, viste le parti negative da te rilevate, trovo che le conclusioni avrebbero dovuto essere più dure; invece, al termine delle dissertazioni, cercavi comunque di abbuonare diverse cose, tracciando una serie migliore di quella che tu stesso hai descritto nel dettaglio. Forse è solo la differenza tra ciò che analizziamo in modo distaccato/oggettivo e ciò che ci piace e basta, qualunque qualità abbia, quindi spero davvero tu non te al prenda: non è un commento cattivo. Mi dava l’impressione che ti piacesse anche avendone rilevati i difetti. E questa è una cosa lecitissima, ma appunto, degna di marcare la differenza, perché quei difetti erano chiari e delineati anche da te.

    Per gli elementi ovvi: trovo che alcune analisi, seppur corrette, fossero stirate. In alcuni punti hai ragionato fin troppo su cose giustissime, non lo metto in dubbio, ma naturali e che dovrebbero esaurirsi subito. Come il fatto che i due personaggi formano un dualismo: è naturale, a meno che non si faccia un prodotto super inconcludente. A me il dualismo di Esp non piace, ma “c’è”, è ovvio. A volte ti soffermi a parlare di una presenza come questa come “pregio”, e non lo trovo categorizzabile come tale: è il minimo a livello narrativo, gli elogi dipendono da com’è realizzato. Il tutto non è una critica al tuo pensiero in sé, solo un elemento che aggiunge poca sostanza al discorso, e così lo allunga soltanto.

    Ma io che parlo di allungare è davvero il colmo, perciò andiamo avanti con lo Smart-qualsiasicosasia. Allora, se parli del finale del mio commento originale, c’è scritto lì stesso che so della sua mancanza in SpSc; era infatti un elemento diverso della mia contro-analisi, solo un segno come tanti altri che questo anime si rifaccia più a GO che alla serie principale, ma derivante dal fatto che la stessa serie principale vi si fosse asservita in quel momento. Ne trovo eccessivo l’uso, ma vabbè, è una cosetta da poco a confronto del resto, era solo un appunto a margine. Oggi è possibile aggiungere un elemento in più: l’influenza è poca perché GO è in fase calante e si torna ai videogiochi principali, e alla fine, addirittura, finiti gli effetti del periodo GO, l’anime ha rimosso Ash.

    Poi, per la Notte Oscura: no, no, volevo dire proprio ciò che ho scritto! Non ciò che hai detto tu. Se l’arco della Notte Oscura, così com’è, cioè coi suoi difetti anche originanti dal gioco, fosse piazzato DENTRO una bella generazione, ossia se quei 4 episodi IDENTICI a come sono si trovassero in mezzo a una generazione fatta con qualità, sarebbe la generazione stessa a ridurre la percezione dei difetti dell’arco. È scritto abbastanza chiaramente, lo esplico ancora: [i difetti originanti dai videogiochi] non darebbero fastidio se fossero da soli, ma è la base a essere bruciata, come nella similitudine con la torta. Nella mia frase non parlavo di fare quell’arco come sono stati fatti in generazioni migliori, è un altro discorso e come hai detto tu “critica che condivido”, ma non era la mia.

    Mandata in pensione l’introduzione, iniziamo con le “botte serie” (solo figuratamente!).

    Sul tema storia rappresentativa, ricorderai bene che il mio commento non si oppone al PWC né al vagare tra più regioni. Anch’io riconosco quell’intento e non ho problemi con esso. Ma l’intento è solo L’IDEA, dopodiché bisogna vedere com’è realizzata, e questo è un elemento IMPRESCINDIBILE del discorso. E non mi ripeto perché l’ho già detto abbondantemente in precedenza:
    Mi va bene tutto purché sia B E N R E A L I Z Z A T O.
    E qui NON è ben realizzato. Come hai detto, in precedenza avevano trovato il modo per catturare i temi di Alola costruendo simultaneamente una propria storia (e son d’accordo al 100%). Ma qui non è accaduto. Le IDEE alla base sono talvolta pure buone (è okay la generazione ambientata in tutte le regioni, con parallelismi ecc.), ma sono realizzate MALE. Quindi diventano uno spreco. Piccola nota a margine per “Ash non può logicamente tornare a sfidare palestre”: no, mi dispiace, non è minimamente vero, nel modo più assoluto. C’è un elenco puntato all’inizio del mio commento, credo tu lo abbia dimenticato, recuperalo; è ampiamente motivato dalla serie stessa e corrisponde a realtà. Ash poteva fare ciò che gli pareva tant’è che fino a ieri tutti pensavano avrebbe sfidato palestre anche a Paldea. E allo stesso modo, non c’era alcun problema nell’imbastire tornei nuovi come accaduto qui. Nessuna delle due strade era preclusa, non dimentichiamolo più per favore, o i discorsi vengono ripetuti all’infinito; c’era libertà narrativa in ambedue le direzioni, PALESTRE INCLUSE. Certo, basta che, qualsiasi cosa facciano, la facciano con qualità.

    E qui non l’hanno fatta.
    E in aggiunta lo hanno anche tolto di mezzo.
    Ma che bel momento storico per i fan dell’anime, signore e signori.

    Vediamo questo bel Donphan (elefante). Mi dispiace ma non posso essere permissivo come te sulle battaglie off-screen, ossia, converrai, una totale scappatoia al mostrare delle battaglie. Questo sistema è stato funzionale al gonfiare Ash di lotte contro i personaggi più forti? Per carità, okay. Ma il fine non cancella la ENORME FALLACIA LOGICA E NARRATIVA a cui abbiamo assistito. Semplicemente non ce n’era alcun bisogno, perché il sistema che ha bisogno di questa scappatoia l’hanno costruito loro stessi. Se il loro intento era mostrare Ash VS personaggi tutti forti e gloriosi, dovevano semplicemente inventarsi un torneo differente! Hanno fatto invece i furbi, per poter dire che a questo torneo partecipano tutti (quindi un concetto magnificato, ingrandito, un effetto wow), che dura un sacco di tempo in una classifica competitiva (woooh, allora è impegnativo e lungo!), e INOLTRE soffermarsi sulle battaglie più amate dai fan (leggasi: fanservice). Ma per farlo hanno creato degli immensi buchi di progressione. Essi non possono essere dimenticati col cancellino: gli episodi passati, in cui gli avversari di Ash sono uno screenshot ballerino sullo schermo, non vengono spazzati via solo perché oggi lotta con Tizio e Caio. Stanno ancora lì, esisteranno ad imperitura memoria, sono pieni di scene pessime soprattutto per una progressione impegnativa e lunga come quella di cui volevano dare l’idea (e solo l’idea). Ripeto: facevano prima a inventare un sistema diverso, GIA’ ADATTO a cosa volessero narrare. Invece han fatto prima il torneo figo e poi ne hanno smembrate le fondamenta narrative per fare gli episodi come e quando volevano. Troppo comodo da perdonare, mi spiace, e non c’è alcun motivo di perdonarli. Perché hanno fatto i furbi.

    Oppure hanno cambiato idea in corsa, il che potrebbe essere quasi peggio, perché apre all’idea “programmazione zero” che ha portato a rimuovere Ash all’improvviso.

    Le storyline dei personaggi-rivali da te menzionati sono andate avanti, certo. Alcune anche in un modo… dignitoso, non pessimo. Ma sai qual è il problema principale? Che alcune erano storyline chiuse. Sapevamo che Ornella avrebbe avuto qualche maturazione, sapevamo che Corrado aveva chiuso con la sua disillusione – sono le cose accadute in XY e DP. Non sono più così interessanti perché erano finite. Non fraintendermi, è bello rivedere i personaggi, ma non è che le piccole storyline odierne diano loro valore aggiunto. Erano lì e mi avrebbe fatto più piacere vederli partecipare a una piccola avventura, in stile ritorno di Lucinda e Camilla in NB con Meloetta e Coppa Junior, rispetto a una battaglia del genere. Io posso capire che tu ci veda dei classici elementi narrativi – hai detto che stai facendo un corso e mi fa piacere, arricchirà il confronto – ma inglesismi a parte, hanno dato poco di quel che dici. Development/sviluppo? Forse solo a Iris (e ora ne parlo), ma tutto contrito in pochissimo tempo. Callbacks/richiami al passato? Beh ovvio, vengono da generazioni precedenti, è il minimo, e non c’erano spunti o citazioni sopra le righe in termini di qualità. Progressione? Non ho visto Ornella o Corrado granché cambiati tra prima e dopo la lotta con Ash.

    Discorso differente per Iris, lei un seguito di storia lo poteva avere. Ma le hanno dato il peggiore possibile e immaginabile in tutti i multiversi esistenti. Iris campionessa è forse il più grosso, irreparabile e dannoso disastro di Esplorazioni, secondo solo all’aver stravolto il sistema di cattura e l’etica legata al collezionismo selvaggio dei Pokémon. E caspita è un peccato, perché potevano approfittarne per mostrarla capopalestra facendo un riferimento FURBO E PROGRESSIVO ai giochi! Ci sarebbe stato spazio per farla campionessa in futuro! Hanno sfruttato tutta l’estetica e la spettacolarità possibile ignorando Iris, che dall’essere una lottatrice brava ma con ancora diverse falle da toppare (Dragonite gliene copriva un paio), è passata direttamente a campionessa. Privandoci di tutto ciò che c’è in mezzo, mamma mia che spreco terrificante…

    Aggiunta postuma: ah beh visto che l’anime classico è finito, rovinare le storyline non fa nessun danno aggiuntivo. Magra consolazione.

    Veniamo a Galar. Credo che mai ci troveremo d’accordo qui, vista la tua posizione. Questa è la generazione di Galar, e purtroppo, come ripetuto, Galar è una parte davvero MARGINALE di essa (Aranciopoli caput mundi, manco fosse Tokyo, per carità). Sarò sincero, per me è strano che da fan del brand tu ti possa accontentare di vedere Galar solo in alcuni episodi; ma in più, dove vedi questo spazio e questa qualità al loro interno? Alcuni hanno… solo lo spazio, magari fine a sé stesso, e altri neppure quello! Gli episodi 4 e 5 ad esempio introducono al Dynamax, il che non mi dispiacque troppo, ma la povertà di ambientazione, sfondi, ispirazione, “galarosità” era davvero palese. Si trattava di blande e brulle collinette a cui Ash e Goh arrivavano senza passare da uno straccio di cittadina Galariana, e quindi impedendo allo spettatore di percepire la nuova regione. Il Pokémon scelto per la nuova meccanica DI GALAR non era DI GALAR. Tu stesso hai appena detto che Snorlax è stato inserito per marketing: ti sembra una cosa positiva? E non si sarebbe tolto alcuno spazio a Scorbunny, in alcun modo: non è una scusa ammissibile. Gli esordi di Pokémon molteplici ci sono sempre stati, è sufficiente gestirli in modo decente, ci sono decine di esempi. Anzi, un nuovo Pokémon avrebbe forse fatto risaltare Scorbunny più del solito vecchio Snorlax, che si accaparra le attenzioni nostalgiche; inoltre il tipo Fuoco poteva mostrarsi in dinamiche sconosciute allo spettatore, arrivando a stupirlo. Non critico Snorlax in sé, mi piace la sua forma speciale, ma non doveva essere il primo, e non doveva rappresentare la meccanica per così tanto tempo insieme a Pikachu e Charizard. Visto che di Galar c’è pochissimo in generale, almeno la Giga poteva essere rappresentativa. E invece neanche quella… mi sono dilungato sull’esempio, ma ritengo che la gran parte sia così: poca Galar, non profonda, scialba, e così anche diversi loro personaggi (chi è Sonia? Che personalità ha?). Non capisco come tu possa ritenere brillante la decisione di escludere personaggi galariani nella generazione di Galar… Davvero non si poteva sostituire qualche fillerazzo orrendo (episodi divisi in due e quella bruttura degli Slowpoke) con altri episodi di pura esposizione di Galar e dei suoi pg secondari? Davvero secondo te va bene così com’è?

    Per l’inciso che hai fatto nel mezzo, io ho teso ad apprezzare (limitatamente) solo una parte diversa: alcuni episodi singoli con personaggi del giorno. La mancanza di caratterizzazione che hai menzionato, per me, è stata troppo grossa per godermi un Galariano (eccetto quel poveretto di Onion, l’unico che abbia dato un filo di colore ai propri episodi). L’impegno è stato troppo limitato. Escludo come avevo già detto in passato i primi 20 episodi, in cui la quantità di episodi buoni è molto più alta rispetto a dopo. Dopo quelli, è crollato il castello a parte pochi pochi pooochi casi.

    Su una cosa hai SENZA DUBBIO ragione: sono severo, è verissimo. Ma lo sono perché in oltre vent’anni ho visto quante diverse cose si possono fare con altissima qualità. E me la prendo a cuore perché Pokémon mi ha dimostrato di poterla avere, quella qualità. Come quando dici “è realisticamente impossibile aspettarsi un costante approfondimento del mondo Pokémon e contemporaneamente un focus eterogeneo sulla trama, perciò quanto narrato nei singoli episodi non può sempre sposarsi col contesto degli stessi”. Comprendo ciò che dici ed è vero: è difficilissimo. Ma so anche che È STATO GIA’ FATTO, costantemente, in quasi tutte le generazioni E IN PIU’ MOMENTI. Si poteva e si DOVEVA fare anche ora, come si è sempre fatto perché dietro Pokémon ci sono menti brillantissime; si poteva e si doveva fare meglio di così, specie sapendo che era la fine. Anche tu avresti dovuto pretendere la massima qualità, da fan, specie per un finale! Alcune puntate autoconclusive erano sì buone, e possono star bene così; ma la consistenza, la progressione, la crescita, mancano quasi al cento per cento. Non prendo singolarmente gli episodi che hai menzionato (alcuni mi piacciono, altri no, come il raid tra le rovine che ritengo terribilmente noioso), e non trovo che diano più worldbuilding di quanto non ce ne fosse già in ogni regione, ma tanto non saranno mai loro il problema principale. Il problema è non saperli inserire in mezzo a nulla.

    Passiamo all’identità. Non ricordo la domanda posta da FireForceXY quindi sarò breve (come no…) e ti dirò solo cosa ne penso. Hai detto che è più basilare, ed è vero, sono d’accordo; non trovo però, in alcun modo, che sia stratificata. I temi che definisci “oltre le apparenze” sono TROPPO lievi per farne un pregio (come ti dicevo all’inizio). Si tratta di Pokémon, servirebbe qualcuno che lo ignora COMPLETAMENTE per scrivere un prodotto privo di: amicizia, lotte, confronti. C’erano già in ogni generazione, solo che in aggiunta c’erano altre cento cose. Non bastano, da soli, a fare di Esp un prodotto sufficiente o a dargli stratificazione, qualità, solidità. Per carità, sono d’accordo sul fatto che i personaggi riescano ad avere influenza su altri… escluso forse Goh la cui progressione è incerta. Però non vedo i toni audaci che dici (ci sono degli episodi che mi piacciono su temi più difficili, come Cleffa e Glaceon, ma non li trovo rivoluzionari – basti pensare ai Minior o a Stoutland). L’identità di Esp resta duale, confusa, ballerina, né carne né pesce, un colpo al cerchio e uno alla botte, e un mucchio di altri proverbi che non mi restituiranno mai né l’anime, né Ash.

    Uso la tua numerazione, quindi andiamo al punto 2.1, cioè Goh. Non so che dirti, mi dispiace dirmi d’accordo solo quando fai critiche, ma ormai ti è chiaro che la mia posizione è negativa su quasi tutto, quindi sì: sono d’accordo con le critiche. E in disaccordo col resto *sospira*. Non significa che voglio avere ragione su tutto, solo che questa è la mia opinione.

    Per fare un esempio, le considerazioni negative: il trattamento del Voltorb Shiny è vergognoso, pochi secondi a inizio episodio (tra l’altro con un’animazione oscena) e poi dimenticato, un po’ come se l’avessero messo solo per aggiungerlo alle doti di Goh su Wiki. Ciò che dici sui Pokémon specifici è verissimo: pur odiando io le modalità di Goh, potevano almeno fargli costruire dei legami postumi con qualche Pokémon iconico, almeno quelli superfamosi che amano tanto sovrautilizzare. E invece nemmeno quello, nemmeno i pochi che avevano un episodio un po’ dettagliato, nemmeno gli starter, nemmeno il suo primissimo Pokémon! Soppiantato prima da una decina di episodi di Sobble e poi da un’immensità di apparizioni inutili di Grookey, addirittura Cinderace è stato mandato nell’oblio ed è tornato solo alla fine.

    Veniamo ai punti secondo te lieti. Riguardo all’atteggiamento collezionistico, credo tu sappia bene come la penso. So che c’erano forme di collezionismo in alcuni punti dell’anime, ma condividono alcune caratteristiche: sono state appena appena accennate e sono, spesso, a inizio anime. Considerando che a inizio anime le lotte stesse erano abbozzate e piene di errori (Charizard dorme? Ash fuori dalla Lega! Cosa!?), non posso ritenere alcuni dettagli della prima stagione come discesi dal cielo. Non li ignoro, ma do più peso alle tante ripetizioni dell’importanza del legame pre- e post-cattura date in tutte le generazioni successive, vent’anni contro due o tre. Lo status quo di Pokémon è diventato quello, anche se un Gary o un Bill all’inizio potevano fare una cosetta diversa. I migliori allenatori legano coi propri Pokémon già prima della cattura, poi molto anche dopo, e non li collezionano, bensì li trattano come amici, alleati, loro pari con cui crescere. Se al 23° anno dell’anime, dopo circa 20 anni così, mi dici il contrario, stai mutando il tuo stesso universo narrativo. E non va bene, non è corretto.

    Con questo, contesto il fatto che tutti i personaggi si complimentino con Goh e arrivino ad adularlo per il suo “””meraviglioso””” intento (duecento episodi prima lo avrebbero chiamato cacciatore e avrebbero fatto un episodio di redenzione). Detto ciò ovviamente la serie mette due o tre cerottini dichiarando che Goh in realtà i suoi Pokémon li ama tutti (pure quelli catturati senza pensarci come biglie) e, per carità, li pensa tutti, li considera tutti, li accudisce tutti, passa del tempo con tutti. Con cento Pokémon, okay. SE PURE FACESSIMO FINTA DI CREDERE SIA POSSIBILE (non lo è), il problema è che come al solito, ricordiamolo sempre:

    Offscreen conta zero.

    Questa è narrazione. O me lo fai vedere o per me non esiste, l’offscreen lo uso come carta da parati. La gestione offscreen deve far discutere eccome, perché nessuno sceneggiatore sano di mente può pensare che basti uno screenshot statico o una linea di dialogo random in due episodi su centotrenta, per giustificare che “Goh ama tutti i suoi Pokémon”. Non mi interessa se una riga o uno screenshot mi dicono che li ama. L’AMORE LO DEVO VEDERE ALTRIMENTI NON CONTA NIENTE.

    Ribadisco il concetto in una riga a parte così è ben evidenziato: l’offscreen non vale un tubo, narrativamente parlando. Qualche libro di narratologia l’ho studiato anch’io e credo che al corso ti confermeranno un’opinione del genere. L’offscreen puro com’è in Esp non lo accetto come motivazione.

    Tu mi dici che è per motivi di tempo? Bene, sei libero di pensarlo, ma non la ritengo una motivazione: è una giustificazione. Come già detto prima, ci sono episodi tra l’inutile e il ridicolo che costellano questa generazione, ben lontani dal classico intento (giustissimo) di presentare i nuovi Pokémon (che qui neppure conosciamo). I filler in Pokémon ci sono sempre stati ma MAI come l’episodio degli Slowpoke, MAI. Perché non togliere un paio di puntate-spazzatura come quelle divise in due, e sostituirle con Goh porta appresso i suoi Pokémon e ci coltiva un legame? Per esempio ho apprezzato, nei suoi limiti, l’episodio con Erika e Pinsir: almeno ho visto la personalità di un Pokémon, e uno dei pochi ritorni decenti. Che costava farne altri! Caspita, addirittura le puntate in cui succede qualcosa al parco Cerasa sono pochissime, e quelle sono comunque meglio di altre cose! No, non bisogna giustificarli, è sempre troppo comodo.

    Veniamo alla fantasiosa ipotesi che hai elaborato e che, per me, è la più interessante tra le tre cose positive che hai portato (le altre due restano un discorso troppo arrabattato per quanto mi riguarda – sono punti su cui è difficile accampare giustificazioni). Quantomeno mi fa piacere che tu riesca a trovare un filo che connetta tutte le diverse personalità di Goh: significa che potevi fare meglio di loro. Credo che il finale del tuo calcolo sia parzialmente vero, Goh va avanti con delle soluzioni “di comodo” e fa tutto con lentezza, sono d’accordo. Non la vedo come una metafora sugli introversi, però, perché Goh-introverso è stato trattato male: ci sarebbe stato bisogno di molta più delicatezza e conoscenza del tema invece di normalizzarlo quasi subito e dargli quelle due o tre scene cozzanti tra loro. Non posso supportare la parte in cui dici che la contraddizione sia voluta, perché la premessa iniziale di Goh è stata disattesa in modo clamoroso, come ho già raccontato. Mi sta bene che da “non voglio amici” si sia arrivati a “non voglio estranei”, ma com’è accaduto? E perché invece in altri episodi collabora in tutta tranquillità? Nah, non è voluto, e mi dispiace per una spiegazione elaborata come la tua. Qualche dettaglio lo ritengo realistico, ma Goh è stato troppo bistrattato persino per i miei gusti, per poter trovare un carattere preciso nel suo personaggio. Goh in sé non esiste come personalità, se non per dei tratti-base fatti per essere capiti da un bambino di 4 anni come “ama i Pokémon”, “è un po’ asociale” (forse), “vuole catturarleee tutteeeeh” (qui faccio il verso al doppiatore che non m’entusiasma).

    2.2 – Goh è veramente asociale?
    Risposta breve: boh? Nemmeno lui lo sa.
    Innanzitutto devo correggerti la lingua, scusa la saccenza: la dicitura è “sine qua non”, più sopra era “pathos”, e “propinare” è un termine bruttino per definire i nostri commenti. Propinare significa proporre qualcosa di non gradito; immagino (e spero) tu non volessi dire questo visto che sarebbe scortese. Scrivo queste cosette subito, altrimenti le dimentico.

    Conoscerai di certo più tu che io alcune dinamiche dell’asocialità o dell’introversione, quindi non lo metto in dubbio e ti lascio maggior credito. Ma, chiarendo che nella narrativa le rappresentanze devono essere un po’ diverse (non è un romanzo biografico), ho delle rimostranze alle tue posizioni. E non boccio certo tutto. Un episodio che mi era tutto sommato piaciuto (in contrasto con FireForce che lo trovava brutto) era proprio quello delle danze di Raboot. Sorpresa, hai previsto male: no, non ho alcun motivo di appuntare proprio lì; certo, l’avrei voluto più lungo e dettagliato per dargli sostanza, ma comunque mi è piaciuto e aveva un contenuto decente. Perché? Perché accadeva un po’ di quel che dici: Goh si avvicinava in modo esterno a sentimenti e sensazioni con cui di solito si relazionava male, almeno nei confronti di se stesso. E quindi ben venga quello, e ben venga l’idea della trama di Sobble. Ben vengano pure gli episodi 3 e 7 che, non dimenticarlo, per me sono molto buoni e fanno parte del blocco iniziale dei primi 20, che si salva ed è diverso dai successivi.

    Il problema sta in tutto il resto. Dici che più leggi le critiche e meno le capisci, a me accade il contrario: non capisco come si possa difendere un personaggio che doveva essere asociale, in modo leggero o pesante me lo dirai tu, e invece in alcuni episodi è più rilassato che mai. Non capisco come si possa accettare che Goh abbia capito come approcciarsi agli altri senza mostrarcelo davvero: basterebbero l’episodio con la gang di Alola o il chiarimento con l’amico d’infanzia? Allora non era né asociale, né tantomeno ansioso, ma solo leggerissimamente introverso in un modo che coinvolge davvero milioni di persone. E se era solo questo, perché all’inizio veniva posto in modo tragico? No, mi spiace: inizialmente si marciava sulla sua posizione, puntando sull’empatia degli introversi, ansiosi e asociali più spiccati, perché era una soluzione facile per empatizzare. Credo che, avendo anche tu un passato simile, avresti dovuto pretendere di più: più attenzione sul tema, più tempo dedicato, più delicatezza, più dettaglio nel processo di crescita e ripresa. Mi va bene qualunque soluzione: se Goh è asociale, se è introverso, o se è ansioso, o ansioso lieve, o introverso lievissimo… Ma non può andare bene a me né a te se è tutto insieme! All’inizio, e lo sai, lo facevano passare come super-asociale. Poi dopo no, perché doveva avere gli episodini divertenti. Comodo, comodissimo, e quindi da bocciare.

    Cerco di non ripetermi troppo sul condizionamento, perché è molto simile al disprezzo o accecamento di cui parlavi anche all’inizio. No, questo elemento con me è inesistente: sono stato in grado di apprezzare piccole parti o singoli episodi. Ho sperato fino in fondo di trovare cose che apprezzo nella composizione della serie (non è successo, e addirittura abbiamo avuto la fine dell’anime, vabbè). Tempo fa elaborai addirittura delle possibili soluzioni per sistemare le storyline nate male dopo la prima stagione di Esp. Non sono condizionato da sentimenti negativi, parto neutrale a ogni episodio e non posso farci niente se il 90% delle volte la qualità è bassissima. Non c’entra niente il disorientamento dei ritorni, perché era tutta la vita che sognavo una serie strapiena di ritorni, cavolo, il mio personaggio preferito è tornato già 3 volte; e neppure le meccaniche di GO, quelle sono un difetto a parte e dopo un po’ le avevo anche considerate come tristemente assodate e messe via: poi mi hanno continuato a deludere, ma niente ci posso fare. MAI ho chiuso gli occhi, MAI mi sono lasciato accecare, ci sono stato fino alla fine. Giudico ancora oggettivamente gli episodi che devo vedere, il problema è che la serie è impostata tutta così. Goh lo sto giudicando addirittura ignorando la questione delle catture (di per sé gravissima come dicevi). Ed è anche peggio perché lo bistrattano – non me la prendo essendo un personaggio che non mi piace, ma lo bistrattano tantissimo e i suoi fan dovrebbero essere INFURIATI molto più di me.

    Riguardo le ultime cose su Goh:
    – L’episodio con Zapdos mi piace pochissimo, i discorsi su istinto e ragione erano un concetto potenzialmente interessante ma abbozzato malissimo, Ash è uno che la ragione l’ha usata eccome e ritrarlo differentemente è sbagliato. Il trattamento di Zapdos è stato brutto… La lotta finale resta comunque il punto peggiore per l’improvviso powercreep di Goh (ok ha iniziato a lottare ma non c’è alcun fondamento nel renderlo così competitivo) e per il finale che hai detto.
    – L’episodio su Suicune è semplicemente il peggiore di tutto l’anime (il secondo peggiore è Slowpoke n.2, il terzo è il ritorno di Serena che ho appena visto), ma vabbè. Qualunque cosa tu creda su Goh, è bene che un personaggio giovane, chiunque lui sia ma specialmente uno che ha difficoltà, timidezze, ansie ecc, debba MATURARE. Un momento così importante come l’incontro con un leggendario doveva essere un punto di maturazione, e non lo è stato – trovo i tuoi punti di contatto con gli Ivysaur troppo labili e comunque basati solo su quell’inizio della serie che ancora salvo… Il resto della storia, come dicevi, è superficiale e affrettato. La cattura in sé è assurda, anche considerando che continua a viaggiare: puro fanservice sul pg protagonista che riempie il Dex, bastava renderli amici come accaduto tante volte e Goh si sarebbe liberato dell’etichetta di collezionista, che invece, anche a causa di episodi come questo, non gli si potrà mai togliere di dosso (giustamente).

    Ripeto: i suoi fan, come te, dovrebbero essere molto più incavolati di me.
    Mega-sospirone e poi continuiamo. I prossimi argomenti dovrebbero comunque richiedere meno enfasi da parte mia.

    Okay, ritiro tutto leggendo la tua introduzione a Cloe. No, mi spiace ma non c’è alcun punto di contatto tra lei e Vera o Serena se non una piccola parte della PREMESSA narrativa. Tutto quanto visto onscreen dopo, invece, è agli antipodi.

    Vuoi reputare che le storyline delle due abbiano dei difetti, o dei piccoli buchi? Libero di farlo, ma ho appena rivisto l’intera saga di Hoenn e il disinteresse di Vera non è liquidato neanche per scherzo. Innanzitutto si impiegano diversi episodi, tutti consecutivi e senza divagazioni assurde come in Esplorazioni: non abbiamo una Vera disinteressata all’episodio 5 e un’altra al 56 e al 100 tipo l’asocialità di Goh. No, il disinteresse è solo all’inizio ed è dovuto a come lei parte. Poi si risolve, ed è finito, per sempre, la sottotrama è giustamente chiusa. Così funziona. Semplicemente non ha bisogno di mille episodi perché non è MAI stato trattato come una roba tragica e superempatica: era un disinteresse semplice, nulla di eccessivo; Vera non ha mai provato odio, antipatia o malsopportazione coi Pokémon. Un semplice disinteresse si risolve… interessandosi, e questo è accaduto all’inizio con Torchic che le vuole bene, con Ash VS Norman, con Nicholai, con le evoluzioni di AG011 da cui è affascinata, ed è culminato come se non bastasse nel vedere le gare e nel catturare Wurmple. In ogni episodio c’era una traccia del suo disinteresse (leggero), e andava calando ogni volta che un elemento nuovo le mostrava le meraviglie dei Pokémon (sì, al tempo ce le mostravano in dettaglio e con storie originali, assurdo!). Tra l’altro il tema, iniziale, era anche: adoperato in modo comico (Vera che mente sul suo obiettivo), usato per far partire la serie (Torchic da prendere per iniziare il viaggio), usato per dare il là a un obiettivo per la prima volta diverso (disinteresse per i Pokémon -> Vera non parte già collegata al discorso-lotte -> vuole scoprire un obiettivo differente -> Gare Pokémon). La prima Gara di Vera, reale culmine di tutta la sua partenza, è all’episodio TRENTACINQUE. Quello di Vera è stato un inizio magistrale per un personaggio femminile, nonché il migliore di tutto l’anime Pokémon insieme a quello di Lucinda, solo che Vera dava più novità rispetto a lei. Praticamente è la masterclass di come si scrive un esordio e di come si prende un personaggio originale, diverso dalla norma, lo si inserisce gradualmente e lo si fa entrare sul medesimo piano degli altri. Meglio di così?

    Mi spiace essermi abbandonato a spiegare tutto ciò che penso sull’inizio di Vera, magari sembrerò saccente, ma non potevo minimamente trasgredire su questo. La trama di Serena è un po’ più sospesa per troppo tempo e quindi rallentata e sì, i Varietà sono una soluzione meno motivata; ma anche lì Serena attraversa diverse fasi (che ora non sto a riepilogare), che si incrociano pure con Ash e con la madre, e alla fine giunge a una soluzione che ha una caratteristica importante: è solo sua, non è la lotta di Ash, non è la corsa della madre. Sua e basta. A riguardo del sentimento Serena – Ash e come influisce su di lei, Ash è un’ispirazione positiva, impattante, genuina, mai condizionante, alleata: per il resto ti rimando al mio arrabbiatissimo commento su Youtube per il terribile ritorno di Serena.

    Il paragone con Cloe non esiste né per Vera, né per Serena. Vera è artefice stessa della narrazione di Advanced, e pure quando si incentra su Ash, lei è presentissima e vivacissima nella sua posizione di coprotagonista (vengo dalla visione e non ci ho trovato UN SOLO difetto in quell’inizio). Serena non è rallentata ma semplicemente troppo dilazionata, i suoi obiettivi iniziano tardi e ha meno tempo per eccellere, ma comunque in quegli inizi fa tante cose ed è super immersa nella trama di Ash e nelle interazioni con tutti e tre gli altri. Cloe proprio no, mi spiace. Etichettarla come personaggio di supporto non basta a giustificare prima una presenza minima, poi un TOTALE ANNULLAMENTO DEL SUO PERSONAGGIO IN FAVORE DI EEVEE. In pratica, quando potevano finalmente concentrarsi su di lei e basta, l’hanno del tutto ignorata (e ripeto: era il pg più promettente di esp). Quando invece hanno tirato fuori il dannato fanservice pseudonostalgico di turno, improvvisamente ha più episodi ma nessun episodio parla di lei in sé stessa, forse solo in maniera lieve l’incontro con Lucinda, per il resto è “Eevee Eevee Eevee Eevee Eevee Eevee Eevee”.

    Ho ripensato alla storia di Cloe sotto tutte le ottiche perché era la mia preferita qui. Altro che mancare di visione aperta e priva di pregiudizi, mi dici come posso avere pregiudizio su un pg che mi piace? E invece l’hanno ignorata, poi disprezzata e infine distrutta, facendola vivere in funzione di Eevee, creando un parallelismo forzato che ne annulla la personalità e la rende un doppione del Pokémon. Cloe non esiste più, esiste Cloeevee. La mia visione era fin troppo aperta per il disastro totalizzato dagli sceneggiatori, che l’hanno uccisa davanti ai miei sofferenti occhi.

    2.3 Cast di supporto.
    Non ho visto cambiamenti in Cerasa. Una frase o due fanno poco, non formano un personaggio sostanzialmente assente e anonimo, per nulla interessante visto che il suo ruolo da professore è comprare biglietti e, di tanto in tanto, dire un piccolo sermone senz’anima. La sua personalità pseudo-comica è blanda, non dà nulla alla serie, è semplicemente un professore generico. La roba migliore che fa è parlare nostalgicamente della radio, roba che se ci puntavano prima sul suo essere boomer, era più interessante di com’è stato.
    Su Fabia dici le stesse cose che ho detto io tempo fa, per una volta ci sovrapponiamo perfettamente. Sai qual è stato il momento più interessante di Fabia? Quei 20 secondi finali in cui mangiava dolci e sembrava ingenua, spontanea. Scambierei tre lotte con un solo episodio dedicato a lei che mangia dolci, l’avrebbe caratterizzata mille volte meglio. La rivalità tra i due è affidata solo al fatto numerico che combattono 3 volte, ma le interazioni sono all’ossicino.

    Allargo il discorso ad altri pg:
    – Gli assistenti di Cerasa sono comunque più interessanti di Cerasa, il maschio è migliore, ha un episodio discreto col suo Magnemite e degli interessi, l’altra ha un episodio che non fa ridere con Psyduck, tutti e due NON svolgono il loro lavoro ma diciamo che se Cerasa ha 1 in pagella, loro hanno rispettivamente un 4 e un 3.
    – Gli altri “rivali-chenonsono-rivali” di Ash sono un maestoso inganno. Ciao Rinto, non pensavo che ti avrei rivisto, e infatti non ti ho rivisto. Ehilà, tizio della Coppa Flauto migliore di tutto il cast della serie, dove sei finito? La verità è che con tutta la fuffa dei ritorni hanno pure ignorato di creare dei rivali.
    – I capipalestra di Galar sono dei poveri derelitti. Poppy fa indovinelli di cui non capisco l’origine perché non ho giocato al videogame (e da quando uno spettatore dell’anime deve per forza?). Onion, il migliore del gruppo, viene soppiantato (dopo mezzo episodio) dalle mille trame frettolose e orrende di Esp (gigamaxizzare Gengar, ma perché? E con la zuppa del videogioco???). Il povero fratello di Mary, idem con patate, due trame potenzialmente ottime distrutte in un solo episodio velocissimissimo. E se prendessimo 20 episodi inutili e li scambiassimo con 2 episodi a testa per loro, no eh, Esplorazioni? Non se ne parla proprio? Se mi volto verso il passato vedo Ornella e Marzia che piangono coi loro archi narrativi… Verso il futuro, me che piango perché l’anime è finito e gli ultimi rivali sono stati questi.

    2.4 I ritorni. AHHH i ritorni.
    Sarò chiaro, è uno dei punti più sensibili per me. Lo ripeterò, attendevo una serie colma di ritorni da quando sono nato. Chiedi a mio fratello, lo tormento da anni con “vorrei una serie in cui tornano tutti” o “vorrei una generazione in cui viaggiano tutti”. Non l’avessi mai desiderato: come nei film, l’universo ti punisce.

    Non è che tutti i ritorni dell’anime passato siano stati perfetti o impeccabili, nessuno vuole dirlo. Nessuno ha deciso che i ritorni debbano essere tutti woooh. Alcuni sono semplicemente piacevoli: prendi un vecchio personaggio, lo immergi in una nuova avventura facendogli conoscere nuovi amici, ne aggiorni la squadra e la storia, rispetti la sua personalità, e lo saluti nuovamente, col sorriso sulle labbra. Se poi riesci pure a metterci incroci col suo passato, esaltazioni del suo percorso, accenni al suo futuro, allora è grasso che cola. Ma non è che bisogna dargli le mega storyline nuove. Il ritorno di Vera, per esempio, è meraviglioso. Lei la conosciamo bene e quando ritorna è se stessa: vivace, attiva, un po’ buffa e con le sue fissazioni (il cibo!), super sincera ed estroversa, amichevole, squillante. Ma la vediamo anche evoluta, maturata, come nell’esperienza mostrata alla Coppa Adriano e nell’imbarazzo ma consapevolezza di essere definita Principessa di Hoenn. Tutto in 6 episodi di una generazione che non è la sua e in cui quindi, OVVIAMENTE, lo spazio maggiore lo deve ricevere Lucinda. Eppure Vera c’è, con sottigliezza, con delicatezza, con personalità, con importanza nel percorso della nuova amica. Impeccabile. Non ha alcun bisogno di sedersi a raccontare i suoi episodi passati, che conosciamo già. Come si fa in narrativa lei applica lo “SHOW, DON’T TELL”, e ci mostra di essere sé stessa… poi ci aggiunge pure un’evoluzione, ed è puro spettacolo.

    Stessa cosa con Lucinda in Nero e Bianco. Sono nel più completo disaccordo con le tue affermazioni, prive di qualsivoglia analisi sul suo ritorno. Lei torna innanzitutto con uno dei suoi aspetti più iconici, delicati e dettagliatamente sviluppati di DP: il legame con Ash, con cui ormai può scherzare, giocare, intendersi. In una generazione non sua non ruba il posto ad Iris, ma stringe con lei una solida amicizia e le sta SEMPRE accanto nell’avventura con l’Onyx, in quella con Dragonite, e infine nella Coppa Junior, e tutto questo interagendo in maniera spassosa e impeccabile col vecchio cast (Ash) e col nuovo cast (Spighetto ma anche Georgia). Vive avventure divertenti, resta tanto tempo, mostra novità, i suoi Pokémon mostrano passato (Buneary che ama Pikachu) e futuro (Piplup che litiga con Oshawott per Meloetta ma poi i due diventano Best Bros). Quando va via, pare addirittura che potesse restare, tanto ch’era divenuta parte omogenea e naturale del nuovo gruppo! Non si sente in alcun punto un suo peso. Un altro ritorno perfetto. Show, don’t tell. Non c’è alcun bisogno di fermarsi a spiegare le cose: te le fa sentire.

    Aggiungo che Misty torna in Advanced Challenge con meno “perfezione” ma con un bellissimo arco per il suo Togepi, e in Advanced Battle come parte integrante dell’ambientazione, con naturalezza; in SL lei e Brock si accomunano all’atmosfera di Alola, e non hanno alcun bisogno di far riferimento al passato, essendo avanzati in modo coerente. Che gli vuoi dire.

    Hai preso l’esempio più errato possibile. Se tagli Lucinda da BW elimini metà saga di Meloetta, spezzi il coinvolgimento con la regione di Sinnoh legato a Camilla e alla sua presenza a Spiraria (citazione dal videogioco FATTA BENE e, grazie a Lucinda, addirittura ESALTATA), togli una partner che affianca Iris in episodi per lei importanti, cancelli delle avventure svagate e piacevolissime, smembri interazioni incredibilmente interessanti con altri pg eccezionali (come Georgia) alla Coppa Junior che altrimenti non sarebbero mai esistite, e probabilmente l’elenco non è finito. Misty in AG ha un legame più labile perché il suo episodio è più “filleroso”, certo, ma perché devo pensare di eliminare un BELLISSIMO doppio episodio che conclude il percorso del suo Togepi? Che motivo c’è? Essere una splendida avventura le basta eccome. Non serve fingere di incrociare il percorso di Ash a tutti i costi. C’è già tanta qualità, che oggi manca. Eliminare questi episodi è irragionevole da qualunque punto di vista.

    Lucinda è la nota più rosa dei ritorni di Esp, probabilmente. E anche così non basta: è tornata già 2 volte + una nello special, e questo mi fa piacere, ma la sua impronta è labile. Nel primo reincontro sta a Sinnoh perché è Sinnoh (e non è ovvio – può stare ovunque a fare Gare, non c’è bisogno che stia a Sinnoh). Ma poi? Mi aggradava il suo scontro con Cloe, ma è stato concluso in due secondi e non coltivato, niente avventure ben formate insieme, niente affiancamento negli episodi importanti della sua vita (che ci azzecca Cloe con Darkrai e Cresselia? L’affiancamento è relegato ai consigli di un sermone). Inoltre hanno voluto esasperare il suo aspetto di “Daijoubu” fino all’eccesso, non c’era bisogno. Il secondo ritorno è forzato per una trama super fillerosa, e come già accennato non me ne sarebbe importato nulla se fosse stato un filler fatto bene, invece prende a correre come un dissennato e alla fine Lucinda non ha nemmeno il tempo per i saluti. Che la inseriamo a fare allora?

    Gli altri ritorni… Iris, oddio, mi sono già pronunciato; caratterialmente è stata rispettata, ma renderla campionessa è una scelta pessima. Ornella è trattata come una pezza per la polvere, un metro per valutare gli allenatori che la battono: “Ok ha battuto Ornella con Megalucario quindi è abbastanza forte e può andare avanti”, uno dei miei PG preferiti di Kalos buttata via per esaltare gente a caso, incredibile. I ritorni più piccoli sono insulsi, Camilla è ridotta al ruolo di comparsa, quelli di Alola sono stati come ripresentati e poi accantonati senza capirne il ruolo, c’è da dire anche che il povero Chrys ha avuto un altro episodio solo per sé e mi ha reso contento, ma la trama era noiosissima e l’ha sprecato. Pochi ritorni mi sono piaciuti, come la sopracitata Erika. Ma il tratto generale è lo stesso: Esplorazioni li chiama in causa per sfruttare l’attrattiva nostalgica, credendo che basti metterli nel mezzo per riempire un episodio. Ma invece servirebbe anche, sai com’è… Una trama, o una sceneggiatura.

    Non posso concordare con la tua conclusione. Non è “qualche passo falso”: la maggior parte sono passi falsi, con dei PICCOLI lati positivi solo qua e là. Il limite di puntate se lo son creato da soli e poteva tranquillamente essere gestito meglio (infatti Lucinda, essendo in tema Sinnoh, ha avuto spazio). Sul lungo termine il problema non è nemmeno spremere il “limone nostalgico”, è proprio che gli episodi non sono belli.

    Sul tema numero 3 mi spendo poco: Gengar Gigamax è buttato lì a caso per dare ad Ash il Gigamax, ma non ha progressione, coltivazione, motivazione. A un certo punto c’è e basta e la serie ti impone di non chiederti il perché, un po’ come Lucario stesso. A me stava benissimo mantenere Pikachu con la Mossa Z e mi stava bene dare una Gigamax diversa – sono stranamente più concorde di te con una scelta di Esp. Il problema, come sempre, non è l’idea: è la realizzazione. Serviva un po’ di attenzione sul far riprendere il legame dietro alla Mossa Z e un sacco di attenzione su come imbastire una buona trama per il Gigamax. Anche se, dopo il disastro di MegaLucario, che mi dovevo aspettare?

    Vedi, il guaio è quello: anche se tutti i segnali erano al 95% negativi, io come un fesso ci speravo ancora. Altro che accecato dai sentimenti negativi o dai pregiudizi, io sono quello che ci rimane male peggio di tutti. Ma le giustificazioni sono finalmente tutte finite. La rabbia ha lasciato spazio alla delusione di vedersi traditi dalla propria serie preferita, sì da un pezzo di proprio mondo, ma anche da un brand che ha sempre usato una meravigliosa qualità. E dopo la delusione è giunta la rassegnazione: la serie questa è, e se qualche settimana fa avevo scritto “posso solo attendere che ce ne liberiamo”, adesso mi resta la tristezza nel cuore sapendo che l’anime classico è finito così e che Ash, il mio eroe, non ha avuto il finale che meritava.

    Ho ancora qualcosina da scrivere ma la metto in un altro commento che già questo è titanico.

    Tengo a chiarire, anche in chiusura, che nessuna di queste opinioni è un attacco a te né alle tue idee: è solo uno scontro bello vissuto. Avrei solo voluto intrattenerlo con un sentimento migliore nel cuore, ma il destino questo ci ha riservato, e quindi che ci possiamo fare.

  17. Forse ho spottato una frase a cui non hai dato molta importanza, ma davvero fatico a comprendere “GO è in fase calante e si torna ai videogiochi principali, e alla fine, addirittura, finiti gli effetti del periodo GO, l’anime ha rimosso Ash.” cosa c’entra il periodo GO o la sua fase calante con la conclusione di Ash? Come detto su un altro commento credo fosse tutto programmato dall’inizio e approfondisco ora che il pensionamento di Ash sia cosa (anche) buona e giusta. Continuare ad allungare il brodo con Ash poteva solo portare ad (altri) guai e disapprezzamento soprattutto per i fan attenti e affezionati come noi (credo tu sia d’accordo). Capisco che ESP non sia una serie eccezionale e so bene come la pensi, e mi dispiace perché tutti ci meritiamo serie che non ci facciano odiare il brand. Spero davvero che accantonata Journeys potremo goderci questi episodi incentrati esclusivamente su Ash e soprattutto che riuscirai a goderteli anche tu.

    Questione torneo che si è focalizzato poco su sfidanti delle prime fasi. Qui però gioca troppo un fattore importante secondo me per la “vendita” della serie al pubblico. Abbiamo visto Ash per oltre vent’anni lottare e in tanti si sono lamentati che ogni volta sembrava iniziasse di nuovo da capo. Se fossi uno scrittore avrei fatto la stessa cosa: perché far vedere sempre la solita minestra? Hanno mostrato un minimo della Classe Mega, personalmente non ho sentito l’esigenza d’altro. Ho visto millemila lotte di Ash contro allenatori comuni. Se avessero fatto diversamente avrebbero probabilmente scontentato chi come me che si annoierebbero a vedere Ash fare le stesse cose (soprattutto con le lotte). È vero, potevano fare un torneo solo di allenatori esperti e farlo durare un anno e anche per me sarebbe stato molto più figo, ahinoi la generazione dovevano farla durare di più. Però, forse, la durata del torneo così come l’hanno fatta, avrà contribuito all’hype per la finale.

    Ovviamente non rispondo nel dettaglio a tutto anch’io perché non ne sarei in grado ma oltre ai punti su cui ho espresso la mia, il resto dei concetti è tutto molto rispettabile. Solo non condivido quando critichi quelle che per me sono “piccolezze” come l’enfasi sul daijoubu di Lucinda, premettendo che forse non ho visto il dub ita, ma che guaio può portare? Avranno voluto far vedere questo suo aspetto comico ai fan che non la conoscono. Non è che il daijoubu non facesse più parte di Lucinda e l’hanno ripescato, era sempre una sua caratteristica no?

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